gnovis dal Friûl e dal mont

Messaggero Veneto del 12 Febbraio 2001

Commosso ricordo di Michelutti
Il consiglio provinciale ha commemorato il presidente della Filologica

(A.S.) Anche il consiglio provinciale riunitosi ieri mattina a Palazzo Belgrado ha voluto ricordare in avvio di seduta Manlio Michelutti, il presidente della Filologica Friulana scomparso improvvisamente domenica mattina. Una grave perdita per la cultura friulana che vede mancare un importante riferimento per tutto il Friuli. Questi sono i sentimenti che si potevano ieri raccogliere fra i consiglieri provinciali. «Una mancanza improvvisa, proprio ora che la lingua friulana aveva ottenuto, anche grazie al suo impegno, un riconoscimento ufficiale; proprio ora che il friulano si appresta a entrare nelle scuole, nelle sedi istituzionali, nella società civile come lingua d'uso e non come semplice riconoscimento formale slegato dalla realtà»: così ha voluto ricordare Manlio Michelutti l'assessore provinciale alla cultura Fabrizio Cigolot che ha anche riportato alla memoria dell'assemblea gli ultimi due convegni, l'uno al castello di Udine, l'altro in quello di Colloredo di Monte Albano, organizzati dalla Provincia ai quali lo scomparso aveva dato un contributo fondamentale. «Oggi il Friuli si sente più povero - ha concluso Cigolot -; la saggezza, la moderazione, il buon senso di Manlio Michelutti ci mancheranno, come il suo forbito e lessicalmente perfetto parlare friulano. E' improvvisamente venuta meno una persona nel pieno della sua attività culturale, sempre presente in tutte le iniziative che nella nostra realtà provinciale hanno avuto significato ed hanno costituito una vera promozione dell'identità friulana». Prima dell'assessore Fabrizio Cigolot il presidente della Società Filologica Friulana era stato ricordato anche dal Presidente del Consiglio provinciale Giovanni Pelizzo. 
 

La Filologica carnica in lutto per Michelutti

Dolore e commozione ha suscitato in Carnia la notizia dell’improvvisa e prematura scomparsa del professor Manlio Michelutti, presidente della Società filologica friulana.
«I soci carnici della Filologica piangono il loro presidente – ricordano in una nota i soci della sede della Carnia, inaugurata dallo stesso Michelutti il 9 novembre 1996 –, uomo e presidente brillante e impareggiabile oltre che grande amico della Carnia intera; personaggio di spicco, capace di trasmettere a tutti il proprio entusiasmo per la cultura friulana e per la “marilenghe”».
Il professor Michelutti era spesso presente in Carnia in occasione delle numerose manifestazioni culturali organizzate dalle associazioni locali, che spronava a continuare nella loro attività. Inoltre incoraggiava e appoggiava la sezione locale affinchè anche in Carnia si organizzassero ogni anno i corsi di lingua e cultura friulana per insegnanti di scuole materne, elementari e medie.

IL GAZZETTINO del 13 Febbraio 2001

Oggi a San Marco i funerali dello studioso morto all’improvviso. Tutti d’accordo sulla sua eredità: è stato un grande innovatore, il vero artefice dell’apertura dell’istituzione al dialogo con l’esterno

«Ci ha lasciato un friulano migliore»

Il ricordo del presidente della Filologica Michelutti. Il rettore Strassoldo: «Ha ammodernato la lingua»

Se su Internet si può dialogare in friulano, se la "marilenghe" può essere veicolo di comunicazione anche in un congresso scientifico e in un convegno economico, una parte del merito va a Manlio Michelutti. È durata meno di sei anni la sua presidenza alla Società filologica friulana, ma è stato un passaggio che lascia un segno profondo: «Ha migliorato il friulano di tutti noi», sintetizza il rettore dell'Università di Udine Marzio Strassoldo. Che spiega: «Il suo contributo alla conoscenza e allo studio del friulano è stato importante sotto diversi aspetti, ma l'eredità più importante è forse quella legata ai neologismi con i quali Michelutti ha arricchito la lingua friulana facendo sì che possa essere usata al di fuori dello stretto ambito familiare o paesano, in contesti diversi, per una comunicazione più "alta"».

Un friulano "nobile" e moderno quello di Michelutti, dunque, spogliato da inutili italianismi e restituito da un lato a una sua "purezza" originaria («quella che ormai si riscontra solo in certe comunità di emigranti», nota il rettore) e dall'altro a un uso più ampio, al passo con i tempi. Durante la presidenza di Manlio Michelutti sono state approvate due importanti leggi di tutela del friulano: prima, nel '96, quella regionale; poi nel '99 quella dello Stato, attesa per decenni dai friulanisti. E Michelutti - è opinione diffusa - ha saputo non solo cogliere queste opportunità allargando di molto il raggio d'azione della Filologica, ma anche imprimere una vera svolta, togliere un po' di muffa dalle stanze di un'istituzione che agli occhi di molti osservatori era stata per troppo tempo quasi ripiegata su se stessa, custode di una tradizione e di un sapere per pochi. Dialogo con gli altri enti e istituzioni, con l'Università, con l'Europa (Gianfranco Ellero e il vicepresidente per Gorizia Eraldo Sgubin ricordano il congresso di Klagenfurt). Anche il rettore sottolinea questi aspetti, soprattutto il gran lavoro sul territorio cominciato sull'onda del riconoscimento del friulano come lingua minoritaria ufficiale. Opinione condivisa da un altro friulanista e autonomista, il sindaco di Udine Sergio Cecotti: «Michelutti - osserva - ha fatto uscire la Società Filologica della torre eburnea, l'ha inserita in un movimento più generale di riconoscimento delle specificità culturali friulane. Lascia un grande vuoto; ricordo tra l'altro che faceva parte della commissione toponomastica del Comune di Udine e anche sotto questo profilo per noi è una grande perdita. Io spero - conclude Cecotti - che la Filologica prosegua il suo cammino sulla strada di grande apertura aperta da Michelutti».

E il sociologo Raimondo Strassoldo sottolinea con decisione i meriti "politici" di Michelutti: «Per la Società Filologica il problema dell'identità culturale friulana era quasi un tabù. Qualcosa era cambiato con Mizzau, me in fondo lui apparteneva all'italianissima Dc. È stato solo con Michelutti che si è iniziato il processo di transizione da ente che si gloriava della sua apoliticità (anche se i suoi presidenti prima di Michelutti venivano dalla Dc) a istituzione che dialoga e si fa carico delle politiche per la friulanità. Il presidente scomparso ha iniziato un processo, che però dovrà essere completato».