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Prepotto (UD), 8 Settembre 2009
Santuario di Castelmonte

          Potendo disporre di due dettagliati articoli pubblicati prima e dopo l'evento sul periodico La Vita Cattolica (che ringraziamo pubblicamente), noi ci limiteremo a corredare la pagina con una serie di immagini catturate durante le 4 -5 ore di permanenza sulla dolina che spazia sulla vasta zona della pianura friulana. Confessiamo che non è un compito facile quello di scegliere le immagini necessarie a completamento della pagina, tra le oltre 800 foto scattate dal team del "natisone", parliamo giustamente di "team" dato che al sottoscritto si era unito l'ottimo collaboratore Oddo Lesizza, che ha "controllato" le zone scoperte, e comunque... quattro occhi vedono più di due...
          Cogliamo l'occasione per ringraziare ancora una volta la BCC di Manzano e la Start2000 di San Pietro al Natisone, che ci permettono di avere a disposizione uno spazio web molto ampio ed elastico, per poter lavorare con tranquillità e senza la necessità di togliere i servizi dal nostro vastissimo archivio realizzati negli ultimi dieci anni.
           Attualmente il "natisone" occupa uno spazio di 4.232.090.682 Byte in 99.270 file, all'interno di 448 cartelle...!

All'inizio della salita in località Carraria di Cividale, alle 14.30 i bus navetta che caricavano i pellegrini in attesa, si alternavano alle corriere che giungevano dalle varie località del Friuli, ma nel contempo una grande quantità di gente affrontava i 7 chilometri della salita a piccoli gruppi in ordine sparso, senza attendere il corteo principale che si sarebbe mosso alle ore 15.


34° Pellegrinaggio a Castelmonte della Diocesi di Udine

          Sette chilometri di preghiera - NEI MOMENTI di crisi, di difficoltà, di svolta, gli occhi dei friulani si sono rivolti spesso verso «Madone di Mont», uno dei più antichi santuari mariani del Patriarcato di Aquileia. Una fiducia e una devozione che si rinnovano anche in questo anno 2009, segnato da una crisi economica che è prima di tutto crisi morale e di valori: martedì 8 settembre, infatti, per la trentaquattresima volta, verrà sciolto il voto alla Vergine di Castelmonte, alla quale le comunità cristiane friulane si rivolsero con devota fiducia anche l’8 settembre 1976 all’indomani del terribile sisma del 6 maggio, per chiedere consolazione per i tanti lutti e le sofferenze subite, e forza e coraggio per la ricostruzione.
          Nacque allora la tradizione del pellegrinaggio diocesano nel giorno della festa liturgica della Natività della Beata Vergine Maria. Un’occasione preziosa per affidare alla Madre del Signore Gesù le preoccupazioni e l’angoscia che colpisce oggi tanti lavoratori e le loro famiglie, investiti dalla disoccupazione, dalla cassa integrazione, dall’incertezza  per il futuro.
          Un appuntamento che, terminata la ricostruzione, non cessa quindi di rivestire significati nuovi e importanti, come dimostra la costante e massiccia presenza di pellegrini da ogni angolo del Friuli e come in questi anni ha spesso sottolineato mons. Pietro Brollo (che presiederà anche la celebrazione dell’8 settembre prossimo): «Invocheremo nuovo slancio per vivere la nostra appartenenza ecclesiale come fratelli buoni, che sanno cadenzare il passo e farsi attenti a quanti fanno fatica ad andare avanti: i deboli, i sofferenti, i più giovani, consapevoli delle debolezze ma anche dei tesori che costituiscono la nostra storia e fondano la nostra dignità».
          A sottolineare questa intenzione, c’è anche il tema scelto per il 2009: «Maria, madre della Chiesa». La filiale devozione dei friulani, che nel 1976 chiesero in dono alla Vergine la forza per salire sulle impalcature della ricostruzione, diventa ora richiesta di intercessione perché la Madonna aiuti la Chiesa Udinese ad affrontare le sfide della modernità. E una preghiera particolare sarà naturalmente dedicata al nuovo arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, affinché la Madre del Signore lo assista e lo illumini nel suo nuovo impegno episcopale in terra friulana.
          Il raduno dei pellegrini a Carraria di Cividale inizierà alle 14.30. Alle 15 la partenza a piedi della processione lungo i 7 chilometri che portano a Castelmonte. Alle 17.30, sul piazzale del santuario, la celebrazione della solenne Santa Messa presieduta da mons. Brollo. Al termine, l’atto di affidamento a Maria e il canto del Magnificat.
         
ROBERTO PENSA – La Vita Cattolica del 5 SETTEMBRE 2009


Nelle due foto (a risoluzione di stampa),
un gruppo in costume di Prepotto con l'Arcivescovo mons. Pietro Brollo
ed una rappresentanza dei "Scampanottadôrs Furlans"
che prima e dopo la Messa hanno rallegrato la festa...

 SCAMPANOTTATA

          Fin dal primo pomeriggio il team del "natisone" si era attivato non le riprese fotografiche e studiare la disposizione dei sistemi di registrazioni, che nel caso specifico erano in tre... Uno indicato con una freccia è visibile nella foto qui sopra, piazzato nei pressi dell'armoium e del coro; un secondo era sistemato sull'altare celato sotto un vaso di fiori; un terzo (il più importante perchè registrava tutto quello che veniva captato dai vari microfoni), era piazzato davanti ad un'altoparlante-monitor, messo gentilmente a disposizione da Mario Don e dal "Media Service". 
          Sotto, i due "fotoreporter" in azione...




         
 CANTO E SALUTO D'INIZIO

 
I canti eseguiti da tutto l'assemblea guidati da don Loris Della Pietra,
 con il supporto di alcuni elementi della Cappella Musicale del Duomo di Udine
diretta da Gilberto Dalla Negra con Gianluca Micheloni all'organo


...alcune vedute spettacolari sulla piazza, catturate da Oddo
dall'alto della parete rocciosa che che sovrasta il palco e l'altare...



 OMELIA



 PREGHIERE DEI FEDELI



 INNO ALLA MADONNA IN SLOVENO


...al Padre Nostro...



 VIGNÎT A CENE



 MAGNIFICAT

 
          
 RINGRAZIAMENTI BENEDIZIONE E CANTO FINALE

FORTE DENUNCIA DI MONS. BROLLO DI FRONTE A TREMILA PELLEGRINI A CASTELMONTE:
 «TROPPE CONTRAPPOSIZIONI E CATTIVERIE. NON SI CERCA IL BENE COMUNE»

«La Vergine ci dia guide spirituali, ma anche sociali, capaci di portarci fuori da queste difficoltà,
con lo spirito di chi si mette a servizio della gente e non di altre cose»

          OGGI «È  facile essere disorientati, perdere entusiasmo, lasciarsi andare, perché manca la chiarezza del cammino da fare. Ci sono troppe contrapposizioni, troppe cattiverie, troppe demolizioni delle persone, anziché essere insieme per cercare il bene comune. Vorrei che come cristiani pregassimo perché il Signore ci conceda guide spirituali, ma anche guide sociali, che siano capaci di portarci avanti, fuori da queste difficoltà, con lo spirito di chi si mette a servizio della gente e non di altre cose». Questo l’appello che mons. Pietro Brollo ha lanciato da Castelmonte martedì 8 settembre, in occasione del 34° pellegrinaggio diocesano a «Madone di Mont», di fronte ad oltre tremila pellegrini, giunti in gran parte a piedi da Carraria.
          «Questo pellegrinaggio ci ricorda il momento terribile del terremoto – ha evidenziato mons. Brollo – e quindi oggi una preghiera particolare la dobbiamo dire per i fratelli dell’Abruzzo che stanno vivendo le nostre stesse sofferenze e difficoltà di allora, affinché trovino dentro loro stessi quella speranza che dà forza ed energia per poter rinascere. Ma c’è anche una speranza che deve essere infusa in chi soffre per la crisi economica, in coloro che diventano disoccupati. Sono momenti duri e difficili, specie se in famiglia c’è un unico stipendio. Che il Signore li aiuti a trovare una strada per superare queste difficoltà».
          E mons. Brollo ha voluto ricordare anche coloro «che arrivano da noi in cerca di una speranza. Anche noi siamo stati profughi e migranti. Dentro di noi nasca sempre più profondamente la convinzione che siamo tutti fratelli. Fratelli diversi, con caratteristiche differenti, con culture e mentalità diverse, ma uguali nell’umanità. Siamo tutti uomini e figli di Dio. Che la Vergine aiuti noi e loro per poter vivere in fraternità questa comunione di tanti popoli, razze, culture e anche religioni».
          La parte centrale dell’omelia, mons. Brollo l’ha voluta però dedicare all’«anno sacerdotale», con cui la Chiesa invita in questi mesi a pregare per il sacerdozio e a ricordare la figura del santo curato d’Ars. «In questo momento ciascuno di voi dovrebbe sentire l’esigenza di chiedere alla Vergine di avere pastori per la nostra Chiesa – ha sottolineato mons. Brollo –. Per fare un pellegrinaggio bisogna scegliere la meta e la guida. La meta è Cristo, che dà senso e significato alla nostra vita. E le guide? La prima è Cristo stesso, duemila anni fa concretamente presente nella vita dell’umanità. Ha voluto che tutto ciò continuasse e che il popolo credente avesse altre guide. Per questo ha nominato gli Apostoli, e questi hanno avuto i loro successori, i vescovi, e questi ultimi hanno i loro collaboratori, i sacerdoti. Sono le guide che ci richiamano continuamente la meta e ci indicano da quale parte si va per incontrare il Signore».
          E a proposito di guida, l’Amministratore apostolico mons. Brollo ha voluto ricordare anche il momento particolare che la Chiesa Udinese sta vivendo: «A me tocca accettare di essere arrivato al fondo del mio cammino da Arcivescovo. Così prescrive la legge, così è avvenuto. Ma la provvidenza ci ha già indicato un successore, che verrà presto in mezzo a noi. Questa sera la nostra preghiera è anche per il nostro nuovo Arcivescovo mons. Andrea Bruno Mazzocato, perché possa guidarci in questo difficile momento nel quale il disorientamento è molto grande».
          Ci sono pochi sacerdoti, e «allora affido a voi l’intenzione che mi sta più a cuore, consegnando questa Arcidiocesi al successore che verrà: uniamoci nella preghiera affinché la Chiesa Udinese abbia un numero sufficiente di guide e di pastori che possano portare avanti soprattutto il rapporto con la nostra gioventù – ha detto mons. Brollo –. Un tempo non mancavano i cappellani nelle nostre parrocchie. Ma adesso non ce ne sono. E i nostri ragazzi faticano a trovare delle guide che possano orientarli».
          E deve trattarsi di «sacerdoti santi, capaci di vivere oggi con quella caratteristica che la nostra stessa Chiesa si è data per arrivare a comunicare la fede oggi: la capacità di ascoltarsi. Oggi tutti parlano, ma nessuno ascolta l’altro fino in fondo. Siamo così facili a giudicare le persone. Ognuno di noi, per quanto abbia percorso anche strade sbagliate, ha dentro di sé una fiammella accesa». Bisogna esserne convinti, «se vogliamo aiutarci tra fratelli e raggiungere quell’intimità tra le persone necessaria per poter insieme camminare e crescere verso una vera maturazione. Questo è un dono di sapienza e di grazia che voglio chiedere alla Vergine prima di tutto per noi sacerdoti, perché sappiamo cogliere cosa c’è nel cuore di ogni uomo per aiutarlo a crescere, ma lo chiedo anche per voi tutti. In questi momenti particolari, non possiamo tirarci da parte, ma ancora di più abbiamo bisogno di sentirci Chiesa unita, in comunione, in corresponsabilità per annunciare questa grande speranza alla nostra gente, al nostro popolo. "Mandi a duc di cûr"».

ROBERTO PENSA - LA VITA CATTOLICA DEL 12 SETTEMBRE 2009