Torre di Pordenone (UD), 12
Aprile 2014
Pieve Ss. Ilario e
Taziano
Officium Consort di
Pordenone
diretto da Alessandro Drigo
presenta
"Passio Secundum
Johannem" di Francesco Corteccia
per coro virile e voce
narrante
Ricordando don Giuseppe Lozer nel
40° anniversario della morte


Introduzione della serata
con un ricordo di mons. Giuseppe Lozer
e la descrizione del programma proposto...
Per voce recitante e coro a quattro voci virili, composta da Francesco
Corteccia nel 1527, era secondo l'uso della "Compagnia di S.Maria delle
Laude" di Firenze: "col sacro Testo tradotto fedelmente in lingua Fiorentina
ove non si chanta" e "co'l sacro Testo in lingua Latina... ne' punti dati
alla musica". L'opera comprende "a' luoghi opportuni" sette "meditazioni
divote" per sottolineare il "Tormento grande del Signore Dio su la Croce",
ovvero sette Responsori della Settimana santa, composti dallo stesso autore
ed opportunamente inseriti, secondo una precisa scelta tematica, nei momenti
"topici" della sacra rappresentazione. Le musiche dell'Exordium, delle
Turbarum voces e deU'Evangelium, sono state tratte dal manoscritto
cinquecentesco "Volume di Polifonia n.45" contenente varie composizioni di
F.Corteccia, destinate in massima parte alla Settimana santa, conservate
nell'Archivio dell'Opera di S.Maria in Fiore di Firenze. Le Meditazioni sono
contenute nei Responsoria omnia per la Settimana santa di F.Corteccia, fatta
salva la sesta, Diviserunt sibi (Antifona per la Feria VI di Parasceve), per
la quale l'autore ha utilizzato - con lievissime varianti - la parte a tre
voci dell'Evangelium. I testi non musicati sono tratti da la Bibia Sacra,
tradotta in lingua Thoscana per maestro Santi Marmochino, Fiorentino,
dell'ordine de' predicatori della provincia Romana, Venezia, Giunti, 1538.


ESTRATTO
L'opera ripercorre la Passione e Morte di Cristo attraverso interventi
corali (meditationes e turbarum voces), parti solistiche a tre quattro voci
e la voce dell'historicus. Corteccia, che è forse il primo italiano a dare
veste polifonica ad una Passio, sceglie - e scegliendo interpreta - per essa
ima vocalità tutta maschile, scura e introspettiva. Introspezione che
significa umanità, dramma del Dio fatto uomo, che si riflette
nell'inavvedutezza dei suoi accusatori, i farisei, i militi, le turbae.
Quell'ipocrisia è nelle formule stereotipate dei concatenamenti armonici,
tesi e imperativi quanto poveri di invenzione.
E allora interviene l'altra umanità, quella della sofferenza del Cristo
condannato letta nei suoi stessi occhi: un'umanità che il Vangelo, nella sua
oggettività narrativa, non interpreta, ma che Corteccia disegnerà qualche
anno più tardi con le sue Meditationes, incorporate poi nei Responsoria
omnia, pubblicati solo nel 1570. La musica non è più quella d'apparato, che
celebra con stile severo e impersonale l'autorità e la potenza secolare
della chiesa - quel che la tradizionale polifonia dei Fiamminghi aveva fin
lì magistralmente insegnato. E invece una musica nuova, che intimamente
penetra la sofferenza nella parola che intona: "Omnes inimici mei adversum
me cogitabant mala mihi", "videtes omnes populi si est dolor similis sicut
dolor meus", e le voci raggiungono le corde del dolore vero in musica, una
simbiosi col testo del tutto sconosciuta alla polifonia dell'epoca,
facendosi viatico di espiazione e redenzione. Corteccia indica così la
strada italiana di rinnovamento nella musica sacra e religiosa, e lo fa in
virtù proprio di questa inedita umanizzazione del testo
sacro, un'umanizzazione derivata dall'esperienza vera e vissuta di un dolore
religioso, sociale e politico, che sembra rinnovare il dolore di Cristo
sulla croce. Il racconto della Passione di Christo si snoda lungo due
direttrici: la recitazione in volgare e gli interventi della folla in
latino.
La narrazione evangelica
viene interrotta nei momenti salienti da alcuni responsori tratti dalle
profezie e dalle lamentazioni che rappresentano, secondo le intenzioni del
Corteccia, momenti di divota meditazione. Questi inserti polifonici sono le
pagine più ispirate dell'intera opera: in particolare il toccante Tristis
est anima mea, il drammatico Caligaverunt oculi mei e il Tenebrae factae
sunt che è considerato un capolavoro del genere mottettistico. Alla
conclusione, dopo la morte di Christo, il coro conclude con l'Evangelium che
è il racconto della deposizione dalla croce e della sepoltura.

L'Officium Consort di Pordenone, costituito nel 2001, è il risultato di
un progetto formativo iniziato all'interno dell'U.S.C.I. Pordenone,
dedicato all'interpretazione del canto corale ad indirizzo polifonico,
particolarmente rivolto alla vocalità virile, tenuto dal compianto
maestro Piergiorgio Righele. Superata la fase sperimentale, il gruppo,
sotto la
guida
dei maestri Giorgio Mazzucato, Danilo Zeni e Davide De Lucia, ha
intrapreso con successo la strada della ricerca di progetti musicalmente
e stilisticamente organici e coerenti, volgendo la propria attenzione in
particolare al repertorio gregoriano, alla prepolifonia ed ai mottetti
rinascimentali. L'Officium Consort (già Coro Maschile dell'U.S.C.I. di
Pordenone) ha avuto modo in più occasioni di proporre il proprio
originale ed interessante repertorio, suscitando ovunque vivo interesse
ed entusiastici apprezzamenti. Nel 1999 si è aggiudicato il secondo
posto (primo non assegnato) nella categoria di canto gregoriano al 38°
Concorso Internazionale di Canto Corale "C.A. Seghizzi". Nel 2004 ha
vinto il secondo premio nella categoria di Canto Monodico Cristiano al
52° Concorso Polifonico Internazionale "Guido d'Arezzo" (miglior coro
italiano). Nel 2005 e nel 2007 l'Officium Consort si è classificato
nella fascia di Eccellenza della manifestazione "COROVIVO" - Confronti
Corali Itineranti del Friuli Venezia Giulia. Nel 2008 ha vinto il terzo
premio
ex-aequo al 43° Concorso Nazionale Corale Trofei "Città di Vittorio
Veneto". L'etichetta milanese "La Bottega Discantica" ha pubblicato tre
produzioni discografiche dell'Officium Consort: "Concordia Discors" -
echi gregoriani nella musica d'organo (in collaborazione con Francesco
Finotti), "Adoramus te, Domine Jesu Christe" e "Passione di Christo
secondo Giovanni", di Francesco Corteccia. Sue esecuzioni sono state
registrate dalla RAI e da ORF, interviste ai direttori trasmesse da
Radio Vaticana e Radio Capodistria. L'obiettivo del gruppo è relativo
allo studio e alla diffusione della monodia antica e della polifonia
cinquecentesca e seicentesca con particolare riferimento a progetti e
programmi diretti al recupero sia di testi che di autori meno
frequentati. La scelta del percorso artistico è sostenuta dalla
consapevolezza che l'Officium Consort rappresenta una rarità nel
panorama della coralità amatoriale della provincia e della regione per
gli obiettivi di ricerca vocale, stilistica, di prassi e di organico. Da
ottobre 2012 l'Officium Consort è diretto da Patrizia Avon (repertorio
monodico) e da Alessandro Drigo, che ha esteso il repertorio alla musica
del '900 ed alle composizioni contemporanee.


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IL PROGRAMMA
- Exordium
- Passione di Christo secondo Giovanni - Parte Prima
- Meditazione Prima - Ecce vidimus eum
- Passione di Christo secondo Giovanni - Parte Seconda
- Meditazione Seconda - Omnes amici mei
- Passione di Christo secondo Giovanni - Parte Terza
- Meditazione Terza - Tristis est anima mea
- Passione di Christo secondo Giovanni - Parte Quarta
- Meditazione Quarta - Vinea mea electa
- Passione di Christo secondo Giovanni - Parte Quinta
- Meditazione Quinta - Caligaverunt oculi mei
- Passione di Christo secondo Giovanni - Parte Sesta
- Meditazione Sesta - Diviserunt sibi
- Passione di Christo secondo Giovanni - Parte Settima
- Meditazione Settima - Tenebrae factae sunt
- Passione di Christo secondo Giovanni - Parte Ottava
- Evangelium


