.In viaggio ... a Saletto (2)
Saletto, Val Raccolana, 23 Maggio 1999

"Ogni promessa e' debito", dicono dalle mie parti; avevo promesso di ritornare a Saletto e l'occasione si è presentata il 23 Maggio festa di Pentecoste, giorno nel quale ci sarebbe stata anche la Prima Comunione dei bambini. Il posticipo di una settimana, sul normale avvicendamento delle domeniche alterne, nelle quali a Saletto si celebra la Messa, e' stato provvidenziale, perché la domenica prima, 16 Maggio, c'era l'Ascensione, giornata della sagra di Leproso. In un precedente servizio ho spiegato perché non avrei potuto allontanarmi dal mio paese.

Durante la settimana antecedente il 23 Maggio, avevo contattato la famiglia Toigo-Piussi conosciuta nella precedente "spedizione". Avevo raccomandato al signor Giovanni di non far conoscere a nessuno quello che stavo facendo perché desideravo rimanere assolutamente inosservato ... mi avrebbe disturbato l'essere accolto da un "comitato festeggiamenti", con i bambini delle elementari schierati con le bandierine in mano e, magari, con l'accompagnamento dalla banda ...!

A parte gli scherzi, alle 08:10 del 23 Maggio sono partito alla volta di Saletto. Stranamente, anche in questa occasione come altre volte, quando ritorno in un luogo gia' visitato, la strada diventa piu' corta. Infatti, alle 09:30 stavo transitando sulla tangenziale che sfiora il paese di Saletto, cercando di non spingere troppo l'acceleratore per minimizzare il rumore di ferraglia della mia "127" e non rivelare la mia presenza in Val Raccolana. Avevo programmato di presentarmi vicino alla chiesa, solo pochi minuti prima che incominciassero a suonare le campane.

Passando vicino alla chiesa ho notato subito qualcosa di diverso rispetto alla mia precedente visita a Saletto. Infatti l'orologio della torre campanaria marciava regolarmente, pur essendo in ritardo di 1 minuto, 33 secondi e 55 decimi, rispetto alla mia cipolla da polso sincronizzata poco prima della mia partenza con un Orion radiocontrollato.

Superato il paese, ho raggiunto Borgo Piani di Sotto e, vedendo sulla mia sinistra le insegne di un bar, ho parcheggiato la mia vettura in uno spiazzo sulla destra. Scendendo dall'automobile, sotto lo sguardo curioso di tre o quattro valligiani, sentivo degli strani crick crick dal vano motore, come se quel "poveretto" mi stesse ringraziando per avergli concesso un po' di respiro.

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Entrato nel bar e ordinato un buon caffè ho subito informato il giovane gestore circa la mia presenza in quella località, chiedendogli altresì se fosse possibile trovare ospitalità per una eventuale vacanza di due o tre settimane durante la prossima stagione estiva. Quale prova testimoniale della mia effettiva visita a Sot il Plan, presso certi miei amici d'oltreoceano, ho pregato un avventore occasionale di scattare una fotografia che mi ritrae vicino al banco ed al barista. Siccome avevo un certo anticipo sulla tabella di marcia, ho potuto intavolare un discorso con quest'ultimo, il quale lamentava le difficoltà a gestire un "ambiente" in quella località, considerate le tasse che doveva pagare, come se quel modesto locale fosse situato in Piazza S.Giacomo a Udine ...!!! Le solite ingiustizie ...!

Salutando con un "arrivederci", ho proseguito il viaggio recandomi a Piani di qua, Piani di La' e Pianatti, sostando per qualche decina di minuti in quelle località, scattando qualche foto ed effettuando delle riprese con la mia JVC digitale.

Ho potuto notare che gli abitanti di quelle ridenti contrade erano particolarmente gentili, non ti passavano vicino senza rivolgerti un cordiale saluto e sempre pronti ad intavolare un discorso: il piu' delle volte con la classica considerazione sulle condizioni meteorologiche. Tanto per informazione, quel giorno il tempo era splendido, il cielo era attraversato da spumeggianti e spettacolari nuvole bianchissime che contrastavano con un fondo blu molto intenso, come potrete ammirare in qualche foto a corredo di questo servizio.

Controllato l'orologio ed accorgendomi che le 10:30 erano state abbondantemente oltrepassate, piano piano ho ridisceso la stradina che da Pian di La' porta sulla Raccolana, riavvicinandomi a Saletto in festa. Cercando una postazione ombreggiata, ho parcheggiato l'automobile in un piccolo spiazzo erboso a sinistra della strada, a pochi metri dell'entrata al cimitero e quindi ad una cinquantina di metri dal campanile.

Mancando una decina di minuti alle 11:00, ho approfittato per controllare e predisporre l'attrezzatura per la registrazione del suono delle campane e scattare qualche foto. Le stesse inquadrature con la telecamera le avrei effettuate durante l'importante concerto. Tutte le mie manovre avvenivano sotto lo stretto "controllo a vista" da parte di due o tre persone sedute su una panchina di cemento a lato della piazza della chiesa.

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Poco prima delle 11, il sordo rumore che aziona i motori elettrici delle campane mi segnalava che lo scopo principale del mio viaggio a Saletto, dopo poche frazioni di secondo, sarebbe stato raggiunto. L'esecuzione del concerto a tre campane sarebbe stata impeccabile e senza interferenze causate dal passaggio di veicoli a motore.

Riposte le apparecchiature di ripresa nel borsello e le altre attrezzature nel bagagliaio, mi sono diretto sulla piazza parcheggiando a pochi metri dall'entrata in chiesa. Dopo il solito "buon dì", ho chiesto il permesso a quelle persone di sedermi sulla stessa panchina, rispondendo alle solite domande che uno si aspetta in quelle situazioni: da dove vengo, che tempo faceva quella mattina nella pianura friulana ed altre curiosità di questo genere ... A stento ho celato il mio disappunto nello scoprire che quelle persone conoscevano benissimo tutti i paesi che circondano Leproso, ma un po' meno ... il paese più bello del mondo ...! Dai loro discorsi ho intuito che sapevano benissimo chi ero e cosa facevo a Saletto, ma ho fatto finta di niente ... mentre la piazza incominciava ad animarsi con l'arrivo di gente a piedi e con varie vetture. Ad un certo punto mi sono alzato raggiungendo l'interno della chiesa per piazzarmi in un posto adatto per le successive riprese.

Ho seguito con interesse la cerimonia che era focalizzata su due bambini, un maschio ed una femmina, che avrebbero ricevuto per la prima volta l'Ostia Consacrata. Ho anche apprezzato la predica in friulano del giovane sacerdote. Durante la funzione, mi sono astenuto dallo scattare fotografie per non distrarre i fedeli con il flash, limitandomi ad attivare la silenziosa telecamera nei momenti più significativi della cerimonia.

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Naturalmente, tutti i miei sforzi per passare inosservato furono inutili ... come i più moderni aerei da combattimento, "sentivo di essere intercettato" e controllato a vista da numerose "postazioni radar". In passato, in una situazione del genere sudando freddo sarei stato colto dal panico; ultimamente invece con un certo stupore mi accorgo che la mia presenza non crea eccessivo disagio alle persone che mi stanno attorno ...! Non ho ancora capito se è cambiata la gente o ... se sono "guarito" io ...!

Terminata la cerimonia, mi sono soffermato sulla piazza, mentre i fedeli uscivano dalla chiesa formando dei piccoli gruppi di persone, molte delle quali si stringevano la mano e si baciavano, segno che non si vedevano da molto tempo. Lì mi è stata presentata Italia, una simpatica signora che era vissuta per un certo periodo a Montevideo in Uruguay e conosceva molto bene i Della Mea, miei grandissimi amici.

Dopo aver salutato, sono risalito in vettura e lentamente sono sceso giù per la stradina interna di Saletto per raggiungere la parte bassa del paese, dove abita la famiglia Toigo-Piussi, conosciuta nel mio precedente viaggio. Poco dopo, il capofamiglia signor Giovanni e' rientrato e mi ha fatto accomodare nella ... sala computer ...! Come l'altra volta, avevo con me un CD con l'ultimo aggiornamento del nostro sito.

Mentre con orgoglio "esibivo" le pagine più spettacolari, è rientrato anche il figlio, giovane studente, con la madre, la graziosa figlioletta e il giovane "prêdi furlan".

Dopo una mezz'oretta mi sono allontanato dalla consolle lasciando il mouse nelle mani del giovanotto e, riponendo i miei occhiali nel borsello, con una scusa, ho rinunciato all'invito della signora, che aveva già in cottura un buon piatto di pastasciutta. Avevo salutato tutti promettendo che l'invito sarebbe stato valido nel mio prossimo viaggio a Saletto. Ridiscendendo la Raccolana mi sono pentito perché un buon piatto fumante di pasta avrebbe sposato molto bene con una o più bottiglie di vino che prudentemente avevo caricato la sera prima nel bagagliaio della "127".

Rispettando scrupolosamente il programma da me predisposto nei giorni precedenti, a qualche centinaio di metri, dopo la grande galleria a Sud di Chiusaforte, ho parcheggiato la vettura in uno spiazzo con tavolo e panchine, a sinistra della carreggiata, e ho aperto il bagagliaio prelevando il necessario per apparecchiare la tavola. Su un grande borsone di carta che da lontano poteva sembrare una tovaglia ho deposto tre pagnotte di pane, che, con il calore dell'interno del bagagliaio, sembravano appena uscite dal forno. Come companatico con avevo grandi possibilità di scelta, disponendo solamente di un salame intero ed uno ... metà intero ... o metà mangiato ? ! ? ! ... decidete voi ...!

Come è normale aspettarsi da un vêr furlan, la sezione bevande era molto ben fornita ... Infatti, nel mio bagagliaio regolarmente "staziona" una scatola di 6 bottiglie di vino di Spessa ... vari tipi e vari colori ...!

Per fare scena, ho disposto in posizione allargata sulla grande tavola di legno, due bottiglie di nero, una di bianco e ... l'unica nota stonata di tutto quell'armonioso concerto visivo, una PET di acqua minerale.

In fondo al tavolo avevo piazzato la telecamera in posizione di ripresa continua, ritenendo di avere autonomia sufficiente con l'inserimento del pacco-batterie di riserva. Poco distante stazionava il cavalletto con la fotocamera.

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Avendo un certo appetito e stando attento ad affettare il salame e non le dita, non notavo le reazioni degli occupanti dei veicoli a due e quatto ruote che sfrecciavano sulla "statale". Solo dopo il primo mezzo panino mi sono accorto che tutti quelli che passavano erano distratti nel vedere "quello strano personaggio" completamente solo, alle prese con tre o quattro bottiglie ...! Da quella distanza, quei poveretti non potevano accorgersi che le bottiglie di vino era tutte perfettamente sigillate, e l'unica aperta era quella dell'acqua.

Anche tre poliziotti motociclisti avevano indugiato per qualche secondo girando lo sguardo nella mia direzione.

Tutto sommato era una situazione divertente, testimoniata dalle espressioni del mio viso nel filmato. Rivedendo la scena da un'altra angolazione, che non è quella che riprendeva la "telecamera interna" del povero Aldo, la scena non è per niente divertente. Qualsiasi gioia non è tale se non è condivisa con altri.

Ritornando al terzo mezzo panino, speravo che qualche automobilista, magari straniero, avesse la buona idea di accostare per far raffreddare il radiatore della sua vettura. Avrei così avuto una buona scusa per stappare una bottiglia e fare pubblicità alla produzione vinicola friulana e nel contempo rendere più gustose le sottili fettine di salame nostrano allineate all'interno della pagnotta che stavo divorando.
Nessuno si fermò.

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Lo scenario continuava a distrarre pericolosamente gli automobilisti in transito tanto che ho pensato di sbaraccare prima di diventare causa indiretta di un grave incidente. Prima di ripartire ho telefonato ai miei vicini di casa, pregandoli di avvisare "Briciola" che sarei rientrato nel giro di un'ora.

Nuovamente in marcia, ho raggiunto la statale 13 e senza accorgermi ero già in Viale Tricesimo, incominciando a riconoscere la siluette dei "miei " monti e delle "mie" colline. Il Matajur, il Monte Nero, le colline di Rocca Bernarda, di Abbazia, di Buttrio ... uno scenario che parla di casa mia.

Ancora una volta mi stupisco di non essere stanco per il lungo viaggio, e di non avere risentito la mancanza della mia pennichella quotidiana.
Sto forse ringiovanendo ?

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