biel lant a Messe a...

Cargnacco di Pozzuolo (UD), 22 Ottobre 2011



  CAMPANE

Messa in suffragio
del parroco Don Primo Minin
e del suo sacrestano Alfredo Antonutti

Tempio di Cargnacco
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

          Il Tempio Nazionale "Madonna del Conforto" in Cargnacco più noto come Tempio di Cargnacco, è un'opera monumentale voluta da don Carlo Caneva già cappellano militare e reduce di Russia e dal Senatore Amor Tartufoli per ricordare i caduti e i dispersi di quella tragica campagna. Il progetto è dell'architetto Giacomo Della Mea anch'egli reduce di Russia.
          L'esterno del Tempio assume un forte carattere monumentale pur nell'utilizzo preponderante di un
materiale "povero" come il mattone e raggiunge esiti di notevole suggestione nella composizione dei volumi. In particolare la tripartizione della facciata in una parte centrale di forte carattere e in due volumi a destra e sinistra arretrati ha la funzione di legarla ai fianchi laterali in uno svolgimento continuo che fa correre lo sguardo ad abbracciare l'intera dimensione dell'edificio.
          L'interno con il sistema delle volte a botte trasversali in serie che costituisce la copertura, e che permette l'ingresso della luce dall'alto dei fianchi laterali, ricorda un'analoga soluzione realizzata dall'architetto Giovanni Muzio nella chiesa di Sant'Ambrogio a Cremona. Elemento
conclusivo dello spazio interno è la cripta sotto l'abside, visibile anche dall'alto attraverso la grande apertura circolare a pavimento subito dietro l' altare maggiore. Tale continuità degli spazi toglie a chi si trovi nel piano sottostante della cripta l'impressione di trovarsi in un luogo separato dal resto della chiesa. Al centro della cripta è posizionata l'arca sepolcrale del milite ignoto. L'interno del tempio presenta numerose opere d'arte eseguite da artisti friulani quali: le monumentali ceramiche presenti sulle pareti laterali di Ugo Galliussi, e Enore Pezzetta raffiguranti i momenti salienti delle battaglie, della ritirata e della prigionia nei campi di concentramento russi, le sculture di Giulio e Max Piccini: statua della Madonna in marmo bianco (scolpita dallo scultore Giovanni Patat d'Artegna su disegno di Max Piccini), statua di sant'Antonio in bronzo e Via Crucis in terracotta, i mosaici di Fred Pittino raffiguranti nell'abside la Pietà e, nelle pareti laterali a fianco l'altare maggiore, episodi della ritirata, le vetrate di Arrigo Poz e Riccardi Di Netro, l'altare maggiore in marmo bianco su disegno di Giacomo Della Mea con formelle in bronzo raffiguranti i simboli degli Evangelisti di Giulio e Max Piccini

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-


Durante la recita del Rosario che precedeva la Messa,
entrando in chiesa le persone si recavano a rendere omaggio ai feretri...


...tanto che molto prima della Cerimonia funebre, la chiesa era stracolma di gente...

...oltre all'Arcivescovo Andrea Bruno Mazzocato, erano presenti i vescovi emeriti Battisti e Brollo
a tanti altri sacerdoti delle parrocchie e foranie di altre zone del Friuli...


         
 CANTO E PREGHIERA D'APERTURA



l'Arcivescovo all'omelia, ripreso da diverse angolazioni...




 PREGHIERE DEI FEDELI

...Hanno accompagnato la liturgia un coro di adulti e uno di ragazzi...
ma in questa pagina abbiamo dato più spazio agli interventi in voce...



 CANTO


...alla recita del Padre Nostro...


...la navata dopo la Comunione...

 
         
 INTERVENTI



 BENEDIZIONE


...l'obbiettivo su una bella figura di "vecjo alpin"...

È morto don Minin, parroco di Cargnacco
(La Vita Cattolica del 21 Ottobre 2011

LA CHIESA FRIULANA piange la scomparsa di don Primo Minin, parroco di Cargnacco. Nella notte tra martedì 18 e mercoledì 19 ottobre il sacerdote, che aveva 81 anni e da qualche mese era ospite della Fraternità sacerdotale di Udine, è mancato  improvvisamente. Don Primo, figlio di emigrati, era nato in Francia il 9 gennaio 1930 ed era stato ordinato sacerdote il 10 luglio 1955. Da quell’anno e fino al 1959 è stato cooperatore nella parrocchia di Udine Cormor e poi, per sei anni, di Rivignano. Nel 1965 è divenuto parroco a Sclaunicco, comunità che ha guidato fino al 1979, anno in cui ha fatto ingresso a Carpeneto, dove è rimasto fino al 1984. Ha guidato, quindi, la parrocchia di Orgnano e dal 1997 era parroco in solidum a Cargnacco, frazione di Pozzuolo del Friuli. Negli ultimi anni era stato messo a dura prova dall’aggravarsi di problemi di salute, motivo per cui era stato affiancato nella cura della comunità dal diacono don Michele Trungadi che lo ha ricordato, commosso, «come una persona squisita, ma di quelle rare da incontrare nella vita».  Non appena si è sparsa la notizia della sua morte, vasto è stato il cordoglio tra quanti lo hanno conosciuto e da più parti è stato sottolineato il suo temperamento vivace, immediato e allegro. Doti che ha messo in evidenza anche mons. Giuseppe Faidutti, vicario foraneo di Mortegliano: «Negli anni del Concilio aveva pure pensato alla possibilità di istituire un sindacato dei preti per rivendicare i diritti dei sacerdoti e soprattutto quelli dei cappellani che, all’epoca, erano solo degli esecutori, mentre a suo parere avrebbero potuto partecipare anche alle decisioni della pastorale. Un’idea utopica – ha aggiunto –, ma che sta a significare la sua forte tendenza al rinnovamento». Don Minin si è adoperato molto per promuovere il Tempio sacrario di Cargnacco che ricorda i caduti della campagna di Russia, durante la Seconda guerra mondiale, cercando di far coniugare le esigenze della parrocchia e quelle di monumento nazionale: «Si è sempre preoccupato, con grande slancio, di rendere questo luogo importante anche fuori regione – ha spiegato mons. Faidutti –; in paese era riuscito a costituire un buon gruppo di lavoro e si era dato da fare anche per organizzare alcune mostre d’arte, sempre per attirare l’attenzione sul tempio». I funerali di don Primo Minin, che lascia la sorella Virginia, le nipoti e i pronipoti, verranno celebrati dall’Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, sabato 22 ottobre, alle ore 15.30, nel Tempio di Cargnacco. La comunità della frazione di Pozzuolo, mercoledì 19 ottobre, è stata colpita da un altro drammatico lutto. A poche ore dalla morte di don Primo è scomparso anche il sacrestano della parrocchia, il 69enne Alfredo Antonutti. Si era recato alla Fraternità sacerdotale per l’ultimo saluto al parroco e per portare i paramenti, quando è stato colto da malore. Lascia la moglie Graziella e la sorella Nella con le quali viveva a Cargnacco. I funerali di Antonutti si svolgeranno sabato, in contemporanea con quelli del «suo» parroco.