nuove dal friuli e dal mondo

Villacaccia di Lestizza, 14 Agosto 2006
associazione culturale colonos


Presentato il film di Remigio Romano
l'amôr nol è brût di verzes

In occasione della tradizionale "Madone di avost", ora chiamata ferragosto, l'associazione culturale Colonos ha proposto nell'ambito di Avostanis una novità cinematografica. Lunedì 14 agosto alle ore 22 nell'aia dell'azienda agrituristica di Villacaccia si è tenuto il battesimo ufficiale del nuovo film in lingua friulana intitolato "L'amôr nol è brût di verzes" (lo scorso anno era stata la volta del mitico "Star trec, chel just"). Si tratta di una commedia popolare, realizzata grazie all'estro creativo di Remigio Romano che ha curato il soggetto e la sceneggiatura valendosi anche della collaborazione di Massimo Garlatti Costa e Pierino Sappa, e ha affidato il compito di creare le musiche originali a Ivan Maroello.
La storia, che è stata girata sul set di Coderno con attori locali non professionisti, è esilarante e ha come sfondo lo storico rapporto di conflittualità tra friulani e triestini, con il trasferimento di una famiglia triestina nel piccolo paese del medio Friuli, proprio nel momento in cui i friulani sono alle prese con un referendum che chiede il trasferimento del capoluogo regionale a Udine. Il quadro si complica perché nasce una storia d'amore tra un giovane del paese e la bella ragazza triestina.
Remigio Romano, che con i suoi 20 anni di esperienza nel settore, è uno dei più qualificati videomaker regionali, ha al suo attivo come operatore e regista collaborazioni con diverse emittenti televisive, anche straniere, ma soprattutto con la Rai regionale. Al Festival dal Cine Furlan organizzato dal CEC, nel 1997 ha vinto con "Il purcit", su un testo di Mauro Corona tradotto in friulano da Federico Rossi, e nel 2003 con "No atu mai pensât di sposâti in comun?", moderna storia dei promessi sposi ambientata sempre a Coderno e trasmessa per ben due volte dalla Rai regionale con un altissimo indice d'ascolto.
La serata è stata animata da Claudio Moretti, cui ha spettato il compito di presentare i protagonisti e gli operatori del film, e secondo la migliore tradizione colonica si è concluso alla mezzanotte con la "anguriade e vinbrulè par ducj".

Anche se già alle ore 20.00 era tutto pronto per la proiezione nel cortile dei Colonos, un temporale che si divertiva a roteare tra i paesi della "bassa furlana", all'ultimo momento ha costretto gli organizzatori a trasferire velocemente le apparecchiature sotto la loggia...



...l'introduzione alla serata di Claudio Moretti...
...cal è come il vin... diventant vecjo el migliore...


...le prime sequenze del film ed i due protagonisti principali...


dopo la proiezioni sono stati consegnati gli ambiti premi (la sedon d'aur) ai principali
protagonisti presenti, cominciando da Ivan Maroello per la bellissima colonna sonora...


...al regista il premio più "consistente" (la pignate d'aur)...


...e alla fine, meritati applausi per Gianfranco, il tecnico del suono
che ha fatto i salti mortali per la perfetta riuscita della serata...

Sulle strade della commedia
La strada per Coderno è semplice: proseguite dritti, girate a destra e poi la prima a sinistra. Se non siete del posto però, scoprirete quanto è difficile arrivarvi. Coderno è il luogo nel quale è ambientata la vicenda al centro dell’ultimo film di Remigio Romano, L’amôr nol è brût di verzes, che sarà proiettato ai Colonos di Villacaccia di Lestizza lunedì 14 alle 22. La storia nasce dall’intrecciarsi di tre vicende che vertono su un unico tema, i rapporti ancestralmente difficili tra friulani e triestini. La realtà quotidiana di un periferico paesino friulano è sconquassata dall’arrivo di un “ciclone”. Alla vigilia del referendum per Udine capitale regionale, una famiglia triestina si trasferisce a Coderno, con al seguito le tre belle figlie che, per la gioia del padre, parlano solo furlano. Il figlio di uno dei sostenitori più convinti del “sì” si innamora, ricambiato (?), di una delle mule, la quale diventa croce e delizia sua e del suo papà.
Il tema non è certo dei più freschi: quanti film e filmetti si sono arrovellati in passato sulla dualità Udine-Trieste? Troppi. Questa volta però è diverso, perché il regista abbandona la superficialità media delle produzioni locali. Il merito è in gran parte della sceneggiatura, scritta dallo stesso Romano assieme a Massimo Garlatti Costa, Pierino Sappa e Marco Del Zotto: l’intreccio finalmente non è soltanto un pretesto per l’affastellarsi di gag e di battute volgari rivolte indistintamente ai corregionali di Trieste, la storia non è asservita agli sketch e ai calembour, nonostante non rifugga da un po’ di sana trivialità. Anzi, la vicenda è capace di reggere bene l’ora e mezza di durata durante la quale, a dire il vero, ci si annoia in rare occasioni.
La recitazione degli attori è quasi sempre credibile, nonostante l’amatorialità degli interpreti. “Gli attori sono presi dalla strada - conferma Romano -. Questa scelta ha permesso di ottenere una recitazione spontanea e molto naturale. In molti casi, addirittura, sono chiamati a recitare se stessi”. Notevole è la cura per i dettagli - non caso c’è voluto più di un anno per la realizzazione -, rivelatrice della decennale esperienza del regista con la macchina da presa. Romano, infatti, ha lavorato per la Rai regionale, realizzando diversi documentari, pur coltivando parallelamente la passione per la fiction, e aggiudicandosi per ben due volte (nel 2003 e nel 1997) il premio della Mostre dal cine furlan.
Il risultato è questa pellicola leggera e divertente, che è anche un ritratto abbastanza fedele della popolazione locale: ci sono gli sfegatati tifosi dell’Udinese (riconoscibili dalla maglietta di Bierhoff indossata d’estate e d’inverno, oltre che dai litri di birra trangugiati); c’è il capo-famiglia tipo, uomo tutto d’un pezzo, rigorosamente “non studiato”, che bada al sodo e non al “brodo di verze”; e c’è la moglie, sorta di angelo, paziente, sottomessa e casalinga. A sostenere il ritmo della narrazione ci pensa la colonna sonora di Ivan Maroello (compositore che ha da poco pubblicato l’ultimo album Metamorphosis ed è fidato collaboratore di Romano), suggestiva oltre che molto pulita: la registrazione non a caso è avvenuta agli studi ArteSuono di Stefano Amerio.
L’amôr nol è brût di verzes è una commedia divertente, che possiede tuttavia una morale di fondo. Secondo le intenzioni dell’autore, “non individua né vincitori né vinti”, sfiorando con leggerezza temi importanti - amore, famiglia, lavoro -, rendendo sinceramente e in maniera non retorica l’attaccamento al Friuli e alla sua gente. La strada per Coderno è semplice: proseguite dritti, girate a destra e poi la prima a... La strada per Coderno è anche tortuosa, perché Coderno probabilmente è una sorta di luogo dell’anima. Chiunque volesse andarci troverà la sua via.
(Monica Baulino – Il Friuli)

Un mio commento finale... un film divertentissimo per chi conosce il friulano, specialmente della zona di Coderno e dintorni, con battute in gergo friulano molto allusive, ma che non sconfinano mai nella volgarità e nel cattivo gusto. Per informazioni sul DVD o videocassetta, contattare: montegane@hotmail.it