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Abbazia di Rosazzo, 25 Gennaio 2004

A conclusione della settimana dei preghiera per l'unità dei cristiani, solenne liturgia in rito bizantino, accompagnata dal Coro sloveno di Janko Ban, che ha eseguito i canti in lingua vetero-slavo. La liturgia è cattolica, ma di rito orientale: un segno che la chiesa non vive nell’uniformità ma nella ricchezza delle sue diversità.

La cerimonia è iniziata con la preparazione dei "doni" che al momento della Comunione ed alla fine della cerimonia, sarebbero stati offerti ai fedeli. E' stato preparato un grosso calice con tanti piccoli quadratini di pane ben imbevuti di vino di colore rosso per la Comunione, ed un grande vassoio colmo di pezzetti di pane, che sarebbero stati distribuiti alla fine della cerimonia.

 Durante la lunga cerimonia (90 minuti circa), il Coro sloveno di Janko Ban,
 ha eseguito gli antichi canti nell'antica liturgia

 Alla fine della cerimonia, dopo aver baciato la croce che porgeva l'officiante,
 i fedeli potevano raccogliere dal vassoio un pezzo di pane benedetto.

Andando alle origini...

     L’inizio della vita della Chiesa nel mondo slavo è legato all’opera di monaci - illuminatori del IX secolo, ss. Cirillo e Metodio. I fratelli Costantino (il nome di Cirillo, Costantino ha preso soltanto dopo l’iniziazione della vita monastica, non molto tempo prima della morte) e Metodio (nel mondo lo chiamavano originariamente Michele) erano discendenti di una conosciuta famiglia greca di Salonicco.
     Nel IX secolo in quella città vivevano molti slavi e i due fratelli, sembra, dall’infanzia conoscevano la lingua slava. Di una speciale preparazione scolastica si poteva vantare Costantino, che ha ricevuto dopo il sopranome il Filosofo. Studiava assieme al figlio dell’imperatore Michele III, e uno dei suoi maestri e protettori era un celebre teologo, patriarca di Costantinopoli, Focio.
     I due fratelli erano attirati dalla vita monastica e volevano dedicarsi allo studio nel silenzio della cella monastica. Però la Chiesa e l’impero esigevano da loro un altro tipo di servizio. Così Cirillo veniva mandato nelle missioni religioso-diplomatiche dagli arabi e khazari. Uno dei suoi viaggi al Principato Azaro, Cirillo ha compiuto con suo fratello Metodio. Come risultato, il principe Azaro ha permesso ai suoi cittadini ricevere il battesimo. I fratelli hanno battezzato personalmente 200 persone. Secondo parere di alcuni storici, i neo battezzati era anzitutto degli slavi.
     Dopo il ritorno a Constantinopoli, Cirillo ha cominciato il lavoro di creazione dell’alfabeto slavo, cosiddetta glagoliza, e ha iniziato anche la traduzione della Sacra Scrittura in un dialetto slavo usato nel sud a Salonico. Alla base delle traduzioni di Cirillo e Metodio si è creata per la prima volta la lingua slava scritta e letteraria - il cosiddetto paleoslavo.
     In quel tempo le traduzioni di testi liturgici dal latino e dal greco in altre lingue non erano più una novità: le liturgie venivano celebrate in paleo -georgiano, armeno, siriano, copto, gotico. I greci Cirillo e Metodio nei suoi progetti di illuminare il mondo slavo, che conosceva già parzialmente il cristianesimo, si basavano non sulle idee nazionalistiche, bensì su quelle della Chiesa Universale, nella quale “non c’è né Greco, ne Ebreo” e la quale chiamava a portare la buona notizia “fino alle estremità del mondo”. Con l’appoggio del governo dell’imperio, sia quello clericale sia quello laico, Cirillo e Metodio, sulla richiesta del principe di Moravia, Rostislav, sono partiti nel 863 con la missione in Moravia. Lì hanno costruito la vita ecclesiale, portavano alla fede i moravi, insegnavano l’alfabeto slavo, traducevano i testi liturgici in paleoslavo e facevano delle celebrazioni in questa lingua.
     Dopo tre anni, in compagnia di studenti moravi, preparati per l’ordinazione sacerdotale, Cirillo e Metodio sono partiti verso la patria, però si sono fermati in Pannonia (parte sud-ovest dell’Ungheria), dove hanno continuato la loro attività missionaria. Avendo ricevuto nel 867 la notizia da Costantinopoli del colpo di stato alla corte imperiale e della detronizzazione del loro protettore, patriarca Focio, i due fratelli hanno decido di andare a Roma.
     Il papa romano Adriano II ha sostenuto pienamente la loro iniziativa. Il debole di salute Cirillo non ha sopportato le difficoltà del lungo viaggo ed è morto a Roma nel 14 febbraio 869 e venne sepolto nella basilica di S. Clemente, presso il Colosseo, il martire di cui aveva portato egli stesso a Roma da Chersonea le reliquie, invece Metodio fu ordinato come arcivescovo di Pannonia e si è stabilito nella propria diocesi, sotto il principato di Kocel. Ancora in Moravia l’attività dei fratelli veniva messa in difficoltà attraverso la contrarietà del clero latino - tedesco, non contento del fatto di “slavinizzazione” della liturgia. Nel VIII secolo, uno dei grossi concili della Chiesa Occidentale ha proibito lo svolgimento delle celebrazioni in tutte le lingue, se non in latino, greco e ebraico antico. Metodio è stato accusato nella violazione dei canoni ecclesiastici ed è stato racchiuso per circa tre anni nella prigione. Il nuovo papa Giovanni VIII ha insistito per liberare Metodio e lo ha nominato arcivescovo di Moravia, però gli ha proibito di svolgere le liturgie in paleoslavo. Questa proibizione (a proposito, mai accettata da Metodio) è stata tolta formalmente soltanto nel 880.
     Dopo la morte di Metodio nel 885, i suoi discepoli in Moravia furono perseguitati, e quelli che sono sopravissuti, hanno trovato il rifugio dal principe bulgaro Boris. Precisamente in Bulgaria l’opera di Cirillo e Metodio nel mondo slavo ha trovato la sua continuazione.

Nell'alfabeto cirillico le lettere sono trenta.
Un luogo comune è l'affermazione che l'alfabeto cirillico fosse stato creato da Cirillo e Metodio. Il cirillico ("kiriliza") non è l'alfabeto originale che fu introdotto dai SS. Cirillo e Metodio
Nel 863 Constantino il Filosofo (detto Cirillo) e suo fratello Metodio crearono un alfabeto destinato ad essere usato dagli slavi, esso venne chiamato glagolitico ("glagolitza") e fu diffuso fino alla fine dell'undicesimo secolo. L'alfabeto "glagolitico" non aveva niente a che fare con gli alfabeti già esistenti, era singolare e piuttosto complicato. Dal 863 in poi, per due secoli e mezzo (dalla metà del IX s. alla fine del XI s.) tutti i manoscritti della letteratura bulgara antica furono scritti in "glagolitico". 
Contemporaneamente all'alfabeto "glagolitico", sin dalla seconda metà del IX secolo, si sviluppò anche un alfabeto di grafia più semplice che rimase nella storia con il nome "kirilitza"; una gran parte degli studiosi suppone che la "kirilitza" fosse stata creata da uno degli allievi di Cirillo e Metodio, San Clemente d'Ocrida (Sveti Kliment Ohridski).  
Questo alfabeto fu chiamato dal popolo "kirilitza" in onore di S. Cirillo e diede l'origine al cirillico moderno. Esso infatti è molto più semplice della "glagolitza" e una parte delle sue lettere deriva dall'alfabeto greco. A poco a poco, a partire dal X secolo, la "kirilitza" cominciò a sostituire la "glagolitza". La maggior parte delle iscrizioni che risalgono a quell'epoca sono in "kirilitza", con essa si scriveva più facilmente su pietra e metallo.

L'alfabeto glagolitico L'alfabeto cirillico
L'introduzione della "kirilitza" non sottovalutò in nessun modo la grande opera di Cirillo e Metodio: anzi, senza la loro "glagolitza" non sarebbe esistito l'alfabeto cirillico. Durante il Medioevo il popolo bulgaro visse con l'idea che Cirillo e Metodio avessero creato l'alfabeto cirillico. Cirillo, Metodio e i loro discepoli Clemente (Kliment), Naum, Anghelarij, Gorazd, tradussero in lingua bulgara antica tutti i testi sacri e le agiografie. Infine, grazie a Cirillo e Metodio fu per la prima volta possibile nella storia della Chiesa l'introduzione della messa in una lingua diversa dal latino, ebreo e greco (le "tre lingue sacre").
Un secolo dopo la creazione dell'alfabeto cirillico e dell'introduzione di esso in Bulgaria, alla fine del X secolo, missionari bulgari portarono in Russia libri bulgari e vi diffusero l'alfabeto cirillico. La Russia infatti introdusse l'alfabeto cirillico e si convertì al cristianesimo ortodosso un secolo dopo la Bulgaria, alla fine del X secolo.