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Malisana (Torviscosa), 14 Settembre 2003


CAMPANE

 L'interno della parrocchiale, squisitamente addobbata

L'Eucaristia, era animata dal Coro di Chiopris-Viscone, con diversi brani del repertorio popolare friulano.
          Nei primi banchi era presente un gruppo di 40 persone provenienti da Mantova, a Malisana per ricordare don Franco Mambrini, recentemente scomparso, che per tanti anni aveva svolto la sua missione pastorale nelle loro parrocchia. Nel 1997, Don Franco aveva festeggiato a Malisana il 50° di sacerdozio, nella stessa chiesa che nel lontano 1947, aveva celebrato la sua prima Messa.

 CANTI E PREGHIERE

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 Dopo la Messa, il team di scampanotadôrs ha eseguito un repertorio con brani
 con e senza corda, dei quali vi presentiamo un breve saggio...      

Malisana
Note ricavate dai lavori di Luigi Deluisa  (funzionario SAICI e Sindaco di Torviscosa)

Il nome di Malisana appare per la prima volta nella storia in un documento del 1161, col quale Megenhardo di Malisana faceva una donazione di terreni; appare poi, per questioni di possesso di terreni, nel 1162 (Varnerio di Malisana) e nel 1184 (Enrico di Malisana); nel 1293 un certo Vitaluccio di Malisana ottiene in affitto dal Patriarca di Aquileia una casa sita a Marano.
Dai "libri di conti" dei Signori di Strassoldo, proprietari della "Villa di Malisana" dal XIV al XVIII secolo, risulta che in questa località vivevano parecchie famiglie, tutte dedite all'agricoltura; coltivavano frumento, segala, fava, miglio e sorgo; praticavano la coltura delle viti ed allevavano animali da cortile, suini e bovini.

Col trattato di Wormazia (1520-1521), Malisana veniva assegnata alla Repubblica di Venezia, sotto cui rimaneva fino alla fine del '700; dopo la breve dominazione napoleonica, passava all'Austria facendo parte del Regno Lombardo Veneto, finché nel 1866 era annessa al Regno d'Italia. A Malisana affiorano in grande copia i resti dell'epoca romana e ciò è comprensibile perché tutto il suo territorio era attraversato dalla Via Annia, intorno alla quale non potevano non sussistere, come abbiamo visto, attività industriali e commerciali di rilievo.

Varie sono le interpretazioni del nome "Malisana":  potrebbe derivare da "Malsana" per la sua aria un tempo paludosa ed insalubre, come da "Mala Sana", cioè guaritrice di malattie, per le proprietà curative che avrebbero le acque solforose che vi sgorgavano e sgorgano tuttora in abbondanza; lo si farebbe derivare anche da "Malus Anniae" cioè dall'albero del "melo" piantato lungo la Via Annia, e da "Malum Anniae", ciò che starebbe ad indicare come il tratto della Via Annia che attraversava la località, sarebbe stato in modo particolare la parte in cattivo stato e pericolosa della via stessa in quanto soggetto a continue invasioni delle vicine paludi.

Il paese sorgeva intorno al cimitero, il quale, a sua volta, circondava una vetusta chiesa, che era anticamente la "pieve" di un vasto territorio quasi deserto, infestato dalla malaria e dalle paludi, e constava di poche case che, alla fine del '600, furono abbattute, divenendo la località sempre più soggetta ad allagamenti, e quindi ricostruite in un luogo più elevato e più protetto dalle acque, nel posto cioè dove ora si trova il ridente villaggio. Ivi fu edificata una cappella che attualmente forma il vasto presbiterio dell'attuale chiesa, mentre da parrocchiale continuava a funzionare l'antica chiesetta che, pur abbandonata dalle case, era rimasta sola in mezzo all'umile camposanto, quasi a custodire le povere tombe che la circondavano.

Alla fine del 1700, la chiesa della nuova Malisana era ancora formata solamente dall'abside dell'attuale; non vi si conservavano le Sacre Specie ed era divenuta insufficiente per l'aumentata popolazione (nel 1737 Malisana contava 240 abitanti). Mentre era parroco Don Domenico Dell'Oste (1784-1789), i parrocchiani rivolsero all'Arcivescovo di Udine una istanza chiedendo il permesso di ingrandire la loro cappella, motivandone la richiesta col fatto che la vecchia parrocchiale era troppo discosta dal paese, che per la sua ubicazione solitaria era soggetta a furti come già era avvenuto e che, talvolta, la strada diveniva impraticabile per le acque che la sommergevano, impedendo in tal modo ai fedeli di recarvisi per le sacre funzioni.

Ottenuto il permesso, alla fine del 1700, la cappella veniva ampliata con l'aggiunta della navata mentre con l'ampliamento del 1908 veniva portata nella forma attuale; il campanile è stato costruito nel 1890. Malisana, con Zuino e Fornelli, si era costituita in parrocchia ancora nel 1555, staccandosi da Porpetto. La chiesa di S. Antonio Abate di Fornelli, che era filiale della parrocchia di Malisana, si separò da questa nel 1721, passando alle dipendenze di quella di S. Maria Assunta di Torre di Zuino, costruita ed elevata alla dignità parrocchiale, nello stesso anno.

In ricordo della antica dipendenza, questa parrocchia era tenuta a versare ogni anno un tributo alla vecchia matrice di Malisana; la consuetudine cessò verso la metà del secolo scorso. Fino alla fine del 1800, i capifamiglia di Malisana effettuavano, annualmente, da epoca imprecisata, ma che doveva avere origini molto antiche, un pellegrinaggio votivo a Marano, mentre il pellegrinaggio votivo al Santuario di Barbana ebbe inizio nel 1657 ed è legato ad un atto di carità verso il santuario stesso.
Dopo il XIII° secolo, troviamo Malisana citata spesso nei documenti dei suoi proprietari, i Signori di Strassoldo, e in vari atti stipulati fra la Repubblica di Venezia e l'Austria per la delimitazione dei rispettivi confini.

LA CHIESA 'NUOVA'  DEI SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO - Gli affreschi risalgono al 1944-1946, e sono stati realizzati dal maestro PAVON di San Giorgio di Nogaro. Sfortunatamente la pavimentazione 'antica' è stata recentemente rimossa e sostituita con lastre di marmo.

Tratto da: www.comune.torviscosa.ud.it/paese/malisana.htm