Tre cori per Händel nel 250° anniversario della morte

L’iniziativa, promossa dall’Associazione Seghizzi in collaborazione con la parrocchia dei Ss. Ilario e Taziano, intende in questo modo ricordare uno tra i grandi musicisti della storia della musica, nell’anniversario puntuale della scomparsa (14 aprile 1759, Londra). Il “Messiah”, capolavoro dell’epoca barocca, è stato più volte eseguito in Italia e all’estero dai gruppi sopra citati. La scelta invece di sostituire le voci soliste con la voce recitante è anche motivata dall’intenzione di evidenziare la dimensione oratoriale dell’opera, il cui testo è pregevole altrettanto quanto la musica. Solo una sintetica biografia può dare l’idea della statura musicale di Händel. Georg Friedrich Händel, nacque in Germania ad Halle, il 23 febbraio 1685 e non crebbe in una famiglia di musicisti, che lo vedeva invece futuro uomo di legge, malgrado i precoci segni del prodigioso talento. Fu il Duca di Sassonia a scoprire il talento del giovanissimo Händel, definendolo un “genio”. Così, all’età di sette anni, fu affidato al primo e unico maestro, Friedrich Wilhelm Zachau, da cui ricevette una formazione completa, vasta e illuminata. Dopo un anno trascorso alla facoltà di legge, il diciottenne Händel si allontanò dalla città natale, iniziò a suonare, con grande successo, al teatro dell’opera di Amburgo. Nell’agosto del 1706, dopo aver composto alcune opere minori, Händel partì per un formativo gran tour dell’Italia, culla della civiltà estetica e musicale. Il primo dei suoi trionfi l’ebbe nel 1709 a Venezia con l’opera Agrippina, continuando poi il suo viaggio che toccò città mediterranee come Firenze, Roma e Napoli. Tornò nel 1710 in Germania, chiamato dal principe Ernest di Hannover, ma per ripartire dopo pochi mesi, diretto a Londra. Nel 1712 si trasferì definitivamente in Gran Bretagna, diventando compositore della corte della Regina Anna Stuart. Nel 1714, all’età di 56 anni, Händel scrisse il suo capolavoro: il “Messiah”, che fece ascoltare prima al pubblico di Dublino, e solo dopo il clamoroso successo lo presentò anche al pubblico londinese. Il catalogo delle sue composizioni supera i 600 numeri, che comprendono opere teatrali, pasticci, musiche di scena, oratori, serenate, odi, musica da camera, composizioni sacre e religiose, composizioni per orchestra e composizioni per strumento a tastiera. Aveva desiderato morire nella settimana di Pasqua e morì il venerdì santo del 1759. Fu sepolto nell’Abbazia di Westminster, il Pantheon degli uomini illustri inglesi.