nuove dal friuli e dal mondo

Cividale (UD), 14 Giugno 2008
Chiesa di San Francesco

Presentato il film sul patriarca Marquardo

Dalla trilogia "Il volo dell'Aquila"
Ascesa e tramonto del Patriarcato di Aquileia

di Claudia Brugnetta e Michele Codarin

Sono intervenuti: Mons. Guido Genero, Prof. Claudio Mattaloni,
Dott.ssa Alessandra Rea e gli studiosi Angelo Floramo e Alberto Vidon


La serata è iniziata con la sfilata di un gruppo di figuranti in costume medioevale

L'ultimo capitolo sul patriarca Marquardo
(Messaggero Veneto del 14 Giugno)

     Nella chiesa di San Francesco è stato presentato l'ultimo capitolo del primo lungometraggio della serie Il Volo dell'Aquila, dedicato interamente al Patriarca Marquardo Von Randeck e alla storia del periodo aureo del Patriarcato. La vita dell'insigne Patriarca ha dato una svolta storica alla nostra Regione, che ancora oggi lo commemora con la rievocazione della sua entrata da Patriarca a Cividale del Friuli (avvenuta nel 1366) dopo la celeberrima Messa dello Spadone nel Duomo.
     Il progetto annovera diversi illustri sostenitori sensibili alla divulgazione della storia e della cultura friulana nel territorio, quali: il Club Unesco di Aquileia, la Fondazione Luigi Bon, la Film Commission Friuli Venezia Giulia, la Regione Friuli Venezia Giulia - Assessorato alla Cultura, la Fondazione Crup, il Comune di Cervignano.
     Il volo dell'aquila si avvale del lavoro di professionisti accreditati dell'audiovisivo, del campo della competenza storica e della competenza scenica rievocativa. Il film Marquardo Von Randek, che è stato realizzato grazie alla sinergia di Enti e Istituti particolarmente illuminati e attenti realtà culturali del territorio, non è attribuibile a un'unica regia. Per volontà della produzione, l'opera va considerata appartenente a tutte le forze che hanno concorso alla sua realizzazione in eguale misura. Lo pseudonimo che la firma, sottintende quindi la regia non di una persona, ma di un gruppo di professionisti che insieme l'hanno elaborata.
     La realizzazione di una fiction-documentario che attraverso un personaggio storico di grande spessore e levatura, tocchi molteplici centri della nostra regione come Cividale, Aquileia, Venzone, Cervignano, Marano Lagunare, San Daniele, Faedis, ecc., darà un valore aggiunto all'opera che potrà essere diffusa sia a scopi storici che didattici, ma anche turistici.
     Il lungometraggio è costituito da sequenze recitate in costume alternate all'analisi della visione politico-giuridica che ha caratterizzato il ruolo del Patriarca, e influenzato profondamente il formarsi dell'identità friulana. Il linguaggio è di facile accesso e tende a sottolineare gli elementi di continuità tra l'azione e il pensiero del Patriarca e la coscienza civile friulana di oggi. La sceneggiatura dedica ampio spazio alla descrizione degli usi e costumi del tempo, e mira nella fiction a una elegante spettacolarità. Un documento questo e un'occasione per conoscere e approfondire un'epoca fondamentale della storia del Friuli, ed anche un gradevole spettacolo per chi volesse solamente fare un viaggio nelle cultura e nella storia medioevale.


...alcuni qualificati interventi...

P R O G E T T O “IL VOLO DELL’AQUILA” 
Ascesa e tramonto del Patriarcato di Aquileia

Storia del Friuli dal 1000 al 1400 in tre filmati, raccontata attraverso le gesta di tre
grandi patriarchi:
Poppo (Poppone o Popone) - Bertrando – Marquardo.

 PRIMO FILMATO 

Patriarca Marquardo Von Randeck – MEDIOEVO IN FRIULI VENEZIAGIULIA
(autori: Claudia Brugnetta – Michele Codarin)

          Con la presente abbiamo il piacere di presentare la realizzazione del primo lungometraggio della serie IL VOLO DELL’AQUILA dedicato interamente al  Patriarca Marquado Von Randeck  e alla storia del periodo aureo del Patriarcato.
          La vita di questo insigne Patriarca ha dato una svolta storica alla nostra Regione, che  ancora oggi lo commemora con la rievocazione della sua entrata da Patriarca a Cividale del Friuli (avvenuta nel 1366) dopo la celeberrima Messa dello Spadone nel Duomo di Cividale. 
            La realizzazione di una fiction-documentario che attraverso un personaggio storico di grande spessore e levatura, tocchi molteplici centri della nostra regione come Cividale, Aquileia, Venzone, Cervignano, Strassoldo, Marano Lagunare, San Daniele, Faedis, ecc., darà un valore aggiunto all’opera che potrà essere diffusa sia a scopi storici che didattici ma anche turistici. Il legame tra cultura e turismo sarà così rafforzato dal mezzo audiovisivo che ha un impatto immediato su un pubblico vastissimo.  
            La diffusione del prodotto, fin da ora si ipotizza, sarà effettuata tramite la RAI, varie emittenti italiane e straniere, reti satellitari, provveditorati, scuole, biblioteche, videoteche, ecc ecc.. Grazie alla versione in diverse lingue (italiano, inglese, tedesco) stiamo pensando appunto anche a una diffusione capillare all’estero, al fine di dare una visibilità di elevato spessore culturale alla nostra Regione. 
             Per decisione di questa Produzione, la diffusione in DVD del filmato è riservata ai Comuni della Regione che ne hanno collaborato alla realizzazione, alle Fondazioni e agli Enti Pubblici che hanno sostenuto il progetto.

PREMESSA 

     Il lungometraggio che ha una durata di circa 50 minuti, è costituito da sequenze recitate in costume alternate all’analisi della visione politico-giuridica che ha caratterizzato il ruolo del Patriarca, e influenzato profondamente il formarsi dell’identità friulana.
     Il linguaggio è di facile accesso e tende a sottolineare gli elementi di continuità tra l’azione e il pensiero del Patriarca e la coscienza civile friulana di oggi. La sceneggiatura dedica ampio spazio alla descrizione degli usi e costumi del tempo, e mira nella fiction a una elegante spettacolarità.
     Un documento questo, nella sostanza, unico per corrispondere con un sapiente dosaggio degli elementi alle diverse aspettative del pubblico al quale è rivolto: un’ occasione per conoscere e approfondire epoca fondamentale della storia del Friuli, ma anche un gradevole spettacolo per chi volesse solamente fare un viaggio nelle cultura e nella storia medioevale.
     Preliminarmente è stata predisposta un’accurata ricerca storica e iconografica per rendere più precisa e completa la sceneggiatura.
     Il materiale filmico è stato registrato con telecamere professionali in Alta Definizione, impiegando TROUPE specializzate dirette da una regia altamente professionale con il coinvolgimento di decine di figuranti nei costumi dell’epoca.
     Particolare cura è prestata alla fase del montaggio e sonorizzazione con la realizzazione di musiche originali ad elevato effetto emozionale. L’edizione finale è stata realizzata in studi professionali che adottano esclusivamente le tecnologie più avanzate.
     Il “taglio” del lungometraggio, sul piano della comunicazione, promette un linguaggio facile e comprensibile e tutti, senza per questo rinunciare al rigore della ricostruzione storica, né all’obiettivo di veicolare potenti messaggi sull’identità della cultura friulana in Europa.

La vocazione dell’opera è quindi quella di servire un target molto vasto.
     Nell’immediatezza, dopo la concessione in esclusiva della presentazione del filmato ad alcuni Comuni della Regione interessati, il lungometraggio potrà successivamente essere proiettato e presentato ai festival di settore italiani e stranieri.
     Su sponsorizzazione. copie dell’opera saranno destinate alle cineteche, biblioteche, scuole e università del territorio regionale e delle principali città italiane e tedesche.
     Un altro prevedibile impiego immediato è la distribuzione alle emittenti televisive sia pubbliche che private.
     Infine, sono in corso i primi contatti con case editrici tirolesi e tedesche per il lancio dell’operazione in funzione di promozione turistica.

PERCHÉ UN FILMATO SUL PATRIARCA MARQUARDO VON RANDECK?
     Siamo dell’ opinione che anche il mezzo audiovisivo, che- come è noto- ha molta presa sul vasto pubblico, sia oggi uno strumento indispensabile al fine di incidere nelle memorie una parte così pregnante e fondamentale della storia friulana e del suo territorio.
     La funzione di tale mezzo di comunicazione in questo caso non è solo quella di sensibilizzare e attirare l’attenzione sui nostri tesori storici, artistici e geografici e di eventualmente esportarli attraverso il filmato, ma è anche quella di estendere la conoscenza e il peso culturale di un’epoca di enorme rilievo che, per la sua complessità, spesso viene purtroppo rimossa dal grosso pubblico locale.
     La Messa dello Spadone di Cividale del Friuli e la rievocazione storica che segue, richiamano da molti anni un  foltissimo pubblico eterogeneo che “vive” ammirato la maestosità dell’ evento: il compito di un importante contributo filmico è quello di spiegare con chiarezza perché per esempio, questa eminente figura patriarcale: Marquardo, un Vescovo della Chiesa, durante la celebrazione solenne della messa per la sua elezione a Patriarca, sollevi virilmente una spada nuda e non un calice benedetto… 
     E’ anche quello di chiarire quali eventi storici hanno portato il Patriarca di “Aquileia” a risiedere invece a Cividale o a Udine; se il patriarcato era conseguenza o no di uno scisma; o perché la Chiesa godeva nelle nostre terre di un Principato governato per tanti secoli da vescovi che avevano anche pieni e immensi poteri temporali, o perché, pur avendo avuto un’ intensa e fondamentale storia medievale, non rimangono castelli integri sul nostro territorio, ma solo ruderi o ricostruzioni.
     Le curiosità, i dubbi e i fraintendimenti sono molti. La funzione di un filmato del genere è anche quella di rendere in modo chiaro e “prensile” le conoscenze di base di un’epoca fondamentale della nostra storia, di essere strumento d’ impatto immediato nel sollevare la necessità di approfondimento nei fruitori e di essere utile strumento didattico (superfluo ricordare quanto gli Istituti Scolastici reclamino continuamente i supporti audiovisivi…).
     I figuranti del Gruppo Storico Cividalese, che reciteranno in qualità di “comparse” in questo filmato, hanno già vissuto in passato un’ importante esperienza audiovisiva.
     Ci riferiamo al successo del filmato “LA CERIMONIA”, mediometraggio ambientato in epoca longobarda. Sono passati circa 15 anni, ma il pubblico non l’ha mai dimenticato. Sebbene a suo tempo furono diffuse migliaia di cassette audiovisive, molte sono ancora oggi le richieste di copie in VHS  e DVD.
     L’ impatto di una scena ben costruita, sia dal punto di vista della fedeltà storica che dal punto di vista spettacolare, colpisce indelebilmente e suona corde che nessun altro mezzo di comunicazione può mai sollecitare con maggiore forza espressiva ed evocativa.


...alcune scene del filmato...

 LA STORIA
(Sintesi dei punti salienti del soggetto filmico)

     Intrighi e lotte per la supremazia dei vari feudi e castelli del Friuli sconvolgono il territorio: durante il suo patriarcato, Marquardo, considerato uno dei migliori prelati della Germania, riuscì a tenere lontane molte guerre dal Friuli, grazie soprattutto alla sua abilità diplomatica.

     Nell’ estate del 1368 Marquardo (che aveva studiato diritto canonico a Bologna dal 1317 al 1322) formulò un corpo legislativo uniforme per tutto il Friuli, noto come il “COSTITUTIONES PATRIAE FORI JULII”, leggi che rimasero in vigore fino al 1797.
     (Il 23 aprile 1366 fu portata in discussione “la riforma del giudizio da ristabilire in modo di por fine ai cavilli e di fare giustizia buona e celere…”.
     Tra le tante riforme, Marquardo propose al Parlamento anche l’abrogazione del costituto per cui le figlie erano escluse dalla successione legittima).

     Il suo cancelliere Odorico Susanna stilò, per suo incarico, il repertorio dei documenti relativi ai diritti patriarcali (
pubblicato dal Bianchi a Udine nel 1847 nel Thesaurus Ecclesiale Aquileiensis).
     Nel 1381, alla sua morte avvenuta probabilmente a Udine, finisce con Marquardo la dinastia dei grandi patriarchi aquileiesi. 

     Alla morte del patriarca Ludovico Della Torre, Carlo IV – imperatore del Sacro Romano Impero – comprendendo che  il patriarcato di Aquileia necessitava al suo vertice di un uomo energico e preparato, riuscì a far prevalere il suo candidato: lo svevo Marquardo Von Randeck (Vescovo di Augsburg-Augusta), suo personale collaboratore e suo cancelliere imperiale.
     Marquardo accompagnò Carlo IV in Italia nel 1354-55. E nel corso di questo viaggio ebbe occasione di passare in Friuli. Fu presente a Roma all’incoronazione imperiale e poi difese Carlo IV a Pisa, in occasione della sommossa sanguinosa dei Raspanti e dei Gambacorti: l’imperatore gli conferì per gratitudine un’ulteriore carica, quella di suo capitano generale.
     La linea politica di Marquardo, che era anche uomo con grande esperienza d’arme, rispecchiava le volontà di Carlo IV: privilegiare cioè l’asse transalpino, evitare scontri con i principi tedeschi, cercare di dissipare le guerre intestine, i tradimenti e gli scandali
(scriveva lo storico bavarese Josef a proposito della rissosità dei nobili friulani: “Non si trova un altro Paese dell’Impero germanico …dove l’illegalità, l’amor delle risse ed il disprezzo d’ogni autorità siano stati un male così diffuso tra i nobili, come in Friuli dal secolo XIII fino al tempo in cui la signoria di Venezia abbatté il patriarcato…Difatti in nessun luogo (dell’impero) tanti castelli furono distrutti, rifabbricati e poscia di nuovo atterrati; in nessun luogo tante teste di signori caddero sotto i colpi della mannaia…”…).
    
 Marquardo celebrò la sua prima messa solenne in Aquileia il 19 aprile 1366.
     A Cividale entrò il 7 giugno dello stesso anno, accolto con grandi onori dalla città. Per l’occasione venne convocato il parlamento. I signori donarono al Patriarca i prodotti della terra, ponendo a suo servizio le gastaldie e i feudi. In quei giorni si ebbero anche alcune importanti reinvestiture di feudi. Marquardo investì Bello, Castone, Francesco e Federico di Savorgnano, Simone di Cuccagna, Andrea di Attimis, Olvardino di Maniaco, Guglielmo di San Daniele, Rizzardo di Castello, Nicolussio e Mainardo di Villalta, Bertoldo e Peleo di Moruzzo e Giuliano Brugno.
     Trovando un Friuli sconvolto dalle disastrose scorrerie di armi, Marquardo cercò in tutti i modi possibili di far rinascere il prestigio del Patriarcato di Aquileia e ci riuscì, pur trovandosi invischiato nell’estenuante pressione veneziana
(si preannunciava la fine, datata 1420, dello Stato Patriarcale Friulano che, permeato di culture diverse: la germanica, la slava e la latina, aveva invece alle sue stesse radici una vocazione- diremmo oggi- “europea”.
     Succede a Marquardo, il Patriarca Ludovico di Teck che oppose una disperata ma inutile resistenza a Venezia.
     Dissolto il potere temporale, ma mantenendo comunque l’ampia giurisdizione ecclesiastica, la chiesa di Aquileia avrebbe potuto ora svolgere meglio almeno il suo compito religioso e benefico. Avrebbe potuto dare unità alle genti e alle terre che per secoli aveva riunite. Invece i nuovi patriarchi furono scelti esclusivamente fra le famiglie patrizie venete, e abitarono lontano sia da Aquileia che dal Friuli.
     Inevitabilmente il 1420 segna l’inizio del declino economico del Friuli gravato anche dalle invasioni turche che ne devastarono ripetutamente la pianura).

     Il patriarcato di Marquardo rimane fortemente influenzato dalle volontà di Carlo IV che non smise mai di cercare un equilibrio tra l’anima slava della sua gente e le pretese egemoniche germaniche, le quali avevano comunque saputo garantire uno stato amministrato da un’efficiente burocrazia di stampo teutonico.

MARQUARDO E IL PERIODO AUREO
     L’epoca di Marquardo corrisponde al “periodo aureo” del dominio patriarcale e con esso dell’indipendenza del Friuli. In questa fase storica, il Patriarca di Aquileia, come principe temporale, era soggetto solo all’imperatore del Sacro Romano Impero ed aveva la piena sovranità dei suoi territori, deliberava quindi sia in politica interna che estera, giudicava in maniera feudale e sentenziava in appello tanto le cause civili che quelle delittuose, batteva moneta con il proprio nome, riscuoteva imposte e censi, comandava l’esercito, decideva insomma le guerre e la pace…
     Come autorità ecclesiastica era soggetto direttamente al Papa e aveva giurisdizione su tutti i Vescovi di Venezia e dell’Istria. Il  patriarca veniva eletto dal Capitolo (collegio di canonici) di Aquileia. Riceveva dal Papa l’investitura canonica e dall’imperatore l’investitura feudale. L’investitura ecclesiastica avveniva solitamente ad Aquileia con grande fasto di cerimonie, mentre l’investitura temporale aveva luogo a Cividale (al momento culminante, il Patriarca seduto sulla cattedra marmorea al centro dell’abside, riceveva dall’imperatore o ad un suo delegato una spada nuda, che egli riponeva nella guaina).
     Il patriarca, come in genere i sovrani feudali, si spostava con la sua corte attraverso tutto il territorio governato, dimorando nei palazzi di sua proprietà, oppure ospitato nei castelli dei nobili alleati. La sede comunque più stabile e frequentata da Marquardo risulta essere quella di Cividale.

 NEL 1348 un forte terremoto ad Aquileia danneggiò gravemente la basilica, Marquardo la fece ricostruire nell’aspetto attuale ( in stile gotico) e portò anche a termine i lavori dei precedenti patriarchi.
     (già nel 1031 il patriarca Poppone riconsacrava la basilica, distrutta dalle invasioni degli Avari e degli Ungari. Inizia con Poppone la stirpe di patriarchi di origine germanica). 

NEL 1368 l’imperatore Carlo IV raggiunse per la seconda volta Udine, dove venne ospitato da Marquardo. Tra il numeroso seguito imperiale c’era anche il poeta Francesco Petrarca.

NEL 1380 Carlo Zeno ammiraglio della flotta veneziana riprende l’assedio della fortezza di Marano (molto ambita dalla repubblica di Venezia) con continui e sanguinosi combattimenti. Le truppe patriarcali, che potevano contare sull’aiuto di numerosi e forti alleati, riuscirono a circondare i veneziani, i quali poterono mettersi in salvo, attraversando con mezzi di fortuna la laguna e raggiungendo così la flotta che era in mare aperto. Zeno lasciò sul suolo maranese 40 morti e più di 200 feriti. Respinto anche questo attacco, la fortezza rimase sempre più saldamente nelle mani di Marquardo. L’importanza di Marano non consisteva soltanto nell’essere un utile porto di rifornimenti: era anche una postazione particolarmente strategica. (nel 1378/81 Marquardo partecipò come membro della lega anti veneziana alla cosiddetta guerra di Chioggia, che fu un duro colpo per la potenza marinara della Serenissima. L’intervento patriarcale è giustificato dal fatto che Venezia osteggiava in tutti i modi anche l’attività commerciale del Friuli).
     Il 7 ottobre 1380 Marquardo scriveva: “… i capitani veneziani aggravano in molti modi la Chiesa di Aquileia ed i suoi sudditi con incendi, spogliazioni, rapine e particolarmente nelle terre dell’Istria … servendosi di grandissimo apparato di galee…”.
     (Nel 1380, nella lotta contro Venezia, l’esercito patriarcale diede anche un decisivo aiuto a Trieste). 

IL 3 gennaio 1381 Marquardo muore a Udine. Il giorno 7 fu portato ad Aquileia per la sepoltura.
     Scrive il cronista storico Giovanni di Ailino: “ a tutti: nobili, poveri, vedove, orfani e pupilli fu sempre benigno, pio, misericordioso… l’iscrizione sulla tomba lo esalta come uno dei luminari della sua epoca”.
     Scrivono ancora i cronisti dell’epoca:
“… Marquardo difese in tutti i modi il valore friulano contro Venezia, ma non poté procurare alla Patria i soliti vantaggi desiderati: Venezia convenne che non bastava più vivere d’accordo con i friulani, ma che era necessario sottometterli del tutto ai suoi interessi. E, a questo scopo, un po’ alla volta ma con imperturbabile costanza, indirizzò la sua politica.  Soprattutto dopo la morte di Marquardo Von Randeck, grande patriarca di Aquileia…”. 

SINOSSI

Siamo nel 1380, è il preludio della fine del Patriarcato aquileiese di Marquardo Von Randek,.

La scena iniziale trova il Patriarca appena dopo la battaglia di Marano Lagunare. Sul campo lambito dal mare, molte sono le vittime… Il suo esercito ha vinto. Il nemico sconfitto, il veneziano Zeno – ammiraglio della flotta della Serenissima – per mettersi in salvo è fuggito con i suoi uomini superstiti, attraversando la laguna con mezzi di fortuna.

Marquardo è dilaniato da un dolore profondissimo. Lo strazio che ha lasciato la battaglia di Marano, porta con sé anche il disperato presagio del tramonto della storia del Patriarcato.

Il grande giurista svevo, mai come in questo memento -nonostante da questa battaglia ne sia uscito vincitore- avverte la forte sensazione che “la Patria” è destinata a soccombere alle sempre più aggressive pressioni e offensive di Venezia…

Marquardo è un abile uomo d’arme, un insigne esperto di diritto, ma …è anche un uomo della Chiesa: una parte di sé è mistica… profondamente spirituale. Giunto al crepuscolo della sua vita, sente riaffiorare quella contraddizione che in ogni battaglia lo ha tormentato: quel sentimento d’estrema e ineluttabile difesa del suo principato e il peso degli eccidi e massacri che ha comportato. Ancora per questa volta ha vinto eroicamente una battaglia sul campo, ma … quale sarà il vero prezzo?

Chiede ai suoi attendenti di essere lasciato solo, in silenzioso raccoglimento.

Durante la meditazione, vede passare davanti ai suoi occhi gli avvenimenti  e le grandi conquiste che più hanno segnato i suoi15 anni di Patriarcato… … … …

Da questo momento il docu/fiction ripercorre alcuni episodi che hanno caratterizzato la permanenza di Marquardo in terra friulana, rendendo in modo chiaro la complessità degli eventi e del relativo significato.

Sono state previste nel filmato molteplici dichiarazioni di studiosi specialisti di storia patriarcale, che si alternano alle ricostruzioni fiction. 

Tra i sostenitori del progetto (Club UNESCO di Aquileia, Fondazione Luigi Bon, Teatro Luigi Bon, FILM COMMISSION Friuli Venezia Giulia, Regione Friuli Venezia Giulia – Assessorato alla Cultura, Fondazione CRUP, ecc.)  IL VOLO DELL’AQUILA  annovera diversi professionisti accreditati dell’audiovisivo, del campo della competenza storica e della competenza scenica  rievocativa.


...un flash sul pubblico e sugli ultimi interventi...