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Chions (PN), 14 Novembre 2004

Chions (PN)
CAP: 33083 - Altitudine (s.l.m.): m. 7 - Abitanti: 4.395 - Superficie: Kmq. 33,47

CENNI STORICI (Tratto da: www.comune.chions.pn.it)
L'entità territoriale del Comune di Chions, come unico soggetto amministrativo, vista con il metro della storia, è un'invenzione relativamente recente.
Risale infatti all'inizio dell'ottocento, con la seconda occupazione napoleonica, per poi rinsaldarsi con l'amministrazione austriaca; prima di tale tempo, e fino alla fine della Repubblica di Venezia, ognuno dei cinque paesi che attualmente lo compongono, aveva e viveva una storia sua propria, e spesso staccata da quella degli altri. Anche se il territorio era certamente abitato dall'uomo in epoca Celtica e anche precedente, data la ricchezza del terreno e l'abbondanza di acque, i primi insediamenti documentabili risalgono all'occupazione romana, e più precisamente alla centuriazione dell'"Agro di Julia Concordia" effettuata nel 41 a. C. per compensare i reduci della battaglia di Filippi.
Tracce dei confini dell'antica sistemazione agraria romana sono ancora rilevabili, e in varie zone del comune si trovano con abbondanza resti di laterizi (es.: località Sant'Ermacora).
Dopo la caduta dell'Impero, e le devastazioni barbariche, pian piano sui resti degli antichi insediamenti si ricominciò a vivere: si sono così consolidati gli attuali paesi di Chions, Basedo, Villotta, Tajedo e Torrate.
Secoli e secoli di tranquilla esistenza di piccoli paesi di campagna, lontani dai clamori della Storia, quella almeno che viene tramandata nei libri che si studiano a scuola. Unica eccezione forse, la questione ereditaria sul feudo di Tajedo, disputa nata fra le nobili famiglie Altan e Savorgnan iniziata nel 1575 e finita nel 1585. A differenza di quello che solitamente accadeva in quegli anni, la "battaglia" non si è disputata con le armi, ma con le carte bollate, e alla contesa hanno partecipato ora da una parte, e ora dall'altra tutti i potenti d'Europa. Inizialmente la scaramuccia si contese fra il Patriarca d'Aquileja e il Doge di Venezia, ma ben presto alle loro spalle si sono allineati il Gran Duca di Firenze, il Duca di Ferrara, quello di Savoia, l'Arciduca d'Austria, il re di Francia, quello di Spagna, l'Imperatore; insomma in tutte le corti d'Europa non si parlava d'altro. E per fortuna se ne parlava e basta, anche perché la posta in gioco era più che altro di principio, che un fatto economico.

 La parrocchiale

  CAMPANE   

 Alcune immagini all'interno della parrocchiale durante la celebrazione dell'Eucaristia,
 nella festa del ringraziamento...

 CANTI
                   


...per l'abbondante raccolto donato dalla natura...


Principali monumenti e opere d'arte.
La Chiesa parrocchiale di Chions, dalla facciata neogotica costruita nel 1921 su progetto di Antonio Marson di Annone Veneto, conserva al suo interno alcuni affreschi rinascimentali riaffiorati in questo secolo dallo strato di calce che li ricopriva.
Opera di artisti diversi, tutti ugualmente modesti (sono stati fatti i nomi di Giorgio di Antonio da Belluno e Giorgio da Pordenone), riflettono ora modi della scuola di Andrea Bellunello (fine secolo XV), ora di Pietro da San Vito (inizio XVI secolo) o di Pomponio Amalteo (seconda metà secolo XVI). Si tratta di composizioni frammentarie rappresentanti, a mo' di pittura devozionale, la Madonna con Bambino e vari Santi (ripetutamente compaiono i Ss. Giorgio - cui la chiesa è dedicata - e Bovo). Alcune scritte riportano date come 1508, 1515, 1517, 1521, 1541; interessanti, tra le altre, le figure di una Madonna con Bambino, di un S. Michele e di una Pietà che sembrano riscattarsi dalla modestia dell'insieme.
Affreschi devozionali del primo Cinquecento di mani diverse anche all'interno della Chiesa di S. Liberale a Villotta: ancora riquadri con la Madonna con Bambino e vari Santi (Antonio abate, Francesco, Rocco, Sebastiano, Floriano) tutti ugualmente di modesta esecuzione, dovuti ad artisti di scuola friulana. L'altar maggiore, in marmo, è dello scultore padovano Giacomo Contiero, 1763.
Molto interessanti gli affreschi - di più alta qualità - della Parrocchiale di Basedo, databili tra il 1492 ed il 1515, ritrovati sotto un pesante strato di calce una quarantina d'anni fa. Anche in questo caso si tratta di brani di carattere devozionale, non tali pertanto da costituire un organico ciclo. Soprattutto il riquadro con la Madonna in trono e S. Bartolomeo, datata 1492, ha fatto pensare a Pietro da Vicenza, così come altri affreschi della chiesa (Madonna con Bambino e Santi, Trinità, Teoria di Santi). Benché convenga più cautamente riportare le pitture nell'ambito della scuola friulana, non si può negare che il pittore abbia trovato in modelli veneti un preciso punto di riferimento e risulti pertanto culturalmente più avanzato rispetto agli ignoti frescatori di Chions.
Da ricordare, infine, la Villa Morassutti a Villotta, nobile costruzione inserita tra quelle notificate dall'Ente Ville Venete, e la torre dell'antico Castello degli Sbrojavacca (secolo XI-XII) in località Torrate.

Informazioni tratte da: 
GUIDA ARTISTICA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA 
(
a cura di Giuseppe Bergamini )
dell'Associazione fra le Pro Loco del Friuli-Venezia Giulia
http://www.prolocoregionefvg.org