nuove dal friuli e dal mondo

Trieste, 1 Aprile 2006
 
ARCAT-FVG
ASSOCIAZIONE REGIONALE DEI CLUB DEGLI ALCOLISTI IN TRATTAMENTO

6° CONGRESSO REGIONALE DEI CLUB DEGLI ALCOLISTI IN TRATTAMENTO
DEL FRIULI VENEZIA GIULIA
 

Attualmente in Friuli Venezia Giulia ne esistono ben 266 che coprono tutto il territorio regionale e coinvolgono circa 2.500 nuclei familiari. Si tratta dei Club degli alcolisti in trattamento (Cat), dove settimanalmente le famiglie si incontrano per affrontare i problemi alcolcorrelati e migliorare, più in generale, la qualità di vita dei propri membri.
     Obiettivi senza dubbio non facili soprattutto se si considera che - come sostiene il professor Vladimir Hudolin in una delle sue opere più importanti "Sofferenza multidimensionale della famiglia" del 1995 - “il bere alcolici nelle forme più diverse è accettato dalla società, tanto più se si considera che nelle comunità con un consumo elevato di alcol pro capite, e tali sono le comunità mediterranee, circa il 40% dei maschi adulti hanno qualche problema alcolcorrelato, e non sono certo tutti alienati ed esclusi dalla comunità.” Un dato che vale senza dubbio anche per la nostra regione.
     Eppure il lavoro, spesso invisibile, compiuto dai Club - "importati" nel nostro Paese dalla Croazia nel 1979 dallo psichiatra Vladimir Hudolin, artefice del rivoluzionario approccio ecologico-sociale ai problemi alcolcorrelati, nei quali lavorano oggi i servitori-insegnanti preparati e continuamente aggiornati - ha dato e continua a dare ottimi risultati. Basti pensare che l'opera dei Cat e l'organizzazione di Corsi di sensibilizzazione nelle comunità locali hanno contribuito in qualche misura negli ultimi anni in Italia al processo di riduzione dei consumi di alcol di oltre il 35%, secondo gli indirizzi dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.
     Proprio per far conoscere sempre più all'opinione pubblica la filosofia che guida i Cat (riuniti in Friuli Venezia Giulia in 21 associazioni locali, le Acat) e le iniziative svolte, l'Arcat Fvg, l'associazione regionale che li raggruppa tutti, ha organizzato - insieme al Centro servizi volontariato Friuli Venezia Giulia e con il patrocinio della Regione, delle quattro Province, di tutti i Comuni della regione e dell'Accri (associazione di Cooperazione cristiana internazionale) - il 6° Congresso regionale dei Club degli alcolisti in trattamento del Friuli Venezia Giulia dal titolo "Responsabilità amore solidarietà secondo l'approccio ecologico sociale", che si è tenuto sabato 1 aprile  alla Stazione Marittima di Trieste.

A.R.C.A.T. F.V.G.
ASSOCIAZIONE REGIONALE DEI
CLUB DEGLI ALCOLISTI IN TRATTAMENTO 

CHI E'?
L'ARCAT FVG è l'associazione regionale che comprende i 266 Club degli alcolisti in trattamento (CAT) del Friuli Venezia Giulia, raggruppati in 21 associazioni locali ACAT: Basso Isontino, Carnica, Cervignanese, Cividalese, Codroipese, Fagagnese, Gemonese, Goriziana, Latisanese, Livenza, Maniaghese, Palmarina, Pordenonese, Pordenone Nord, Pordenone Sud, Sanvitese, Sandanielese, Sangiorgina, Spilimberghese, Triestina, Udinese. A sua volta, l'Arcat Fvg fa parte dell'Associazione italiana dei Cat (AICAT). I Club sono presenti inoltre in 33 paesi del mondo, distribuiti in tutti i continenti. 

DOVE SI TROVA
La sede dell'ARCAT FVG è a Basaldella (Ud) in via Zugliano 3.
Tel. 0432 562618 - Fax 0432 568205 - Cell. 335 244550
e-mail:
arcatfvg@inwind.it 

LA FILOSOFIA
In Friuli Venezia Giulia i CAT operano in collaborazione con i servizi sociali e sanitari pubblici, gli enti locali e molte associazioni di volontariato. Sono impegnati nella protezione e promozione della salute e nel cambiamento della cultura sanitaria e generale, proponendo anche programmi di formazione e sensibilizzazione della comunità.
Il primo CAT arriva in Italia nel 1979 grazie a Vladimir Hudolin, psichiatra croato di fama mondiale, per circa trent'anni direttore della Clinica di psichiatria, neurologia, alcologia ed altre dipendenze presso l'Università di Zagabria e per lungo tempo consulente dell'OMS. Dedicò gran parte della sua attività allo studio dei problemi legati all'uso dell'alcol e di altre droghe iniziando nel 1964 ad organizzare programmi sia ospedalieri che ambulatoriali, ma con piccoli gruppi di alcolisti di Zagabria che chiamò, appunto, Club degli alcolisti in trattamento. L'aspetto rivoluzionario dell'approccio di Hudolin (confermato poi dagli indirizzi dell’OMS), definito ecologico-sociale, deriva dal fatto che non si occupa solo dell'alcolismo di poche persone, ma del bere di tutti. Il modello proposto dallo psichiatra interpreta, infatti, l'alcolismo né come un "vizio" né come una malattia, ma come un comportamento, uno stile di vita determinato da molteplici fattori sia interni che esterni. Tra questi ultimi, particolare importanza riveste la famiglia e la cultura generale e sanitaria delle comunità di appartenenza.  

I SERVITORI-INSEGNANTI E I CORSI DI SENSIBILIZZAZIONE
Agli incontri settimanali del CAT partecipa un servitore-insegnante, una figura chiave che ha il compito di favorire il processo di crescita e maturazione del Club. Tre volte all'anno in tre aree diverse della regione, le ACAT delle zone scelte e l'ARCAT FVG organizzano Corsi di sensibilizzazione di 50 ore che si svolgono dal lunedì al sabato e sono aperti a tutte le persone interessate compresi i membri di Club per approfondire le tematiche alcolcorrelate ed per rendersi disponibili a diventare servitori-insegnanti nei Cat. Nel 2005 sono stati 71 i corsisti che hanno frequentato questi corsi che si sono tenuti a Latisana, Udine e Monfalcone. Le ACAT e l’ARCAT inoltre organizzano quattro volte all’anno corsi di formazione permanente dei servitori-insegnanti, in zone diverse. Annualmente si organizza a Zovello, in Carnia, un corso residenziale di tre giorni per le famiglie dei CAT e i servitori-insegnanti, dedicato, di volta in volta ad un tema specifico.
Infine, si predispongono le Scuole Alcologiche Territoriali che prevedono tre moduli: il primo è rivolto alle famiglie appena entrate nei CAT per spiegare in un ciclo di 10 lezioni la funzione dei Club e l'approccio ecologico-sociale (in alcune Acat é organizzato in collaborazione con l'Azienda sanitaria), il secondo è per le famiglie che già da tempo fanno parte di un CAT, per un loro aggiornamento, mentre il terzo è rivolto a tutta la comunità locale (nei diversi paesi friulani si organizzano incontri aperti a tutta la popolazione per sensibilizzare le persone ai problemi alcolcorrelati e all’approccio dei Club).  

I RISULTATI DEI CAT IN ITALIA E GLI INDIRIZZI DELL'OMS
I dati misurati sull'astinenza delle famiglie frequentanti i CAT riportano una percentuale di successo tra il 73% e il 91%. Nei primi anni '90 l'Organizzazione mondiale della sanità aveva posto come obiettivo entro il 2000 una riduzione del 25% del consumo di alcol in tutti gli Stati membri. In Italia già a partire dal 1981 si è registrata un’inversione di tendenza dei consumi nella popolazione, raggiungendo una diminuzione pari al 35% nel 1996. Un dato indicativo, se si considera che l'approccio ecologico-sociale di Hudolin fu introdotto in Italia nel '79: appare evidente come ci sia un legame stretto fra l'introduzione dei CAT e la riduzione del consumo di alcol.
In molte aree il lavoro dei programmi territoriali per i problemi alcolcorrelati e complessi ha coinvolto più dell'1% dell'intera popolazione, raggiungendo in questo modo il livello indicato dal professor Hudolin come sufficiente per un reale cambiamento della cultura generale di una comunità. La praticità e il successo dell'approccio ecologico-sociale ha consentito ai CAT l'esportazione fuori dai confini nazionali; oggi sono diffusi, infatti, in molti altri paesi sia europei che extraeuropei. Per il 2015 l'obiettivo posto dall'OMS è altrettanto ambizioso: in tutti i Paesi della Regione europea il consumo pro capite di alcol non dovrebbe aumentare o superare i 6 litri all'anno e dovrebbe essere quasi zero nella popolazione sotto i 15 anni. Il consumo pro capite di alcol puro all’anno in Italia è oggi di circa 8 litri.