appunti di viaggio

Viaggio nel Canal Del Ferro

     Ogni viaggio attraverso il Friuli mi riserva delle sorprese che andrebbero descritte in questa rubrica. Purtroppo non sempre sono nelle condizioni ideali per mettermi davanti alla tastiera, chiudere gli occhi, rivivere i momenti emozionali e metterli per iscritto. Spesso mi capita di attraversare dei periodi con il morale che viaggia "a bassi livelli", lascio passare qualche giorno e diventa poi molto più difficile mettere a fuoco i particolari.
     Per esempio sarebbe stato interessante raccontare le impressioni raccolte in località vicine o lontane come Lucinico e Poffabro, dove, pur essendomi intrattenuto solo per qualche ora, ho recepito il forte impegno di quelle genti per conservare il loro patrimonio culturale, con particolare attenzione alla salvaguardia della lingua friulana parlata nelle rispettive località.
     Non avrei mai sospettato che in una località come Lucinico, che prima del 1915 era austriaca, l’attaccamento al "loro friulano" fosse così forte, tanto che dal 1976 "ven fûr ogni tant" (viene stampato ogni tanto) il periodico LUCINIS, del quale il suo principale animatore, don Silvano Piani, mi ha fatto dono di tutte le pubblicazioni dal 1976 ai giorni nostri.
     In quelle pagine ho individuato alcuni articoli, che ritengo siano preziosi "blecs" (scampoli) di "vita vissuta", in un periodo storico molto travagliato per quelle popolazioni a cavallo tra oriente ed occidente, che mi riprometto di presentare nelle pagine del nostro sito.

     La sera di sabato scorso, esaminando la carta del Friuli per scegliere la località e decidere dove andare a Messa l’indomani, ho cercato di individuare una località della Carnia che non avessi ancora visitato. Spero di non scandalizzare nessuno se grossolanamente considero Carnia tutte le località a Nord di Tarcento, dalla Val Pesarina fino a Val Canale… anche in considerazione della progettata creazione di una nuova provincia che dovrebbe comprendere tutte quelle zone…
     Prima di uscire dalla bella Leproso, ho fatto un clik verso "i contatori" della mia vettura (per prendere nota dei kilometri e dell’orario di partenza), che in quel momento segnalava 7008 Km alle ore 06:40… e sebbene per strada abbia fatto qualche breve sosta per scattare qualche foto, alle 07:45 ero all’interno delle mura dell’Abbazia di San Gallo di Moggio Udinese.
     Parcheggiata la mia Clio vicino all'entrata della chiesa, mi sono seduto su una panchina in attesa del suono delle campane, armato di DAT, fotocamera digitale e telefonino.
     Dal lato sud-est (di fronte al Convento di Clausura), dal quale si gode un bel panorama della vallata del Fella, ho aspettato i rintocchi delle otto, dopo dei quali mi aspettavo un bel concerto di campane… ma il silenzio regnò su tutta la valle...
     Secondo i miei calcoli, a quell’ora le campane avrebbero annunziato la Messa 1° (come diciamo noi a Orsaria), cioè quella che di solito viene celebrata alle 9, o giù di lì… Volevo essere sicuro di garantirmi la registrazione del suono delle campane, senza la quale la missione può considerarsi fallita.
     Un signore con un cagnolino al guinzaglio, al quale avevo chiesto informazioni sull’orario delle Messe, mi ha confessato di non essere "un patito" per quel tipo di cerimonie, ma che quella chiesa era chiusa per restauri da parecchi mesi e che le campane sarebbero tornate a suonare chissà quando…
     Scattate alcune panoramiche verso il fondo valle, mi sono trasferito a Moggio di Sotto, in attesa del suono delle campane della parrocchiale. Ho atteso invano le 8.30, 9.00, e 9.30, senza ignorare i quarti d’ora, e nel frattempo ho saputo che neanche nella Chiesa della Purificazione si celebrava la Messa, perché la cerimonia si sarebbe svolta in un tendone vicino alla "Baite ai fradis" sede del Gruppo A.N.A. di Moggio Udinese.
     Dopo lunga attesa, alle 9.45 le campane si sono finalmente fatte sentire in tutta la vallata, ed ero quindi libero di trovare il sistema per avvicinarmi il più possibile al tendone, dato che era raggiungibile solo a piedi.
     Non ci sono dubbi sul fatto che avrei rinunciato la continuazione del servizio, se un alpino del "comitato festeggiamenti" non mi avesse indicata una strada secondaria, che attraverso i campi mi ha permesso di parcheggiare la vettura vicinissima al tendone.
     Dopo pochi minuti si sono sentiti gli echi della Banda di Venzone in avvicinamento, ed è stato in quel momento che ho attivato il DAT e MD (Mini Disk), per registrare gli avvenimenti. I risultati sono abbastanza buoni, come si può vedere nella pagina di "Biel lant a Messe", anche se devo lamentare la mancanza di un "Coro Alpino" che accompagnasse la Messa.
     Alla cerimonia Religiosa è seguita quella civile, con la consegna dei riconoscimenti ai "vecj", i discorsi del Capogruppo e del Sindaco. Alla fine, la Banda ha intrattenuto i presenti con l’esibizione di alcuni brani del suo repertorio, ma la maggior parte dei partecipanti era stata attirata dai profumi che provenivano dalla cucina da campo, che funzionava a pieno regime.
     Su mia richiesta, la Banda ha dedicato agli emigranti sparsi per il mondo, un "mix" di villotte friulane. Prima della fine, il Capogruppo mi ha donato l’opuscolo stampato l’anno scorso, in occasione del 70° di fondazione del Gruppo A.N.A. di Moggio Udinese.
     Certo che un buon piatto di pastasciutta l’avrei molto gradito, ma ero piuttosto stanco e non me la sentivo di fare a piedi quel centinaio di metri che mi separava dai chioschi, dove vedevo tanta gente seduta a mangiare. Raccolto tutti i miei trabiccoli, senza farmi notare ho raggiunto la mia vettura e mi sono avviato verso l’uscita del paese.
     Mentre ri-fotografavo l’indicazione stradale all’entrata di Moggio e "digitalizzavo" l’Abbazia di San Gallo con un magnifico sfondo di fresche nuvole, si sono uditi i dodici rintocchi di mezzogiorno…

     Alle 13 ero seduto nell’osteria di Leproso con l’aperitivo in mano, mentre ringraziavo ad alta voce gli avventori ritardatari dicendo loro: grasie par vêmi spietât!!!
     Non sempre accadde, ma questa volta invidiavo i miei amici perché loro a casa avrebbero trovato la minestra pronta nella scodella, mentre io avrei dovuto "inventarmi" un pasto più o meno decente…      Non tutti nascono con la camicia…!

     Imboccando Via Pasubio, ho avuto il tempo di dare una sbirciatina al contachilometri che segnava 7145 Km, prima di superare "briciola" che mi era era venuta incontro festante. Così, ora non ho neanche la possibilità di sfogarmi con le mie lagne e dire che... sòi simpri sôl come un cjan...!

Aldo Taboga - Leproso, 20 Giugno 2003