biel lant a Messe a Cavasso Nuovo

Cavasso Nuovo, 19 Maggio 2002
www.parrocchie.it/cavassonuovo

CAVASSO NUOVO (Pn)
301 metri s.l.m. - 10,46 km2 - 1.381 abitanti - C.a.p.: 33090

Frazioni/Località: Orgnese
Informazioni turistiche: Pro loco Pro Fratellanza
Biblioteche: Biblioteca Comunale Caterina e Angelo Tramontin, v. XI Febbraio, tel. 0427- 77014 (apre i pomeriggi di ma. e sa.)

Principali monumenti e opere d'arte
     Costruita nel XVI secolo, ma in seguito più volte rimaneggiata, come d'uso, e praticamente rifatta nel secolo XVIII, la Chiesa parrocchiale di S. Remigio è stata gravemente lesionata dal terremoto del 1976. In tale occasione è stato operato lo stacco dell'opera d'arte più famosa: la decorazione del soffitto della navata dovuta al pittore padovano Andrea Urbani (1711-1798). Questi, che aveva già molto operato in Friuli, venne chiamato dalla chiesa di Cavasso a dipingere le seguenti scene: Annunciazione della Madonna nello scomparto centrale, Emblemi degli Evangelisti nei riquadri di forma tondeggiante che lo circondano: grandiosa ed ariosa la scena sacra, con un turbinìo di angeli e di nubi, particolarmente gradevoli le quadrature che lo incorniciano. La data di esecuzione, 1783, compare, insieme al monogramma di Andrea Urbani, sul libro tenuto aperto dall'angelo simbolo di S. Matteo.
     Anche la volta del presbiterio era stata affrescata dall'Urbani con pitture illusionistiche, balaustre decorate e costoloni arricchiti da profilature e motivi decorativi che conducevano all'ovato centrale in cui era raffigurata la SS. Trinità con il mistico Agnello. Il fonte battesimale, cinquecentesco, scolpito tra 1517 e 1520 dal lapicida Francesco da Meduno, ha avuto una copertura lignea da Pietro Antonio Billia di Latisana nel 1765.
     Al pittore veneziano residente a Serravalle Francesco Mattiazzi, secolo XVIII, si deve un buon dipinto, il Battesimo e Consacrazione di Clodoveo da parte di S. Remigio, composizione affollata ma interessante per l'iconografia, per la ricca e varia disposizione dei personaggi raffigurati, per la tavolozza brillante e luminosa.
     All'ingresso della sacrestia, bassorilievo in legno dello scultore udinese Max Piccini ( 1890-1974) allegorico dell''Emigrazione.
     Proviene dalla distrutta chiesetta di S. Antonio il dipinto - ora in canonica - raffigurante la Visitazione e i Ss. Antonio da Padova, Giovanni Battista e Nicolo, dovuto al carnico Nicola Grassi (1682-1748) che qui si mostra convenzionale nella delineazione delle figure e piuttosto spento nel colore, ma nuovo nell'ideazione (il dipinto presenta - quadro nel quadro – la Visitazione incorniciata).
     Particolarmente interessante il così detto «Palacat», cioè il Palazzo Polcenigo Fanna dalla imponente struttura architettonica, a mezza strada tra castello e palazzo, con torrioni angolari e largo uso del bugnato a riquadrare portali e finestre.
     I recenti restauri cui l'edificio è stato sottoposto hanno permesso di recuperare in parte la decorazione di alcune stanze (ad esempio quella del piccolo salone a piano terra, con temi mitologici, trofei, nature morte) ma non quella che nel 1802 il conte Elia Polcenigo affidò al pennello del bolognese Antonio Basoli, ed una serie di affreschi mitologici del XVIII secolo.
     Accanto al palazzo sorge un altro edificio, il Palazzo Ardit, che fu residenza del conte Giorgio Polcenigo nel XVIII secolo. In cattivo stato di conservazione, mostra ancora tracce di un'elegante decorazione ottocentesca.

...altre informazioni...

1 - Il quadro dell'altare è attribuito a Francesco Matteazzi e rappresenta il battesimo e la consacrazione di Clodoveo da parte di S. Remigio; è stato datato alla prima metà del 1600.

2 - L'esistenza di questa sede religiosa pare attribuirsi al XII secolo, in riferimento alla data della bolla pontificia ottenuta dal vescovo di Concordia, Gionata, da papa Urbano II nel 1184. In questa bolla, oltre ad altre chiese concordiesi, viene elevata anche la "plebs" di Cavasso. La prima consacrazione documentata di questo luogo sacro ebbe luogo il 5 maggio 1525, dall'antistite di Concordia Giovanni Argentino. Naturalmente la chiesa qui esisteva già da tempo. Si constata infatti la posizione anomala del campanile, le cui campane vennero consacrate il 16 agosto 1612 da Benedetto Benedetti, vescovo di Caorle. Sulla volta della chiesa si può ammirare un significativo affresco di Andrea Urbani (1711 - 1798) datato 1783 raffigurante l'Assunzione della Vergine ed i simboli dei quattro evangelisti.


CAMPANE