Nel 1999, il
Coro C.A.I. di Cividale festeggiava il trentennale
della sua fondazione nell'attuale formazione. Si
costituì nel giugno del 1969, per iniziativa del
compianto Adelchi Marcuzzi e dell'indimenticato Gigi
Della Rovere, che insieme ad altri pochi facenti
parte del disciolto Coro C.A.I. (diretto da Sergio
Piani) e sotto la direzione del giovanissimo Renzo
Basaldella cominciarono l'avventura. Animati
dall'entusiasmo e con l'incitamento di pochi - tra
questi lo scomparso Presidente del C.A.I. Angelo
Polano - iniziarono a provare in una stanza del
"Caminetto" e poi nell'ospitale scantinato della
casa di Adriano Grando. Poi le prime timide uscite.
I primi risultati positivi. Pian piano si fece
conoscere in Cividale e quindi fuori città. Nel mese
di agosto del 1971 il Coro partecipò al concorso
della canzone
friulana a Fagagna e vinse il primo
premio con "Vive la polente" di Renzo Basaldella. Fu
la prima volta che sentivo il Coro in concerto e ne
fui entusiasta: sei mesi dopo ne facevo parte
insieme con altri cinque nuovi. Ricordo le prove in
una stanza dell'attuale "Pretura": fredda, piccola,
stretti stretti, ma con un entusiasmo e con
l'orgoglio di far parte del
Coro. E solo dopo sei
lunghi mesi di prove l'esordio in pubblico. Nel 1973
il gruppo si costituì ufficialmente come "Coro del
C.A.I. di Cividale del Friuli" - pur facendo e
rimanendo parte integrante della Sezione del C.A.I.
- dotandosi di uno statuto proprio. Continuava
l'intensa attività concertistica, che lo portò negli
anni a seguire a farsi apprezzare in Regione e
fuori, anche all'estero. Nel 1974, dopo i successi
di Roma e di Rovereto, i primi contatti con il "Sangerrunde"
di Ebental del Lander di Klagenfurt (Austria), e
quindi con altri gruppi carinziani ( il celebre
quintetto di Klagenfurt ed il Coro di Reichendorf),
con i quali iniziava una fitta rete di scambi e di
visite reciproche. Il disastroso terremoto del 1976
non interruppe l'attività, che proprio durante
l'estate si intensificò: con i fondi raccolti e con
il contributo del Coro di Ebental riuscimmo ad
acquistare il materiale necessario, con il quale
costruimmo una casetta in Gemona per uno sfortunato
componente del Coro "La Torate". Fu una bella
esperienza riuscire a costruire con le nostre mani,
nei fine settimana di agosto e di settembre 1976,
quello che il terremoto aveva tanto impietosamente
tolto. Il terremoto ci privò della sede. Trovammo
allora generosa ospitalità al "Trieste" di Chiara
Juli; successivamente ci trasferimmo nell'ex
Bozzolificio; poi, per gentile concessione del
Comune, nella sala Leich, nel vecchio ospedale ed
infine nella vecchia scuola di Gagliano, dove ci
troviamo tuttora. Il Coro, in tutti questi anni,
partecipò a numerosi concerti in Italia e
all'estero, sempre distinguendosi per l'impegno e
per la bravura. Nell'estate del 1996 inattesa la
malattia di Renzo; forte la trepidazione per la sua
salute. Colpito da un'inesorabile male,
ai primi di
novembre ci lasciava definitivamente. Ci siamo
subito sentiti orfani e cominciammo a paventare lo
scioglimento del Coro, tanto era lo sconforto. Ma la
morte non poteva cancellare quel che Renzo aveva
saputo donarci in tanti anni vissuti assieme. Per
ringraziarlo e per ricordarlo nel modo più bello
decidemmo di fare comunque il Concerto di Natale.
Provammo sotto la direzione di alcuni coristi.
Cantammo come cantammo, quasi una sfida al destino.
Il pubblico capì il nostro dramma e ci fu veramente
vicino in quell'occasione. Per unanime decisione dei
coristi, ratificata dall'assemblea della Sezione del
C.A.I., il Coro ora porta il suo nome: giusto
riconoscimento a chi ha dedicato ventisette anni
della sua vita al Coro. Ormai, superato lo choc, il
Coro non poteva fermarsi. Ci furono infruttuosi
contatti per la ricerca di un nuovo maestro, ma alla
fine fummo premiati con la scoperta fatta "in casa".
Il nuovo Maestro Renato Duriavig, lavorando sul
materiale lascito in eredità da Renzo, è riuscito ad
aggiungere tecnica alla grinta e nuovo entusiasmo.
Sotto la sua direzione in tre anni il Coro è
maturato tecnicamente ed i risultati sono tutti li a
dimostrarlo. Oggi festeggiamo trent'anni di vita del
Coro. Ma festeggiamo soprattutto trent'anni di
fatiche, di entusiasmo, di amicizia di un gruppo che
nella passione del canto ha trovato una ragione del
vivere in comune. Chiudo queste note ricordando con
profondo affetto Renzo e gli altri coristi che ci
hanno lasciato per sempre ed a tutti quelli che per
vari motivi non sono più parte del Coro.