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Murlis di Zoppola (PN), 13 Dicembre 2010

Murlis, dal latino “muruli, piccoli muretti”, si trova in provincia di Pordenone, più precisamente nel comune di Zoppola di cui rappresenta la più piccola frazione ( meno di 300 abitanti ). La mura, da cui il nome deriva, hanno delimitato fino al 1960 gran parte dell’ attuale via Casello, racchiudendo al suo interno frutteti e campagne. Il territorio, attualmente sulla riva sinistra del Meduna, poco a valle della confluenza del Cellina, è solcato da corsi d’acqua di risorgiva, che testimoniano di un percorso diverso dello stesso Meduna. Di Murlis troviamo notizia ancora nell’epoca romana dove per il suo territorio passava un ramo della strada Postumia che i nostri anziani chiamano strada “Magistra” ora ridotta a strada di campagna. Nel 140 a.c. il console romano Spurio Postumio costruì questa importante strada militare che da lui prese il nome. Questa via da Oderzo saliva per Brugnera, Palse, Torre di Pordenone, Cordenons ed attraversava il Meduna tra Domanins e Murlis, per poi piegare verso Codroipo. Ma le notizie concrete della formazione a piccolo nucleo urbano di Murlis, le troviamo attorno al 1100; esattamente risalgono al 13 marzo 1186 anno della bolla di Papa Urbano III con la quale si confermava al Vescovo concordiese Gionata la sua giurisdizione civile ed ecclesiastica e lo prendeva sotto la sua protezione unitamente ai suoi possessi e alle Chiese e pievi della sua diocesi. In quel momento troviamo anche nominata la “Curtem di Mircho” alias “Curtem de Murlis”. Murlis deriva dal latino "murus-muro più suffisso diminutivo - ulus" che dà luogo a - li - secondo un fonetico proprio di alcune parole friulane. Nel caso di Murlis tale nome indica muraglie di cinta costruite in difesa di un nucleo abitato, tali opere erano frequenti in periodo medioevali. Il 3 luglio 1325, il Vescovo di Concordia Artico di Castello da Cordovado diede investitura a Vitale Girardo di Ovoleto di quaranta campi e di un mulino presso Murlis posto sull’acqua detta di selva; e questo mulino, nonostante il degrado, esiste ancora ed ha funzionante fino al 1962 con lo stesso procedimento che si usava mille anni fa. (Testo tratto da: www.murlis.it/)



 CAMPANE

Chiesa attuale - I documenti più interessanti sono quelli che segnalano la presenza nei primi decenni dell’ ottocento di un don Giuseppe Schiavi quale curato di Orcenico Inferiore che celebra il matrimonio tra Giovanni Battista, figlio del tolmezzino Domenico Schiavi e Angela del nobile Carlo Bragadin (parrocchiale di Zoppola 4 luglio 1803). Questo intreccio di rapporti potrebbe giustificare un intervento degli architetti Schiavi nella costruzione della villa di Murlis. Il progetto era grandioso però la realizzazione si fermò alla barchessa di sinistra e alla metà del corpocentrale. All’estremità settentrionale della barchessa venne eretta una chiesa dedicata a S. Lucia. E’ proprio grazie alle notizie tramandate sulla cappella gentilizia che possiamo datare l’intera costruzione, interrotta forse per il travaglio seguito alla soppressione dei feudi dopo la caduta di Venezia (1797). Il 26 novembre 1800 nel tempietto furono celebrati due matrimoni, mostrando che l’edificio del culto era ultimato. Nel 1809 il conte Giulio provvide al mercato d’opere d’arte delle chiese soppresse di Venezia pregevoli altari e statue per fornire ed addobbare la cappella di S.Lucia. Più tardi fu eretta una cappellania con l’obbligo di celebrazione. Un cappellano era già presente nel luogo nel 1801, quel don Pietro Biglia di origine garfagnana,alloggiato e ospitato dalla principessa Cecilia a Palazzo Flangini a Sacile. Il Tempio di Murlis fu aperto al pubblico culto con l’erezione in sacramentale, l’11 settembre 1812 e successivamente consacrata a cappellania curata il 3 settembre 1815. Nel 1903 i fabbricati vennero acquistati dal muratore Costante Costantini che provvide al restauro e riapertura al culto il 13 agosto 1908. Per volontà e intervento dei figli di Costante, il vescovo Giovanni e il cardinale Celso, il tempio di S.Lucia venne eretto in parrocchiale il 12 settembre 1935. (Testo tratto da: www.murlis.it/)

Santa Messa
per la Festa di Santa Lucia
presieduta da S.E. Mons. Ovidio Poletto Arcivescovo di Concordia - Pordenone
e dai parroci della Forania di Valvasone



 CANTO D'INGRESSO



         
 BENVENUTO DEL PARROCO E SALUTO DEL VESCOVO


         
 KYRIE E GLORIA

Festa di S. Lucia 13 dicembre - La signora Maria ricorda che il giorno di S. Lucia don Francesco Ciriani celebrava un messa già negli anni 30 e la festa era organizzata dalla famiglia Costantini. Di contorno alla celebrazione liturgica nel piazzale della chiesa c’era un mercatino di arance e castagne gestito da Giovanni Sellan con asino e carretto. Con l’entrata in parrocchia di don Giuseppe Cristante, (1937) seguito da don Giovanni Simonat (1942), don Giusto Pancino (1973), il giorno di S. Lucia si celebravano due messe al mattino e al pomeriggio i vesperi. Anche la sagra di conseguenza si sviluppò tanto da essere nominata la sagra del “mandorlato”. Negli anni quaranta venivano attivate anche le giostre per la felicità dei bambini, con il tempo sono però scomparse. Con la nomina a parroco di Murlis di don Tarcisio Cristante (1982), e poi da don G. Carlo Stival e l’attuale don Paolo Brunetti, nella giornata di S.Lucia si celebrano messe ad ogni ora della giornata. Fu un successo vista la numerosa affluenza dei fedeli e la partecipazione devota alla liturgia. I fedeli attratti e devoti da questa Santa affluiscono numerosi da tutti i paesi limitrofi. La signora Maria completa i suoi ricordi sottolineando che spesso questa festa era disturbata da forti nevicate. (Testo tratto da: www.murlis.it/)

 
...mons. Ovidio Poletto all'Omelia...


...alla Consacrazione...


...al Padre Nostro...

 
...i pellegrini devoti a Santa Lucia...

 
         
Ringraziamenti di don Paolo Brunetti e del vescovo


 
 PREGHIERE E BENEDIZIONE FINALE

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All'uscita della chiesa, una montagna di mandorlato ha attirato la mia attenzione, ed in men che non si dica avevo prosciugato la mia piccola riserva di contanti che conservo nel borsone delle apparecchiature. Mi sono poi messo tranquillamente a sgranocchiare una delle barre di mandorlato acquistate, mettendo a dura prova il mio precario apparato dentario. Non mi facevano certo paura i 60 chilometri che mi aspettavano per il rientro a casa...