.Canti dell'Antica Liturgia Aquileiese a Cividale
(Cividale - 22 Agosto 1999)

     I programmi per quella domenica di fine agosto non erano terminati … contavo di intervenire a Cividale, dove erano in corso i festeggiamenti per la festa del Patrono S. Donato. Alle 20:45, nel Duomo della Città Ducale si sarebbe svolto un Concerto con “Canti dell’Antica Liturgia Aquileiese” eseguiti dal “Gruppo virile della Cappella Civica di Trieste” diretti da M° Marco Sofianopulo accompagnati dall’organista Mauro Macrì.

     Anche se intuivo che per “capire” quel tipo di musica bisognava avere una base culturale (non solo musicale) di un certo livello, solo per il fatto che Aquileia è collocata nella zona “sotto nostra osservazione”, ho ritenuto fosse giusto andare ad ascoltare e registrare “quei  Canti”. La notizia di questo concerto l’avevo appresa da un giornale ma non capisco perché nella mia “RAM” avessi memorizzato le 16:30 e quindi tutti i miei preparativi erano programmati per essere a Cividale almeno alle 15:30, sacrificando perciò una parte della mia quotidiana “pennichella”. Arrivato a Cividale, ho parcheggiato la mia R5 nei pressi della Posta e caricato in spalla il grosso borsone mi sono diretto verso in Duomo, ma sono stato costretto ad effettuare una sosta "per motivi tecnici" sotto il portico vicino alla statua di Giulio Cesare, fingendomi interessato alle antiche mura del Palazzo del Municipio. Queste soste forzate, che io cerco di mascherare come posso, sono uno dei motivi che mi costringono ad effettuare tutte le mie “imprese” … in completa solitudine …!
     Ricaricate le mie vene di sangue sufficientemente ossigenato, ho attraversato il viale e sono entrato del maestoso Tempio. All’interno della chiesa, ho prelevato da un tavolino un foglietto con il calendario di tutti i festeggiamenti per il  Patrono, e con disappunto ho scoperto che il Concerto si sarebbe svolto alle ore 20:45 …!

 Non potevo certo sostare lì per 4-5 ore ma, visto che c’ero, ho fatto un giro all’interno del Duomo, cercando di “riprendere” quello che potevo, anche se le condizioni d'illuminazione erano e sono piuttosto scarse. Dopo una breve sosta vicino all’acquasantiera per riprendere fiato, ho rifatto il tragitto inverso sotto un sole che “picchiava” con una certa forza, raggiungendo mia automobile in condizioni tali, che se in quel momento si fosse effettuata un prelievo di sangue per una “EmoGasAnalisi”, il mio amico Franco della “Fisiopatologia respiratoria” mi avrebbe detto se per caso sono diventato matto …! Dopo una serie di ampi respiri mi sono rimesso in carreggiata e salito in macchina sono rientrato a Leproso.

     Come faccio sempre prima di iniziare un’impresa che comporti un certo sforzo fisico-mentale e che mi costringa lontano da casa per qualche ora, ho effettuato un’abbondante “carica” di pan e lat e alle 19:00 ero di nuovo a Cividale ad effettuare le stesse identiche manovre di poche ore prima.

    
All’interno del Duomo si stava celebrando la Messa e prendendo posto in un banco mi guardavo intorno per vedere se le condizioni fossero migliorate … ma anche con la sola illuminazione artificiale, qualsiasi tipo di ripresa sarebbe stata molto difficile.

     Dopo la cerimonia, la chiesa si è svuotata velocemente e le uniche persone che vedevo aggirarsi nella zona vicino al coro, erano qualche componente del “Gruppo virile” e altre persone che si davano da fare per predisporre l’ambiente alle nuove esigenze.

     Successivamente, con l’arrivo di altri componenti del Coro e l’inizio delle prove, ho potuto capire che le condizioni di registrazione non sarebbero state ottimali per la notevole distanza dei coristi dal punto dove avrei potuto piazzare i microfoni. Forse, se avessi avuto un cavo lungo almeno una decina di metri, avrei potuto collocare il microfono davanti al leggìo del Direttore trovando posto per me in un’angolo dietro la balaustra del coro.  Chiesto il permesso al M° Sofianopulo tramite una bionda e graziosa signorina, sicuramente una componente dello staff dirigenziale del Coro, ho tolto il microfono dal borsone piazzandolo a fianco dell’altare sotto l'ampia scalinata. 
   
     In quella data, le attrezzature a mia disposizione non avevano raggiunto agli attuali livelli e in quell'occasione la configurazione era così composta …

-         Il microfono stereo principale, tramite uno spezzone di cavo di 5 metri, collegato alla telecamera;

-         Un secondo microfono stereo a condensatore molto piccolo ma di ottima resa, collegato ad un piccolo aggeggio che  registra in formato digitale su MiniDisk, collocati su uno spigolo alla base della prima grossa colonna di sinistra.

         In tutti e due i casi, la distanza dai coristi era notevole e si poteva benissimo prevedere i risulti e cioè una mancanza di “effetto presenza” accentuata dalla “non buona” acustica di quell’ambiente, particolare notato dallo stesso Direttore del Coro. Anche se la registrazione, per i motivi sopra citati, non si può considerare di eccellente qualità, è pur sempre un mezzo per ricreare l’atmosfera di mistero di quei suoni e canti antichi che si percepivano quella sera nel Duomo di Cividale.  

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