nuove dal friuli e dal mondo

Tangenziale di Orsaria, 3 Maggio 2005

Invasione pacifica degli Unni

     Ero partito da casa subito dopo il riposo pomeridiano, con l'intenzione di effettuare una serie di foto a Premariacco e Manzano, in quanto, come quasi in 100% delle chiese, essendo rivolte verso ovest diventano più "fotogeniche" quando hanno il sole a favore.
     Dopo aver fatto qualche clik alla maestosità della parrocchiale di Premariacco, pensavo di raggiungere la capitale della sedia percorrendo la "Sgjavane", una strada che scorre attraverso boschi e vigne, ma prima di giungere a Orsaria mi sono trovato davanti ad una scena curiosa: una strana carovana di uomini e donne in costume, che con cavalli ed un carro trainato da muli percorreva lentamente la provinciale Cividale-Buttrio. Non mi sono lasciato sfuggire l'occasione di scattare alcune foto con la "nostra" (è patrimonio della nostra Associazione) nuovissima reflex Canon EOS 350D, ed ho lasciato proseguire la carovana, senza soddisfare la mia legittima curiosità di capire chi erano e da dove venivano quelle strane persone...

     Ho raggiunto Manzano, soffermandomi a scattare qualche panoramica da quelle colline, ed avere la sorpresa di non poter immortalare la parrocchiale con la piazzetta recentemente restaurata, perchè si stava svolgendo un funerale. A questo punto ho cambiato programma dirigendomi verso le colline di Rosazzo (dove i soggetti non mancano mai), catturando le immagini di un bel vaso di nontiscordardime (nome botanico: Myosotis) e una nuova edizione de "la vite di picolit".
     La curiosità per quella strana carovana incontrata a Orsaria l'ho soddisfatta leggendo "IL GAZZETTINO" di mercoledì 4 Maggio, che vi propongo qui sotto...

IL GAZZETTINO di Mercoledì, 4 Maggio 2005 

Gli eredi degli Unni sulle orme di Attila
Una piccola carovana di magiari sta ripercorrendo a scopo storico le tappe di quel percorso

     Talmassons  - Un salto in retromarcia nel tempo, fino al 452 dopo Cristo, anno terribile per le popolazioni italiche. E' l'anno in cui Attila lancia il suo torrente di ferro e fuoco e devasta la penisola arrivando fino alle porte di Roma, fermato dalla soggezione che riuscì a incutergli papa Leone magno, poi divenuto santo. Gli unni sono tornati, tornati davvero, accolti però con un sentimento di curiosità che ha preso il posto del terrore.
     Una carovana di magiari, partiti dalla Pannonia, o dall'Ungheria se preferite, 13 giorni fa e diretti non più verso Roma, ma verso la Spagna dove contano di arrivare tra 2 mesi e mezzo, ha attraversato ieri la pianura friulana. Un viaggio organizzato dal Museo nazionale magiaro di Budapest per ricreare le stesse condizioni di 1600 anni fa. Sono in 5, 3 uomini e 2 donne, tutti vestiti con i costumi e le acconciature dell'epoca, con al seguito gli stessi mezzi (carretto, cavalli, asino e cane), lo stesso cibo (carne secca), le stesse armi, e questo potrebbe procurare qualche difficoltà.
     Ieri mattina hanno animato la placida quiete dei paesi del Medio Friuli da Mortegliano, attraversando il centro di Talmassons, per dirigersi verso Ariis, Flambruzzo, Rivignano, Varmo e attraversare il Tagliamento verso Morsano, sempre scegliendo per quanto possibile strade sterrate dove non intralciano il traffico. Ovunque siano andati lungo il loro viaggio hanno incontrato ricordi di eventi fusi alla leggenda che parlano del passaggio devastante dei loro antenati.
     Anche qui. Tra Rivignano e Teor c'è Driolassa, un nome che indica letteralmente "lasciata indietro". Non fu devastata da Attila per la riconoscenza dovuta a una oscura fanciulla che, abituata a offrire le sue "prestazioni" per professione, lo fece anche nei confronti del condottiero. Si comportò bene, evidentemente, perchè Attila risparmiò il suo villaggio. La storia ne ha dimenticato il nome a differenza di Geneviève, successivamente santificata. Forse perchè Geneviève salvò Parigi e non Driolassa, o forse perchè faceva la pastorella e non la prostituta.
(
Angelo Miorin)