Una giornata speciale
19 Dicembre 2000

            Questo A.D. 2000 non finisce di sorprendermi ed anche se correrò il rischio di annoiare gli amici che mi sono vicini (non nel senso della distanza), non mi stancherò di ripetere che il "2000" è stato ed è il miglior anno della mia vita... e la fase positiva sta continuando...!
            Verso le 9 e mezza di questa mattina ero ancora intontito, visto che alle 03:00 in punto stavo conversando con il mio "confidente spirituale" Walter Cibischino di Ottawa, quando via telefono don Dino Pezzetta dall'Abbazia di Rosazzo mi avvertiva che sul Messaggero Veneto c'era un bell'articolo che parlava di me. Era già trascorso più di un mese da quando la graziosa giornalista Alessandra Beltrame era stata a casa mia assieme al suo simpatico genitore, e pensavo che ormai quell'articolo non sarebbe stato pubblicato. Qualche minuto più tardi, anche il signor Beltrame mi informava che l'articolo era in edicola e disponibile anche via Internet. Non ho perso tempo e mi sono subito collegato al sito del quotidiano, prelevando l'articolo collocato nella pagina economica dell'Edizione Nazionale e quindi leggibile anche fuori dei confini della Provincia di Udine. Con impazienza ho dato una letta all'articolo prima  di stamparlo e scorrendo quelle righe mi sono messo a piangere come un bambino, sotto lo sguardo incuriosito di Briciola che non capiva cosa diavolo stesse succedendo. Ho letto e riletto più volte quella pagina, senza accorgermi che ero ancora "connesso"... certamente in quel momento non mi importava molto che il contascatti continuasse a... contare gli scatti, tanto ero preso dalla lettura. Scorrendo quelle righe, ho potuto apprezzare l'eleganza con la quale Alessandra ha messo insieme le poche informazioni, che in un clima sereno e cordiale ha potuto raccogliere e trasferire nella sua agendina. Mi chiedevo però come quella benedetta ragazza avesse potuto "captare" e convertire in parole anche il mio stato d'animo e le sensazioni che non avevo espresso, ma che in quel momento provavo dentro di me. Incredibile, neanche avesse potuto leggermi nel pensiero solamente guardandomi negli occhi. Che sêdi une strîe...? Dall'aspiet no si disarès...!


Alessandra Beltrame con il padre.

        Nel recarmi a S. Pietro al Natisone per consegnare alcuni CD con le registrazioni dei Concerti Corali di Sabato e di Domenica, ripensando a quello che Alessandra aveva scritto e a come l'aveva scritto, non potevo trattenere le lacrime, tanto che mi creavano difficoltà nella guida. Al rientro, ho puntato verso la Badia, dove mi stavano aspettando per farmi le congratulazioni ed i complimenti. Su un tavolo dove sono ben distribuite varie pubblicazioni di carattere religioso, erano esposti numerosi fogli A3 con la fotocopia dell'articolo apparso sul Messaggero Veneto.
        Al mio rientro a casa, il telefono ha squillato in continuazione... erano tutti amici da dentro e fuori della Provincia di Udine, che con vera commozione si complimentavano per quello che avevano letto. Il mio amico Gianpietro mi ha confidato che addirittura ha pianto e... conoscendolo bene, non ho nessuna difficoltà a credergli. In questi giorni ho ricevuto numerose testimonianze di stima e di affetto, con persone che sono venute a congratularsi personalmente, attraverso cartoline, lettere e telefonate. Dal Canada sono arrivate cartoline con gli auguri da parte di Gustavo Mion e Walter Cibischino con le loro famiglie.

Una lettera di Ida Bortolussi Braida, che accompagnava un bell'albero di Natale ed un pacchetto di dolciumi, conteneva questo messaggio:

Caro Aldo, un vecchio proverbio ci dice che la margherite hanno il cuore d'oro. Io e Franco abbiamo capito conoscendoti, che non solo le margherite hanno il cuore d'oro, ma anche delle persone e tra queste sei tu caro Aldo, con la tua silenziosa disponibilità, con la tua sincera gentilezza, con la tua generosità che sa dare gioia anche a chi è più sfortunato. Siamo contenti di averti conosciuto, siamo felici che esisti e che vivi in questo momento che è il nostro.Di cuore caro Aldo, i nostri più cari auguri per un Natale sereno ed un lieto anno nuovo. Affettuosamente Ida a Franco

Torte e dolciumi vari, bottiglie di vino, alberi di natale, vasi di fiori ed altri regali, si accumulano sul tavolo della mia cucina, tanto che sarò costretto ad invitare qualcuno (o qualcuna) per aiutarmi a consumare quelle prelibatezze. Ma, visto che anche stasera le 03:00 sono abbondantemente superate, termino queste quattro righe e vado a nanna.Qui sotto vi propongo l'articolo di Alessandra Beltrame, e... per le emozioni che ha saputo trasmettere attraverso quella pagina la ringrazio... cun t'une grande bussade...!

Il Messaggero Veneto del 19/12/00

Parla Aldo Taboga, 63 anni, che con il suo www.natisone.it collega e fornisce notizie agli emigrati sparsi nei vari continenti
 Dalle Valli del Natisone il sito che ha messo i friulani in rete

UDINE – Si stupisce: «Mi hanno chiamato come docente all'Università della terza età. Io, che ho la quinta elementare». S'arrabbia: «La gente pensa che Internet sia solo per i pedofili. Io, da quando navigo, non ne ho incontrati».
Internet, per Aldo Taboga, è molto, molto di più. Si potrebbe dire che è diventata la sua vita, e senza rischiare di cadere nella retorica. Perché, da quando ha aperto il suo sito, www.natisone.it, Aldo Taboga la sua vita l'ha cambiata davvero. È diventato un personaggio, uno che fa notizia, uno che, anzi, le notizie le crea, e le trasmette. Al mondo intero. Collegati a lui ci sono i computer di migliaia di friulani emigrati nei Paesi più lontani.
Leggono le sue pagine web come si divora un best-seller, ansiosi di conoscere le ultime novità sul loro Friuli, che alcuni non hanno visto mai.
Aldo è preciso, puntuale: non solo racconta le storie, ma ci mette i suoni, i colori, l'anima dei borghi che visita, delle case dove incontra i parenti degli emigranti. Si clicca sulla tastiera e, d'incanto, compare Anduins, oppure Fanna, suonano le campane (proprio quelle del campanile del paese, da Aldo registrate e trasmesse via Internet), spuntano i fiori, sbocciano i filari delle viti (che lui fotografa settimana per settimana, fino alla vendemmia). E le distanze si accorciano, la gente sorride e si commuove dalla troppa gioia.
In effetti, Aldo Taboga è una persona che fa commuovere per ciò che è e ciò che ha saputo fare “di bessol”, nel più puro stile friulano, un pezzetto alla volta, finanziandosi con la sua pensione di invalido e di radiotecnico. Aldo commuove perché a 63 anni cerca ancora la donna dei suoi sogni, quella che gli stringa la mano e possa condividere le sue emozioni, tanto forti perché tanto vere. Aldo commuove e colpisce perché ha avuto il coraggio di dire no a chi gli offriva denaro e una sicurezza economica in cambio del suo prezioso know-how, della sua straordinaria, perché coltivata da autodidatta, capacità di creare un mondo reale nel mondo virtuale, quello di internet, dalla sua stanzetta di Leproso, affacciata sul Natisone, con l'unica compagnia di Briciola, il cagnolino che ha adottato dopo la scomparsa di una zia.
Ecco perché Aldo si arrabbia quando sente dire che internet è «il posto dei pedofili». Da quando, un paio di anni fa, Taboga ha sfruttato l'abbonamento con la Tim, che regalava un po' di spazio web, sono centinaia le persone che ha reso felici. Un dispensatore di sorrisi, lui, che fino a poco tempo fa, nel ricordo dei vicini di casa (che lo adorano), era un uomo triste, sofferente, con i polmoni che non funzionavano tanto bene e la timidezza che arrivava a farlo desiderare «di essere invisibile, di scomparire» quando una donna lo guardava, quando i bambini lo avvicinavano. Adesso va orgoglioso a trovare i suoi dottori nel reparto di Pneumologia dell'ospedale di Udine: «Non sanno neanche loro come faccio a stare così bene». Tant'è. L'energia che trasmette appare davvero inesauribile. In realtà, dovrebbe riguardarsi un po', per quei suoi acciacchi, ma lui non ci pensa e sale sulla sua Renault 5 (prima era una Bianchina) per galoppare da una parte all'altra del Friuli, senza sosta, per fotografare luoghi, persone, eventi, registrare concerti. Confeziona i Cd in poche ore, e li regala: «Faccio un figurone, nessuno si immagina la faccia che fa la gente quando mi presento il giorno dopo con la registrazione del concerto, la foto sulla copertina, il titolo stampato». Potere della tecnologia. E di un uomo tanto altruista quanto coraggioso. Lo sanno bene quelli dell'Abbazia di Rosazzo («Con loro mi sento come tra fratelli») che gli hanno affidato la gestione del sito internet, ma anche la promozione dell'iniziativa per l'orfanotrofio di Vetren, in Bulgaria.
Fin da ragazzo, Aldo si era appassionato di elettronica. Ma la scuola, anche se era bravo, aveva dovuto lasciarla: andare fino a Cividale in bicicletta, anche d'inverno, con la neve, non faceva per lui. Il corso per corrispondenza Radioelettra gli insegnò un mestiere, il lavoro gli permetteva un discreto reddito («Ma non ero capace di chiedere i soldi che mi spettavano: facevo sempre gli sconti», confessa). Però, viveva chiuso nel suo mondo, con i genitori, che poi accudirà fino alla vecchiaia e alla malattia, mentre il mondo fuori, i suoi coetanei andavano a ballare, si fidanzavano, si sposavano. Era soprattutto un problema suo, se ne rende conto ora che, con internet, trova sintonia nelle persone, stringe amicizie, e, anche, raccoglie qualche simpatia femminile. «Ma non voglio illudermi - dice - altrimenti poi le delusioni sono forti». Ammette però che «adesso la sedia vicino non resta più vuota quando vado a un concerto». La musica, la sua grande passione - «Quella che mi ha aiutato a superare i momenti più difficili» - è diventata la colonna sonora di una vita molto più movimentata.
Il computer lo ha conosciuto da radioamatore, «per comandare le antenne, era indispensabile». Il resto se l'è inventato a poco a poco. La creatura gli è cresciuta nelle mani, vedendo anche che intorno ben poco si sviluppava: il Friuli, insomma, veniva raccontato poco e male su quel potente veicolo di comunicazione che è il web. Anche adesso, siti grandiosi, del valore di centinaia di milioni, sono poco più di fredde - anzi, glaciali - vetrine.
Dicono che il cumputer isoli, che internet impedisca di frequentare le persone. Taboga smentisce: lui le persone le ha conosciute con il computer. Dicono che la tecnologia annulli la creatività. Taboga scuote la testa: lui riempie di fantasia le pagine che scrive, traduce poesie, trasmette sensazioni. Come quel tralcio di vite che ha raccontato crescere a poco a poco. Per chi vive a Montevideo, o in Canada, sono emozioni impagabili.
Per coltivare tutto questo, aiutare gli amici emigranti (già 18 mila i contatti) e rimanere libero («Non accetterò mai pubblicità sulle mie pagine»), Aldo Taboga riceve, peraltro senza chiedere, piccoli contributi da amici e conoscenti. «Andrò avanti fino che sarò pieno di debiti - dice, mentre già si preoccupa di dove sarà domani, con la sua telecamera montata sul cruscotto, e una strada sempre diversa da percorrere –. Bisogna perderla, la strada, per fare le scoperte più belle», dice, e confessa di non essere mai andato oltre il Veneto, di non aver mai varcato alcun confine.
Miss Italia nel mondo, la friulo-venezuelana Barbara Clara, la strada di certo non l'ha persa per venire fino a Leproso, dopo Salsomaggiore, per baciarlo. «L'avevo promesso agli emigranti friulani nel mondo», si schernisce Aldo. Non ha bisogno di girare il mondo, lui. Nella sua stanzetta iper-tecnologica di Leproso, accanto alle verdi acque del Natisone, c'è un mondo intero che scorre. All'Università della terza età lo aspettano proprio per questo. (Alessandra Beltrame)

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