curiosità di ieri e di oggi

Cajs e cròs, simpri mancul
Lumache e rane, sempre meno

Tra le decine di messaggi giornalieri, è arrivato uno che ha attirato la mia attenzione, e che allego qui sotto. Sarei molto curioso di sentire anche l'altra campana, per capire quali sarebbero le ragioni per modificare la legge regionale che protegge cajs e cròs (chiocciole e rane). Dovrebbero dare una giustificazione, dato che la situazione palesemente peggiora di anno in anno. L'anno scorso, sostando a prendere il fresco sulle alte sponde del Natisone che passa per Leproso, si udiva il gracchiare di qualche "cròt", salire dal fondo dove scorrono le acque del fiume... Quest'anno, c'è stato il silenzio completo. Sono note che tratterò in un servizio che ho in programma, ma posso solo accennare al fatto che per la prima volta, quest'anno non si è sentito l'usignolo... Se poi aggiungiamo che le rondini sono scomparse (si vede solo qualche rondone)... no passin plui les ujtis, non si sintin i lujars, non si vionin avôsn, pavèis, moscjs e lusignis.
Insomma, stiamo uccidendo la natura... e noi stessi... E' come se stessimo su un albero, impegnati a segare il ramo su cui siamo seduti...!

Da: friuliveneziagiulia@wwf.it
Inviato: venerdì 6 settembre 2002 15.00
A: Undisclosed-Recipient:;
Oggetto: contrasto al disegno di legge di Narduzzi
Il consiglio regionale sta per approvare una deleteria legge che rischia di far estinguere alcune specie rarissime e potrebbe, ragionevolmente, provocare grossi danni alla fauna minore regionale.
E il tutto in nome della tradizione e del passato, senza la minima ricerca scientifica sull'impatto di questa modifica alle leggi precedenti, nè alcun riferimento al fatto che negli anni il territorio circostante è molto mutato privando queste specie di zone in cui riprodursi e vivere.
Come potrete leggere dal testo allegato, le perplessità del mondo scientifico sono molte, si sono mobilitati i musei di storia naturale della regione e anche il WWF ha deciso di contribuire nel contrastare questo disegno di legge.
Il testo che allego è una lettera precompilata, in  cui sono evidenziate le principali perplessità che il disegno  presenta, e che va inviata al Presidente del consiglio regionale e ai Presidenti dei gruppi consiliari (di cui, per comodità, vi ho allegato anche gli indirizzi di posta elettronica) nella speranza che questo disegno di legge già approvato dalla Giunta regionale non passi anche in consiglio.
Sicuro di un vostro interessamento, Manuel, segreteria organizzativa WWF FVG

Al Presidente del Consiglio regionale
Friuli Venezia Giulia
Martini dott.Antonio
Piazza Oberdan 6
34133 Trieste
presidente.consiglio@regione.fvg.it


Ai Presidenti dei gruppi consiliari
Piazza Oberdan 6
34133 Trieste

Io chiedo al consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia di votare no al disegno di legge n°2714 del 29 luglio 2002 concernente: “Provvedimenti urgenti in materia di fauna minore e di flora spontanea”

Perché 

  • il disegno di legge non considera le reali evoluzioni avvenute nel territorio della nostra regione, tra cui il degrado degli ambienti acquatici, la modificazione degli habitat terrestri, l'inquinamento dell'aria, l’abbandono della montagna. Tutti questi cambiamenti incidono in modo inesorabile sulla conservazione delle specie, ancor di più su specie così delicate come quelle prese in considerazione dal disegno di legge.
    La Rana temporaria, per esempio, è presente sui rilievi delle province di Udine e Pordenone e come molte specie montane è già minacciata dall'abbandono della montagna e dalla scarsa manutenzione dei laghetti di malga e dei corsi d'acqua. Come dimostrato da numerosi studi internazionali, gli anfibi montani sono infatti già a rischio per l'isolamento del loro habitat, per la sensibilità alle mutazioni climatiche e per la maggiore esposizione ai raggi ultravioletti causata della rarefazione dello strato di ozono.

  • le quantità previste dal disegno di legge per la raccolta di chiocciole e rane, a detta di moltissimi esperti, sono assolutamente eccessive in relazione alle esigenze di conservazione delle specie della fauna minore. Le popolazioni di rane di pianura, infatti, sono oggi per lo più estremamente ridotte o isolate da strade, impianti industriali e zone ad agricoltura intensiva, e sono difficilmente in grado di sostenere consistenti prelievi (una trattoria che serve rane ne consuma mediamente un quintale l'anno; con un peso individuale medio di 35 g a rana, un solo ristoratore potrebbe eliminare 3.000 rane l'anno; un prelievo oggi non sostenibile dal territorio regionale). Analogo discorso è applicabile alla scelta di consentire il prelievo di 2 Kg giornalieri di chiocciole, animali del peso di pochi grammi.

  • Escludendo le specie di rane non assoggettabili a cattura in quanto esplicitamente tutelate da numerose direttive europee (recepite in Italia con il D.P.R. 357/97), tra le specie presenti in regione rimangono Rana ridibunda, Rana esculenta e Rana temporaria.
    Consentire un prelievo sulle popolazioni di Rana ridibunda rappresenterebbe un "suicidio faunistico" essendo questa rana ridente (dall'allegro canto che le da il nome) naturalmente presente in Italia esclusivamente in 2 SOLI COMUNI DELLA PROVINCIA DI TRIESTE con 2 sole popolazioni riproduttive in alcuni tratti della Valle del Rosandra e dell'Ospo.
    Consentirne la cattura potrebbe significare condannare all'estinzione questa specie dall'intero territorio nazionale

  • Il rischio di confondere le specie tutelate con quelle citate dalla legge regionale è elevatissimo anche per esperti professionisti
    La Rana esculenta è un ibrido tra Rana lessonae e Rana ridibunda. Queste tre forme sono molto simili, spesso impossibili da distinguere persino per zoologi esperti. Per citare l'Atlante degli Anfibi e Rettilidel Friuli-Venezia Giulia: queste specie: "sono difficilmente distinguibili sia da un punto di vista cromatico, sia morfologico, dato che la forma ibrida ha caratteri intermedi tra le due specie genitrici; senza determinazioni biochimico-genetiche non è possibile stabilire con certezza la specie".
    La Rana temporaria, sempre citando l'Atlante Anfibi e Rettili F.-V.G.: "si può facilmente confondere con Rana latastei", mentre entrambe si distinguono da Rana dalmatina per caratteri come "il tubercolo sul primo metatarso del quinto dito delle zampe posteriori o il rapporto fra la grandezza dell'occhio e della membrana timpanica". Caratteri impossibili da osservare PRIMA di catturare l'animale e richiedenti un'accuratezza tale da confondere qualsiasi raccoglitore rispettoso delle leggi, ma anche qualsiasi pubblico ufficiale che voglia farle rispettare

  • Il periodo di sospensione della cattura delle rane sarebbe vietato dal 1° marzo al 30 aprile, mentre è noto che proprio le 3 specie di cui sarebbe consentita la cattura si riproducono sino a tutto giugno.
    Analogamente per le Helix il periodo di raccolta, dal 1° aprile al 31 maggio , non tiene conto minimamente delle reali necessità delle specie che, tutt’al più, andrebbero raccolte tra settembre e febbraio, al massimo.

  • La modifica di legge non accenna agli eventuali metodi di cattura, trasporto, uccisione e macellazione delle rane. Se tutti i metodi fossero consentiti si potrebbe incorrere nel reato di maltrattamento verso gli animali

  • Non vi sono riferimenti ai controlli veterinari. E' infatti noto che le rane, nutrendosi di insetti, possono accumulare pesticidi nei loro tessuti. Gli stessi anfibi, se macellati e consumati, possono essere portatori di salmonelle e di alcuni vermi parassiti (trematodi, cestodi) che provocano diverse patologie

E’ chiaro che l’impostazione del disegno di legge è fondato su errate conoscenze dell’ambiente e del territorio in cui non sono considerate minimamente le esigenze delle specie protette e i problemi nella tutela e nella conservazione ambientale. 
Un disegno di legge che mira esclusivamente al ripristino di antiche consuetudini culinarie, senza considerare le variazioni ambientali avvenute negli anni e le indicazioni, spesso veri e propri proclami di allarme, provenienti dal mondo scientifico. 
Attendendomi che la legislazione futura si attesti nel perseguimento della tutela ambientale e fondi i propri principi su fondati presupposti scientifici

PERTANTO CHIEDO CHE: 
SIA BLOCCATA LA PROPOSTA DI MODIFICA ALLA LR.34/81
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