Treppo Grande, 16 Aprile 2005
Chiesa Parrocchiale
Concerto di presentazione dei 2 CD
"Da lis monts insin al mâr che tu cressis
marilenghe"
in occasione del 15° di fondazione del Coro "Alpe
Adria"

I TANTI VOLTI DEL
CANTO FRIULANO
(Roberto Frisano)
Questa incisione discografica del Coro "Alpe Adria" giunge dopo
quindici anni di intensa attività, durante la quale il gruppo vocale
friulano si e proposto sia in sede concertistica (anche come
organizzatore di incontri musicali all'insegna delle tradizioni e
della cultura friulane), sia nell'animazione liturgica. I percorsi
che un coro amatoriale sceglie e segue sono solitamente scritti nel
suo destino all'atto della fondazione, infatti, il Coro "Alpe Adria"
ha mantenuto il suo assetto di coro "intimamente" friulano e col
tempo, incrementando il repertorio ha arricchito questa sua
vocazione.
Le musiche proposte in questi due compact disc
rappresentano dunque i contenuti sonori del lavoro di questo primo
quindicennio, fatto di studio, impegno e naturalmente, di tante
soddisfazioni. E forse per la prima volta un coro friulano progetta
in modo cosi articolato ed organico una propria incisione per
offrire mia panoramica più ampia possibile delle espressioni vocali
e corali della nostra tradizione. I vari brani, infatti, si
articolano in una parte sacra e in una profana esemplificando i
molteplici aspetti del canto friulano: si inizia dai canti di
carattere liturgico o devozionale, sia di matrice popolare, sia
d'autore, passando poi agli esempi di canto tradizionale di diversa
funzionalità, fino ad arrivare alle cosiddette villotte d'autore,
brani composti sul modello musicale ed espressivo della villotta
tradizionale, di cui è particolarmente ricca la musica friulana del
Novecento.
CD1 - Vale la pena
soffermarci per qualche considerazione storica e stilistica sui
diversi generi musicali qui proposti. La serie dei canti sacri e
religiosi si apre con la Messe celtiche, che comprende le
parti dell'ordinarium missae in traduzione friulana. Va
precisato che il titolo esprime solo una distinzione culturale e
linguistica (probabilmente si tratta di una scelta
dell'armonizzatore Oreste Rosso suggestionato dall'idea dell'origine
celtica dei friulani diffusasi nella seconda metà del Novecento),
senza però alcun legame musicale con un ipotetico stile "celtico".
Il gruppo di canti sacri e religiosi di ascendenza
popolare rimanda alla pubblicazione Cjants di glesie del popul
furlan, un piccolo ma prezioso libretto curato e dato alle
stampe da pre Sef Cjargnel a metà degli armi '70 per divulgare la
musica tradizionale e la lingua friulana nella liturgia. In esso
sono contenuti canti devozionali raccolti in diversi paesi friulani
assieme a molti brani di uso liturgico con melodie tradizionali (dai
repertori "al la vecje" in latino) rivestite di nuovi testi in
friulano. Tra i canti del primo tipo ne troviamo molti dedicali alla
Madonna, tra cui Dal font de me anime, una versione friulana
del Magnificat, mentre del secondo si possono citare come esempio
alcuni casi di adattamento testuale: Cui puedial fânus pôre
deriva dal Laudate Domium cantato ancora oggi a Ludaria (Rigolato),
Faitsi dongje, è la traslitterazione del responsorio per i
defunti Subvenite Sancti Dei della tradizione della Pieve di
Corto di Ovaro. Questi canti sono entrati a far parte in varia
misura nei repertori delle comunità parrocchiali friulane e per i
loro caratteri schiettamente popolari sono diventati un efficace
veicolo dell’espressione religiosa collettiva. I brani qui proposti
seguono l'ordine della funzionalità liturgica e la loro veste
polifonica e a volte una semplice ma suggestiva armonizzazione
spontanea a due voci, altre volte un'armonizzazione d'autore.
Un’ultima annotazione è da rilevare riguardo all’interessante canto
natalizio Puer natus della tradizione di Sutrio, che presenta
una veste melodica affine all'omonimo corale protestante (molto
diffusa nella tradizione orale) e che alterna la strofa iniziale in
latino (con funzione di ritornello) ad alcune strofe dell'antico
canto friulano Staimi atenz.
I carni sacri e religiosi d'autore presentano caratteri
musicali che, pur nella diversità di stile si rifanno
all’espressività spontanea e diretta dei brani popolari. Anche
questi brani l'autore sono orimai una parte ben radicata dei
repertori liturgici e corali.
Chiude il disco dedicato alla musica sacra il Missus
est di Candotti, brano diffusissimo nelle parrocchie friulane
dove viene ancora cantato durame la novena di Natale. Molto è stato
scritto sulla tradizione tutta friulana del canto del Missus
e per questo argomento si rimanda agli studi di Giuseppe Vale, Ivan
Trinko e Gilberto Pressacco; è interessante però notare che pur
essendo il brano di Candotti un lavoro d'autore per la sua
diffusione ha assunto l'aspetto di un vero e proprio prodotto
popolare che in molti luoghi si è sostituito ai più antichi Missus
della tradizione orale.
CD2 - Il secondo
compact disc, dedicato al genere alla villotta, si apre in realtà
con alcuni canti non lirici, che sicuramente abbondavano nei
repertori della nostra tradizione ma che poi sono stati un po' in
ombra dal sopravvento estetico (e anche ideologico] della villotta.
Filastrocche, conte, ninne nanne, ma anche canti di tipo rituale (in
particolare canti nuziali) e canti narrativi esprimono tutto il
rapporto tra l'espressione cantata e le azioni e i momenti del
vivere quotidiano e delle fasi cruciali della vita. Tra i brani
proposti dal Coro "Alpe Adria", eseguiti in forma monodica per
lasciarli allo stadio di pura enunciazione melodica, meritano
attenzione il canto nuziale Done mari, raccolto a Sezza (Zuglio)
da Luigi Garzoni nel 1929, che lascia immaginare lo svolgimento di
una precisa ritualità nel passaggio da parte della sposa dalla
propria famiglia a quella del marito, e il canto di tipo narrativo
I farai 'na fontanuta che è uno dei pochi esempi di questo
genere in friulano (ma il tema è diffuso in Italia del nord e anche
in Slovenia).
Le villotte popolari che seguono sono tra le più
presenti nei repertori corali: si tratta delle melodie e dei testi
poetici più conosciuti ed amati e qui sono proposte secondo una
progressione di complessità, con armonizzazioni da più semplici a
più impegnative. Nel caso di Lusôr di lune di Miniussi i temi
popolari danno origine a una concatenazione assai elaborata di
melodie e testi diversi (secondo il genere della '"rapsodia di
villotte" inaugurata dal goriziano Augusto Cesare Seglizzi negli
anni ‘20). La conosciutissima villotta O ce bie cjscjel a Udin
è nata invece in tempi più recenti, probabilmente intorno al 1915,
come rielaborazione popolare di un lavoro d'autore, il brano Jo
no sai s'al è caligo che Franco Eschier aveva composto nel 1896
e che a Udine sicuramente tutti conoscevano.
L'ultima parte del compact disc presenta una ricca
selezione di brani d'autore in cui si può ritrovare tutta l'eppressività
musicale e contenutistica friulana, fatta, inevitabilmente, anche di
quella retorica e di quei luoghi comuni che si sono via via
consolidati nella cultura e nel pensiero comune nel corso del
Novecento. Con il termine di "villotta d'autore'' designiamo (torse
un po’ genericamente) questa produzione che si rifà alla freschezza
melodica e alla forma poetica della villotta popolare, ma con i
mezzi della composizione accademica. I più vecchi di questi brani
sono nati tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del
Novecento, in un periodo di declino funzionale della villotta di
tradizione orale e, grazie alle esibizioni dei primi cori
organizzati, sono diventati un sostituto più elaborato e
"accattivante" del vero canto popolare. Al giorno d'oggi si
conoscono e si ricordano con maggior facilità brani come O tu
stele di Escher o Stelutis alpinis di Zardini piuttosto
che le semplici strofe di villotte che i nostri nonni o bisnonni
cantavano, magari improvvisando. Dalla primitiva imitazione della
villotta tradizionale la musica d’autore friulana ha seguito poi
fasi evolutive che l'hanno portata a volte anche lontano dalle
tematiche lirico-amorose e dalla facilità melodica di tipo popolare.
Nella varietà degli esiti espressivi, rimane comunque in questi
brani un denominatore comune che è il suono della lingua e l'indole
del sentimento (ora malinconico, gioioso, nostalgico o celebrativo),
entrambi ben radicati e, indubbiamente, parte di noi.
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IL CORO "ALPE ADRIA" - è sorto nel 1990 ad opera eli alcune persone che
portavano nel sangue la passione per il cantare: una passione ereditata da
generazioni. Esso canta l'anima più semplice, la poesia, l'amore, la fede,
la vita così come sono vissuti quotidianamente dalla gente.
Accanto all’attività strettamente corale. Il Coro "Alpe
Adria" svolge un' importante opera di diffusione della ricerca
etnomusicologica inerente il caratteristico canto popolare friulano; la
villotta. Inoltre, il Coro promuove e diffonde con impegno e costanza la
conoscenza della lingua e della cultura friulana.
La pubblicazione di questi due CD ha, fra l'altro, lo
scopo di far giungere ad un pubblico più vasto, (il “grande mondo”), il
canto di un piccolo popolo: una nota nell'armonia dell'universo!
Attingendo al passato, riflettendo sul presente,
guardando al futuro, in questa continua ricerca di una propria vocalità ed
identità il Coro si è dedicato e si dedica alla valorizzazione della
musica dei popoli appartenenti alla Comunità di lavoro “Alpe Adria",
assumendo, tra l'altro, una chiara impronta mitteleuropea. A tale scopo
organizza infatti ogni anno la Rassegna corale internazionale “Alpe
Adria - Europa dei popoli" alla quale partecipano cori provenienti dalle
diciassette regioni che costituiscono l’omonima Comunità di lavoro.
Il Coro ha cantato, oltre che in Regione ed in Italia,
in Slovenia, Croazia, Austria, Ungheria, Romania, Belgio, Svizzera e
Canada ottenendo buoni apprezzamenti da parte della critica e del
pubblico.
Antonio COLUSSI (Toni Colùs), si è laureato presso l’Università degli studi di
Trieste. Ha studiato fagotto presso il Conservatorio statale “J.Tomadini“ di
Udine. Svolge la professione di Dirigente scolastico. Da trent’anni dirige
cori amatoriali di adulti e di bambini. Ha diretto, tra gli altri, il Coro “La
Torate “ ed il Gruppo folcloristico “Primevere“ di Gemona del Friuli, “Li
Muris“ di Venzone, Panarie“ di Artegna, “Monte Canin“ di Resia. E’ stato il
primo a riproporre in Coro, con sistematicità e rigore scientifico, i canti
tradizionali resiani. E’ membro del Comitato scientifico del Concorso
internazionale di Cori “C.A. Seghizzi“ di Gorizia. A tutti i Cori che ha
diretto il m.o Colùs ha saputo sempre imprimere, come è stato scritto, “un
tocco di signorilità e di aristocrazia. Le interpretazioni dei vari brani sono
sempre impregnate di pathos, di rara intensità, di forte emotività e
partecipazione“.
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IL PROGRAMMA DELLA SERATA
Treppo Grande, 16 Aprile 2005
Concerto di presentazione dei 2 CD
"Da lis monts insin al mâr
che tu cressis mari lenghe"
in occasione del 15° di fondazione del Coro "Alpe
Adria"
|
01 |
1.27 |
Sù, fati dongje, int di Sant Ermacure |
Brani
tratti dal
CD1 |
02 |
1.50 |
Sant, Sant |
03 |
2.05 |
Atents, atents |
04 |
2.03 |
O Gjesù che tu sês muart |
05 |
1.53 |
Cui puedial fânus pôre |
06 |
2.05 |
Al vîf el gno Redentôr |
07 |
1.42 |
Da font de me anime |
08 |
2.14 |
O gran Vergjine |
09 |
2.10 |
Ave o Vergjine |
10 |
3.27 |
Ave Marie |
11 |
4.02 |
Suspîr da l'anime |
12 |
0.57 |
Din dun don |
Brani
tratti dal
CD2 |
13 |
2.40 |
I farai 'na fontanuta |
14 |
1.18 |
Da pe de Clevo |
15 |
3.50 |
Lusôr di lune |
16 |
1.39 |
Il cjant de Filologjiche |
17 |
2.25 |
Oh! tu stele |
18 |
3.10 |
Cjant di Aquilee |
19 |
2.36 |
Cussì a disin lis rosutis |
20 |
2.56 |
Se al tornàs |
21 |
2.15 |
Vegnarai |
22 |
1.55 |
Passe il timp |
23 |
1.46 |
Iò us doi la buine sere (fuori
programma) |


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