nuove dal friuli e dal mondo

Colonia Caroya (Argentina) - Udine, 14 Marzo 2008

Convegno “Lingue minoritarie, media, emigrazione II”, organizzato dalla Comunità Collinare del Friuli con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia e la collaborazione della cooperativa Informazione Friulana, che si è svolto venerdì 14 marzo a Colonia Caroya in Argentina.

  Convegno su lingue minoritarie, media e emigrazione

Da Colonia Caroya esperti e rappresentanti di enti friulani e argentini
concordi: «Utilizzare le nuove tecnologie per realizzare un Friuli “in rete”»


 Luca Peresson, Paolo Cantarutti e Alessandro Carrozzo

 Un “borgo digitale” dove i friulani, da diverse parti del mondo, si sono confrontati sulla necessità di una comunicazione attiva “da”e “verso” l’emigrazione. Non una chimera, ma una possibilità concreta, e a costi contenuti, sfruttando le potenzialità delle nuove tecnologie e forme di comunicazione, che permettono di interagire con tutti, dappertutto. È quanto emerso dal convegno “Lingue minoritarie, media, emigrazione II”, organizzato dalla Comunità Collinare del Friuli con la collaborazione organizzativa della cooperativa Informazione Friulana (già promotrici di un incontro sullo stesso tema a Colloredo di Monte Albano nel 2007) e il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia, che si è svolto venerdì 14 marzo nella sala cittadina Bodega La Caroyense a Colonia Caroya in Argentina, città a nord di Cordoba, fondata nel 1878 da un gruppo di famiglie friulane.

Nel corso dell’incontro-dibattito, aperto dai saluti di Rodolfo Visintin, sindaco di Colonia Caroya, di Elia Tomai, consigliere della Comunità Collinare del Friuli con delega alla Cultura, e di Santiago Lauret, di Bodega La Caroyense di Colonia Caroya, e che ha visto la partecipazione di numerosi esperti e rappresentanti di istituzioni friulane e argentine e di associazioni di emigranti, è stato evidenziato come i nuovi media, internet in particolare, permettano e sollecitino partecipazione. È allora possibile progettare un Friuli “mondiale”, un Friuli “in rete”, nel cui ambito le diverse comunità possano interagire in una rete di relazioni, possano produrre e scambiare contenuti, esperienze, informazioni e progetti con continuità? Affermativa la risposta dei relatori. «C’è una grande domanda di comunicazione», ha rilevato Luca Peresson, esperto di nuove tecnologie e presidente del Centro Friûl Lenghe 2000. «I nuovi strumenti già oggi contribuiscono al mantenimento di legami tra la Piccola Patria e le comunità friulane sparse in ogni angolo del mondo, al potenziamento delle reti relazionali, ad una comunicazione più efficace». Lo stesso convegno in terra argentina ne è stato un esempio concreto, visti i numerosi interventi in videoconferenza dal Friuli, dal Canada, dalla Repubblica Ceca e dalla Germania e la possibilità di seguire i lavori da tutto il mondo in diretta attraverso il web (su www.friul.tv) e in streaming su Radio Onde Furlane, nonché di confrontarsi sui temi trattati grazie ad un forum di discussione sulla rete (ancora aperto alle considerazioni di chi è interessato all’argomento) all’indirizzo: http://lenghisminoritarismediaemigrazion.wordpress.com

Nel “paese virtuale” i friulani si incontrano, dunque, quotidianamente. «Sono informati su quanto succede nella terra di origine (merito di televisione satellitare, web, radio on line…), possono collaborare a distanza a progetti comuni, possono fare rete». Certo, ha rilevato Peresson, «si può fare di più e meglio», sollecitati anche dalla consapevolezza che i nuovi media permettono di allacciare contatti con i nipoti e pronipoti degli emigranti, che, sempre più spesso, ripercorrono un tragitto attraverso le radici, riavvicinandosi alla cultura e alla lingua dei nonni. Resta da decidere quali siano le strategie di comunicazione più opportune, «per poi attivarle», e resta da chiarire come cambi, in questa prospettiva, il ruolo delle associazioni storiche degli emigranti. Per Claudio Violino, consigliere regionale del Friuli Venezia Giulia, «le condizioni sono mature per un rapporto non solo culturale con le comunità di friulani nel mondo, ma anche socio-economico. I sodalizi di corregionali all’estero dovrebbero – ha precisato – promuovere i prodotti friulani nel mondo, anche grazie all’apporto dei nuovi media». Elvio Ruffino, presidente dell’Alef Friuli Venezia Giulia, condividendo l’importanza dei temi trattati, ha ammesso il ritardo nell’azione delle associazioni per i migranti. Giorgio Santuz, presidente dell’Ente Friuli nel mondo, nonostante avesse garantito la propria presenza, non ha partecipato al convegno.

Quale il ruolo della Regione Friuli Venezia Giulia nella gestione del collegamento tra comunità di migranti e terra di origine? «Quello di sostenere economicamente e moralmente questa rete», ha affermato Paolo Menis, consigliere regionale del Friuli Venezia Giulia.

«Non si può fare una buona politica di tutela delle minoranze linguistiche, senza tener conto che una parte delle comunità che appartengono a quelle minoranze vivono fuori dal territorio di origine», ha osservato Marco Stolfo, direttore del Servizio Identità linguistiche, culturali e corregionali all’estero della Regione Friuli Venezia Giulia, chiudendo il convegno dal Friuli. Stolfo ha evidenziato che «la rete intesa soltanto come strumento non è abbastanza. Servono – ha aggiunto – contenuti interessanti, perché si possa parlare di una vera comunità in rete, di gente che cerca di costruire qualcosa in comune, usando le nuove tecnologie».

In conclusione, attraverso i nuovi mezzi di comunicazione si accede a strumenti originali che possono facilitare e rafforzare i legami di cultura e lingua tra la terra di origine e i luoghi della diaspora. Strumenti che smentiscono la nota teoria dell’omologazione da villaggio globale in favore di una condivisione delle esperienze che valorizza il ruolo delle piccole comunità. Ma, ha ribadito Stolfo, serve «maggiore consapevolezza ed operatività».

Comunità Collinare del Friuli
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