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Udine, 3 Febbraio 2012
Casa dell'Immacolata
 www.casaimmacolata.org  -  fond@casaimmacolata.org


L'edificio centrale che si affaccia su Via Chisimaio, con la targa a don Emilio de Roja.

           UDINE - Venerdì 3 febbraio idealmente l’intero Friuli si stringe a Casa Immacolata nel ricordo di don Emilio De Roja (foto) nel 20° della sua morte. Una figura di sacerdote eroica e coraggiosa, impegnata in tutta la sua vita nella costruzione di una società solidale, fedele al Vangelo di Gesù Cristo: così la Chiesa Udinese e tutte le persone che lo hanno conosciuto ricordano don Emilio De Roja, il «padre» di generazioni di giovani emarginati e diseredati, un vero Santo del nostro tempo e del Friuli.
          Nato a Klagenfurt, dove la famiglia era emigrata da Madonna di Buja, don Emilio fu ordinato sacerdote il 7 settembre 1941. Nominato prefetto generale del Seminario, durante la guerra fu protagonista coraggioso della Resistenza con il nome di Adolfo: a lui decine e decine di partigiani incarcerati debbono la vita; il 30 aprile del 1945 liberò Udine dai tedeschi evitando che fosse distrutta.
          Nello stesso anno fu inviato quale vice-parroco nel Villaggio San Domenico, alla periferia Nordovest di Udine, ove vivevano in casette a schiera poco confortevoli persone rese disagiate dalle due guerre, senza arte nè mestiere, senza un controllo morale. Ed è qui che don Emilio de Roja comincia la sua opera di redenzione non solo morale di quei giovani, ma anche culturale e sociale, fondando una Scuola di arte e mestieri, con lo scopo prefisso di forgiare quei ragazzi non solo sulla via del bene, ma anche aiutandoli ad introdursi nel consorzio umano che già li aveva respinti. Nasce così il 14 giugno 1952 la «Casa dell’Immacolata», così intitolata per volontà del suo fondatore, in onore della Madonna che a Lourdes così si è definita, ma anche a voler significare che essa è casa della Mamma che riunisce i suoi figli, specie quelli più sfortunati.
          «Casa dell’Immacolata» non è un collegio, non è un istituto di correzione: è un luogo ove anche il più infelice si sente amato. L’educazione dei suoi ospiti si fonda sulla libertà e sulla responsabilità di ciascuno, si guarda alla promozione della singola persona, con le sue doti specifiche, con l’intento di guarire le ferite dell’animo e di prepararla al futuro.
          Dal 1952 ad oggi gli stili di vita e con essi i bisogni sociali si sono modificati, sono sorte via via nuove emergenze, nuove forme di disagio e quindi nuove modalità di intervento. Con progressivi adattamenti, «Casa dell’Immacolata» ha saputo far fronte a tali novità. Nel corso degli anni gli interventi hanno così riguardato i disoccupati post-bellici, gli orfani, i minori disadattati, i minori e gli adulti in misura altemativa al carcere, gli alcolisti in trattamento, gli immigrati, i minori stranieri non accompagnati, sino ad arrivare ai giorni nostri ai minori e adulti giunti nel nostro Paese in conseguenza dell’emergenza umanitaria che ha colpito il Nord Africa.
La Casa organizza corsi di formazione professionale per un futuro sbocco lavorativo dei giovani, dando altresì grande rilevanza all’organizzazione del tempo libero in varie attività ricreative e culturali.

Santa Messa in ricordo di don De Roja
a 20 anni dalla morte 

          La Santa Messa in memoria di don Emilio De Roja è stata celebrata nall'Aula Magna dell'Istituto Casa Immacolata presieduta dal suo Direttore don Gianni Arduini, concelebrata con don Tarcisio Bordignon parroco della Comunità di San Pio X e don Franco Saccavini che guida la Parrocchia di San Domenico.


         
 CANTO E PREGHIERE INIZIALI

Cerimonia accompagnata da voce, chitarra e
percussioni, che guidavano l'assemblea nei canti...


Canto per Cristo che mi libererà
quando verrà nella gloria,
quando la vita con lui rinascerà

alleluia, alleluia.

Alleluia, alleluia, alleluia... alleluia, alleluia!
Alleluia, alleluia, alleluia... alleluia, alleluia!

Canto per Cristo: in lui rifiorirà
ogni
speranza perduta.
ogni creatura con lui risorger
à,
alleluia, alleluia!

Alleluia, alleluia, alleluia... alleluia, alleluia!
Alleluia, alleluia, alleluia... alleluia, alleluia!

All'omelia si sono avvicendati questi tre straordinari "preti di frontiera",
che noi abbiamo già avuto modi di seguire nelle loro rispettive parrocchie:

Casa Immacolata - 8 Dicembre 2007  -  San Pio X - 14 dicembre 2008  -  San Domenico - 27 Gennaio 2008


...ed ora abbiamo la fortuna di riprenderli ed ascoltarli insieme...



 PREGHIERE DEI FEDELI



Camminerò, camminerò
nella tua strada Signor.
dammi la mano, voglio restar
per sempre insieme a te.

Quando ero solo, solo e stanco del mondo,
quando non c'era l'Amor,
tante persone vidi intorno a me,
sentivo cantare così:

Camminerò, camminerò...

lo non capivo, ma rimasi a sentire
Quando il Signor mi parlò:
lui mi chiamava, chiamava anche me
e la mia risposta s'alzò:

Camminerò, camminerò...


         
 BENEDIZIONE E CANTO DI CHIUSURA

E segni nuovi oggi nascono già
e c'è più sole nelle nostre città
il mondo unito splende qui fra di noi.
è un ideale che la storia farà
un ideale che storia si fa

Vedo cambiare le cose che stanno attorno,
crollare muri e barriere fin dal profondo
Vedo gente che vive la vita,
vedo in alto un cielo chiaro.

E segni nuovi…

Ormai non è così strano senti parlare
di una “casa comune” dove abitare,
e l’amore fra noi lo farà
invadendo il mondo intero.

E segni nuovi…

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Dopo la Messa, alcuni giovani ospiti dell'Istituto consegnano a don Tarcisio
un dono da loro costruito nei locali laboratori...

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Don de Roja, cuore e concretezza

(Renato Schinko - Messaggero Veneto del 04 febbraio 2012)

          «La Casa dell’Immacolata, ultimamente, si è trasformata - dice don Gianni Arduini - non dal punto di vista strutturale, ma per i nuovi volti che la popolano, con culture, tradizioni, religioni molto diverse rispetto al passato. Infatti l’Europa dell’Est ha ceduto il passo al lontano Pakistan e all’Africa sub-sahariana. Adesso ospitiamo circa 45 persone, di cui nove pachistani, una ventina di africani e 18 adulti alcolisti in trattamento». Don Arduini aggiunge: «Oggi abbiamo celebrato una messa per ricordare don Emilio, una cerimonia semplice, perché il fondatore della Casa dell’Immacolata non gradiva i grandi eventi. Ma resta un momento significativo capace di far conoscere ai giovani la storia e la figura di questo grande sacerdote della carità, che sapeva rispondere alle povertà e ai bisogni degli ultimi. Ed quello che cerchiamo di fare anche oggi». (r.s.) C’era chi scappava dalla Casa dell’Immacolata. Don Emilio de Roja, però, non si rassegnava. Era capace di compiere lunghi viaggi in treno, fino a Roma o a Napoli, per recuperare un ospite. Don Emilio sentiva di avere una responsabilità nei confronti dei giovani che si rifugiavano nella sua struttura. «I ragazzi prima di tutto», amava ripetere, «prima delle prediche nelle messe, prima di ogni difficoltà, prima di qualsiasi tipo di problema». Don Emilio viveva così, aggrappato a una Provvidenza che non l’ha mai abbandonato. Aggrappato ad alcune solide certezze e a una frase che amava pronunciare di continuo capace di racchiudere tutta la sua filosofia di vita: «Non cercate persone perfette, ma cercate persone generose». Infatti, è grazie alla generosità dei tanti benefattori che la Casa dell’Immacolata si è sempre più sviluppata e ha superato, nel tempo, difficoltà che sembravano enormi. E ieri, in occasione dei vent’anni dalla sua morte, la struttura di via Chisimaio, insieme all’Associazione amici di don Emilio de Roja, ha ricordato, con una santa messa, la sua figura. La figura di un uomo «che dava tutto per accogliere al meglio le persone», racconta uno storico collaboratore, Renato Bernardinis, che aggiunge: «Nel 1985 serviva un luogo a Udine dove radunare gli alcolisti in trattamento. Chiedemmo aiuto a don Emilio e nel giro di pochi giorni aveva già messo a diposizione due stanze. La Casa era sempre aperta, sapevi che lui c’era. E questo ti aiutava a vivere». Don Emilio, infatti, sapeva accogliere tutti, certo, ma pure ascoltare: «Stava fermo, in piedi, con gli occhi socchiusi, un po’ sfuggenti, ma registrava ogni singola parola», ricorda Gabriele Sgobaro, vice presidente dell’Associazione Amici di don Emilio, che aggiunge: «Dopo aver capito il problema, arrivava il suo giudizio, il suo consiglio, quasi una sentenza, che, alla fine, si dimostrava inattaccabile». Il fondatore della Casa dell’Immacolata colpì fin da subito anche l’attuale direttore, Renato Cantoni: «Arrivai in via Chisimaio nel lontano 1976 come obiettore, poi rimasi come educatore e, dopo aver fatto un’esperienza nelle Marche in una comunità per tossicodipendenti, ritornai nel 1993, un anno dopo la sua morte». Il richiamo per il centro di accoglienza di San Domenico fu fortissimo: «Don Emilio – continua a spiegare Cantoni – aveva in mente solo i ragazzi, era sempre disponibile all’accoglienza, all’ascolto. Ma fu anche un precursore». Tutti ricordano, infatti, che la struttura di via Chisimaio fu la prima a ricevere gli immigrati. «L’aiuto che diede alla pubblica amministrazione – ricorda l’ex sindaco di Udine, Piero Zanfagnini – fu fondamentale. Il Comune non era pronto ad accogliere gli stranieri. Ci pensò don Emilio in un momento in cui ero sindaco della città ed eravamo alle prese con i primi extracomunitari che cercavano rifugio. Ora l’attenzione per gli stranieri è sempre alta in via Chisimaio e la Casa continua a svolgere il suo ruolo». Alla messa celebrata ieri in suo ricordo erano in tanti. L’impegno di don Emilio ha lasciato un segno profondo. 

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Udine, 3 Febbraio 2012
Casa dell'Immacolata
S
anta Messa in ricordo di don De Roja
a 20 anni dalla morte 
 

01 2.15 Giovane donna
02 2.10 Benvenuto di don Gianni Arduini
03 1.42 Canto per Cristo
04 2.01 Canto e lettura del Vangelo
05 10.43 All'Omelia, intervento di don Gianni Arduini...
06 4.43 ...di don Tarcisio Bordignon
07 4.21 ...di don Franco Saccavini
08 3.46 Preghiere dei fedeli
09 2.01 Laudato sii, o mi Signore
10 1.55 Osanna
11 2.34 Camminerò
12 1.32 Preghiere e Benedizione
13 2.14 Segni nuovi