nuove dal friuli e dal mondo

S.Giovanni al Natisone, 1 Dicembre 2006
Auditorium della Scuola Media

Presentazione del video
Striis

Quando un video diventa magia
 

regia: Giancarlo Zannier, Galdino Zuliani
sceneggiatura: Paola Lirusso, Giancarlo Zannier, Galdino Zuliani 
musica originale e suoni: Claudio Parrino
interpreti principali:
Katia Cumini, Giuseppe Morellato
altri interpreti:
Bruna Chiuch, Anna Iussa, Atonia Vogrig, Lidia Zabrieszach, Giancarlo Zannier, Loreta Zuccolo 

produzione: Laboratorio Audiovisivi Friulano
www.laboratorio-audiovisivi-friulano.it


Il saluto del Sindaco e la presentazione del regista...

Il video che abbiamo realizzato non parla propriamente delle streghe, ma del senso magico che indugia in ciascuno di noi e da sempre ci accompagna.

Nella prima parte
la ricerca.  Un insegnante universitario e la sua allieva. Uno scenario di quadri d’epoca , sostano, penetrano il nostro immaginario seguito dalla spiegazione antropologica del mito agane / krivapete. Dal punto di vista visivo i quadri rappresentano il passato a cui aggrapparci per ritrovare le sensazioni magiche. Volti di uomini, di donne, occhi chiusi al presente ma che conservano  segreti misteri…un lampadario  come fonte di luce per scrutare quei visi.
La studentessa, ricercatrice forse di sè, forse del suo mondo magico interiore, ascolta e osserva. I registi giocano con le immagini: piedi, volto che mima i volti, sguardo che mima gli sguardi dei dipinti; giocano con l’insegnante che, sì, è preparato, ma è anche coinvolto nella sua/nostra fantasia.
 


 

Nella seconda parte un gruppo di donne, prese dai loro piccoli lavori domestici, s’incontrano con la ricercatrice in una minuscola piazza di paese. In un’aurea di mistero la studentessa osserva quei volti di donna, ascolta i racconti che fanno sulle krivapete. Questa parte è caratterizzata dall’ascolto. L’ascolto per risvegliare il mito. Le narrazioni scorrono fluide, “chiacchiere”  in lingue diverse: friulano, sloveno, italiano, si incontrano a svelare il mistero tramandato dall’immaginario femminile. Parole che come un filo di lana si allungano e, dal passato arrivano fino a noi per risvegliare e far rivivere quel sentimento nascosto... la magia.

Il capitolo si chiude con l’arrivo/passaggio di un personaggio misterioso: un pittore attraversa il campo visivo del gruppo femminile, interrompe il pensiero per immergerlo nel profondo silenzio della magia, per trasportarci ai luoghi della realizzazione, visiva, ma anche interiore…il bosco. Qui, i registi, attraverso questa figura, impongono la loro presenza nel gruppo. Quasi a ricordare che sono loro gli artefici del gioco magico. Sono gli artisti: pittore, regista, poeta, musicista, ballerina, attori etc. che rinnovano il gioco della rappresentazione. Il gruppo femminile accetta e osserva il suo passaggio mentre si avvia nel bosco. 

   

 

Nella terza parte la magia si compie nella trasformazione. Dopo la ricerca, dopo l’ascolto, avviene la trasformazione con la danza e recita della krivapeta. Immagini spezzate , ridotte a brandelli e ricucite su un tessuto ricreato e adattato ai giorni nostri. Flash intensi e coinvolgenti. La ricercatrice/krivapeta, pienamente partecipe nella metamorfosi, esce allo scoperto e mostra la sua interiorità, il suo femminile. Sulle parole della poesia , sulla calda recitazione, sulle musiche che fanno da collante al puzzle creato…la danza si snoda fino alla chiusura del rogo.  La krivapeta brucia ma, sempre per ritornare alla rinascita.