Un “Fogolar furlan”
del Veneto orientale è stato fondato tra il Livenza e il Tagliamento,
per assecondare il bisogno di trovarsi insieme e la voglia di
difendere le proprie tradizioni di un gruppo di cittadini della fascia
di confine tra il Friuli-Venezia Giulia e la regione confinante.
A creare il sodalizio sono stati alcuni amici di Teglio Veneto, San
Michele al Tagliamento, Gruaro, Fossalta di Portogruaro e altri paesi
limitrofi, con il desiderio di salvare la cultura popolare e
soprattutto il dialetto di questi centri che appartiene soprattutto al
ceppo del friulano occidentale, minacciato da un fenomeno di
trasformazione socio-culturale che porta verso la sostituzione della
nostra antica parlata con il dialetto parlato a Portogruaro.
L’adesione ai circoli del “Fogolar furlan” trova la sua
giustificazione anche nell’innegabile appartenenza, nel corso della
storia, dell’intera zona alla “patria del Friuli”. Dalla
didascalia di una famosa carta della patria del Friuli, stampata nel
1553, si apprende che il confine tra il Friuli storico e il Veneto era
rappresentato dal corso del fiume Livenza. Del resto il vescovo di
Concordia e il comune di Portogruaro sia durante la vita del
patriarcato di Aquileia, sia durante il dominio Veneziano, godevano di
una rappresentanza fissa nel Parlamento della patria del Friuli.
Durante l’occupazione napoleonica, il Portogruarese faceva parte del
dipartimento di Pessariano (province di Udine e Pordenone), per poi
vedere il proprio destino separato da quello della patria del Friuli
negli anni finali del periodo napoleonico e quindi essere aggregato
alla provincia di Venezia, con un provvedimento amministrativo durante
il periodo austriaco.
Comunque, la nascita del “Fogolar”, pur esprimendosi a favore di
un forte sviluppo delle autonomie locali, si pone come obiettivo
principale la valorizzazione della ricchezza culturale di un’area di
confine quale in definitiva è la nostra zona tra la cultura veneta e
quella friulana. Per questo motivo si è scelto di intitolare questa
associazione ad Antonio Panciera, patriarca di Aquileia, vescovo di
Concordia, cardinale, segretario di papa Bonifacio IX, personaggio di
raffinata cultura che riusciva a intrattenere fecondi e cordiali
rapporti diplomatici con la Repubblica veneta.