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Abbazia di Rosazzo (UD), 15 Ottobre 2006

Celebrato l'ingresso ufficiale del nuovo rettore, mons. Remo Bigotto



CANTO D'INIZIO


         
Introduzione e lettura del "Decreto di nomina" dell'Arcivescovo, da parte di mons. Giulio Gerbezza
e breve estratto dall'omelia del nuovo Rettore dell'Abbazia mons. Remo Bigotto

...altri brevi interventi delle autorità civili e religiose...

 

Nel segno della continuità
(La Vita Cattolica del 21 Ottobre)

Essenziale per il neorettore una sinergia con collaboratori e volontari «perché solo insieme si cresce». Tra gli obiettivi, i lavori di restauro del complesso, sempre più faro culturale e spirituale

      Avanti, sul solco tracciato dal predecessore don Dino Pezzetta.
     Questo il proposito che guida mons. Remo Bigotto, già arciprete di Codroipo, nel nuovo incarico di parroco di Rosazzo e rettore dell'Abbazia, assunto solennemente con la celebrazione di immissione in possesso svoltasi domenica 15 ottobre. Alla concelebrazione presso l'Abbazia hanno preso parte il vicario generale, mons. Giulio Gherbezza, il vicario per la pastorale e presidente della Fondazione dell'Abbazia, mons. Igino Schiff, il direttore dell'Ufficio amministrativo diocesano, mons. Sergio Di Giusto, il parroco di Rivignano e Driolassa di Teor, don Reanato Vanore, il vicario foraneo, mons. Giovanni Rivetti, e i sacerdoti della forania.
     A Teor, suo paese natio, mons. Bigotto ha atteso l'investitura ufficiale a rettore. Nutrita la partecipazione dei fedeli giunti da tutta la forania per assistere alla cerimonia. Tra loro anche un gruppo proveniente da Codroipo.
«Fresco» di immissione, mons. Bigotto si mostra perfettamente consapevole del ruolo di centro di riferimento spirituale, culturale ed ecumenico assunto dall'Abbazia con l'ospitare con successo incontri e convegni. Sottolinea l'importante presenza di collaboratori, volontari, membri rettorali, che si propone di incontrare e sostenere nella loro azione, perché «solo insieme si cresce».
     Come interpretare tale funzione di «fucina pensante» della struttura? «Ho notato con compiacimento come si siano già prenotati alcuni gruppi per nuovi incontri - osserva il neorettore -. Oggi la gente ha bisogno di momenti di riflessione tramite i quali osservare in profondità gli avvenimenti, intuendone la direzione». L'Abbazia, forte di una storia millenaria, invita quasi «a studiare la risposta da dare con sguardo cristiano ai problemi odierni, attraverso strutture antiche, segno tangibile di momenti di crisi che si seppe trasformare in occasioni di rilancio dell'evangelizzazione». Non ultima, in tal senso, è la vocazione ecumenica assunta negli ultimi anni dal complesso di Rosazzo, vocazione suggerita pure dal suo situarsi vicino al confine, quasi ad abbracciare i vari popoli d'Europa. Mons. Bigotto sostiene convinto tale ruolo: «Oggi assumiamo l'ecumenismo come urgenza di dialogo tra fedi -aggiunge - per capirsi, in un mondo che pare aver abbandonato ogni credo, ed è sempre più avvolto in una spirale di violenza».
     Il neorettore non nasconde, infine, l'intendimento di far avanzare i lavori di restauro del complesso, che «hanno messo in luce la meravigliosa fusione di stili artistici» che caratterizza l'edificio. Insomma, la bellezza come orma del Divino, per rafforzare il ruolo di «faro» spirituale e culturale dell'Abbazia, al servizio del quale egli pone le sue forze.
C.D.