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Faedis (UD), 28 Dicembre 2008


CAP: 33040 - Abitanti: 3104
Altitudine (s.l.m.) : m. 172 - Superficie : Kmq. 46,62

     Faedis (UD) - Il capoluogo, il cui nome deriva da "fagetum" (bosco di faggi), ha origine antica, essendo già menzionato intorno all'anno Mille. E' probabile che in epoca romana Faedis fosse un importante punto strategico collocato sulla "Via Cividina" che da Gemona portava a Cividale. La storia di Faedis è legata a quella dei signori di Cucagna che abitavano nel castello posto su un colle nei pressi del paese. Da questa famiglia ebbero origine i Partistagno, i Valvasone e gli Zucco che presero il nome dei castelli in cui s'insediarono.
 

Messa nella Festa della Sacra Famiglia



 CAMPANE



 CANTO D'INIZIO

 
...letture...



 ESTRATTO DALL'OMELIA



 PREGHIERE DEI FEDELI



 CANTO



 CANTO DI CHIUSURA

 

Arte e cultura: FAEDIS (UD)

     La Chiesa parrocchiale è un severo grande edificio in pietra locale dalle forme neogotiche, costruito su progetto dell'architetto Domenico Ruolo di Sacile dopo lunghi anni di lavoro e consacrato nel 1934.
     Ha facciata a salienti, con portico e guglie svettanti. Le porte, disegnate dal Rupolo, contengono bassorilievi in bronzo dovuti allo scultore Leo Morandini di Cividale e raffigurano Scene dell'Antico e del Nuovo Testamento. Ad unica navata, con ampio presbiterio e cappelle laterali, la chiesa possiede uno scenografico altare maggiore barocco (con statue laterali dei Ss. Pietro e Paolo) nella nicchia del quale campeggia una Assunta in mosaico, eseguita dal prof. Biagetti della Scuola Musiva Vaticana, riproducente il celebre dipinto di Tiziano.
     Alle pareti, opere provenienti dalla precedente chiesa: un affresco con l'Ultima Cena datato 1517 e dovuto al bassanese Francesco Nasocchi (in cattivo stato di conservazione); un dipinto raffigurante la Pentecoste attribuibile a Francesco Floreani (ca. 1589) con una interessante serie di "ritratti" nei volti degli Apostoli; una secentesca Crocifissione, una bella pala con la Sacra Famiglia e S. Antonio da Padova (XVIII secolo) ed altra con i Ss. Giovanni Evangelista, Giovanni Battista e Giorgio. Addossato al muro di destra è anche il portale della precedente chiesa, di bella dimensione, vicino - per intagli e motivi decorativi - ad altri eseguiti in Udine da Bernardino da Bissone all'inizio del Cinquecento.
     Nella Chiesetta di S. Pietro degli Slavi, al cimitero, notevole altare ligneo di Giovanni Martini (1522): a due ripiani, di taglio rinascimentale, contiene nei tre scomparti superiori le statue dipinte (con vivaci colori, dovuti a pesanti ridipinture moderne) delle Ss. Elena e Maria Maddalena e della Madonna con Bambino al centro; negli scomparti inferiori S. Pietro ai lati del quale stanno i Ss. Giovanni Battista e Giacomo.
     Nella Chiesa di S. Maria in Colvillano altarolo settecentesco (che conteneva dipinti del XVI secolo purtroppo rubati una quindicina d'anni fa, con la Pietà nella lunetta e Madonna con Bambino e Santi nella pala) e affreschi nel sottarco: mezze figure di Profeti (David, Samuele, ecc.) dipinti da Gaspare Negro intorno al 1530.
     Resti di affreschi trecenteschi di scuola friulana nella bella Chiesetta alpestre di S. Maria Maddalena a Gradiscutta di Canal di Grivò; di foggia trecentesca (ma forse già dell'inizio del XV secolo), è l'affresco raffigurante la Vergine che allatta il Bambino, incastonato nell'altare ligneo della Chiesa della Madonna di Zucco in Castello: le preziosità cromatiche in esso riscontrabili lo rendono brano di insolita bellezza, tale da poterlo ascrivere forse ad un maestro veneto nel quale si riconoscono ingerenze emiliane e toscane. Intorno all'altare, i quindici tondi con i Misteri del Rosario dipinti da mano capace.
     La chiesetta, dalla bella forma comune agli edifici votivi friulani, con ampio portico, si trova in posizione panoramica: ha vicino i resti dei Castelli di Zucco e Cucagna, da qualche tempo oggetto di ricostruzione e centro di interesse storico-archeologico, ospitando seminari di architettura medioevale.
     Nella Parrocchiale di Campeglio, completamente ristrutturata dopo il terremoto, grande e colorato mosaico di Arrigo Poz (1989) raffigurante S. Michele arcangelo, ispirato al celebre dipinto di Guido Reni in S. Maria della Consolazione a Roma.
     Sul colle Balcone sopra Campeglio sono stati di recente messi in luce i resti del Castello di Soffumbergo (XII-XV secolo) che nel Medioevo acquisì un ruolo importante nello stato patriarcale. Vicina è la Chiesa di S. Rocco (chiesetta votiva con portichetto), con antico altare a mensa e statuina in legno del 1614 raffigurante il Santo titolare.
     A Ronchis di Faedis, la bella antica dimora dei Partistagno, con importante parte centrale timpanata e con doppio loggiato architravato. In due stanze al pianterreno, affreschi e decorazioni del pittore e canonico udinese Domenico Paghini (ca. 1820) con lussureggiante vegetazione, paesaggi arcadici, strumenti e spartiti musicali, motivi figurati neoclassici.

 Informazioni tratte da: 
 GUIDA ARTISTICA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA 
(
a cura di Giuseppe Bergamini )
dell'Associazione fra le Pro Loco del Friuli-Venezia Giulia